Costume
Il prossimo Giubileo ed i santi della Misericordia
Segni. Abbiamo tutti bisogno di segni. Perché il disorientamento è globale. E la speranza può fare la differenza. Le immagini del 13 novembre sono ancora nei nostri occhi, così come le minacce che a quella data sono seguite. Comprese quelle per Roma che dal prossimo 8 dicembre diventerà la ‘capitale’ della Misericordia per un Giubileo che Papa Francesco ritiene oggi quanto mai necessario celebrare, nonostante tutto. Ed i santi possono insegnarci qualcosa su questa dimensione che oggi è estremamente importante riscoprire. “La misericordia non è buonismo perché non è opera nostra. I Santi conoscono per esperienza diretta questa verità e l’hanno testimoniata con la vita”. Sono le parole con cui il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin. spiega il ruolo della misericordia nella prefazione del libro “I Santi della misericordia. Itinerari a Roma e dintorni”. Il libro è stato pubblicato in questi giorni per i tipi dell’Ecra. A realizzare il volume la giornalista Laura Badaracchi, che si è avvalsa delle foto di Stefano Dal Pozzolo dell’agenzia “Contrasto”.
L’autrice del volume ha realizzato un percorso che ci porta alla scoperta dei santi della misericordia. Ed oltre che un cammino alla scoperta della vita di essi, il testo può essere letto anche come una invocazione della loro intermediazione, nonché un richiamo del loro esempio di vita. Si parte con San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, sepolti nella Basilica di San Pietro. Tutte le figure a cui si fa accenno nel libro hanno sentito di essere amati dal Signore ed hanno capito che tale amore non poteva non essere messo nuovamente in circolo, donandosi nei vari contesti in cui tali figure si sono trovate ad operare. Perché la fede cristiana è una fede che deve essere vissuta incarnata ed i santi sono coloro che possono essere un faro per tutti noi. A volte hanno realizzato l’impossibile e viene da domandarsi alcuni di essi come si comporterebbero oggi, ai tempi di questi estremismi violenti che stiamo vivendo. Come si comporterebbero dopo il 13 novembre 2015. Se ce lo facessero intuire, anche solo nel silenzio eloquente che a volte alberga nei nostri sguardi, ci potrebbe essere davvero molto utile.
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