Religione

I dieci comandamenti degli atei

3 Gennaio 2015

Il percorso dei comandamenti è stato sempre accidentato. La prima volta fu necessario che Mosé, in rappresentanza di tutto il popolo ebraico, salisse su una montagna e ricevesse delle pesanti tavole in pietra incise da Dio in persona. La seconda fu poco dopo, quando Mosé dovette ritornare sulla montagna, perché, in un attacco d’ira, aveva distrutto le tavole appena ricevute. La terza, invece, è avvenuta poco tempo fa: non c’entrano né Mosé, né Dio, non serve salire nessuna montagna e non c’è alcun bisogno di incidere le leggi su pesanti lastroni di pietra. Sono i dieci comandamenti per atei, scritti da uomini per gli uomini e scelti, in un contest, da altri uomini, con un premio di ben 10mila dollari (che i fortunati vincitori dovranno spartirsi) tra oltre 2.800 proposte.

Si tratta di un progetto in crowdsourcing, il Re-think Prize: chi voleva riscrivere i comandamenti doveva inviare la sua versione al sito Atheist Mind Humanist Heart (AMHH), dove una giuria di tredici persone (come Gesù e i suoi apostoli, per restare in tema), avrebbe scelto i migliori con criteri insindacabili (tra i giudici, c’è anche Adam Savage, un conduttore televisivo americano piuttosto celebre).

Ecco i nuovi dieci comandamenti, decisi tra 2.800 proposte, da un’umanità che ha scelto di restare senza Dio:

1. Sii di mente aperta, e disposto a cambiare le tue convinzioni di fronte a prove nuove 2. Cerca di capire cosa è, nei limiti della probabilità, la verità, e non di credere a ciò che vorresti che fosse la verità 3. Il metodo scientifico è il mezzo più affidabile per comprendere il mondo della natura 4. Ogni persona ha il diritto di decidere sul proprio corpo 5. Non è necessario che ci sia Dio per essere una buona persona o per vivere una vita piena di significato 6. Pensa sempre alle conseguenze delle tue azioni e riconosci che devi assumerti le responsabilità per ognuna di esse 7. Tratta gli altri come vorresti che gli altri trattassero te, e come vorrebbero essere trattate. Pensa sempre al loro punto di vista 8. Abbiamo la responsabilità di considerare gli altri, anche le future generazioni 9. Non esiste un modo giusto di vivere 10. Lascia il mondo migliore di come lo hai trovato

Nella sostanza, i nuovi comandamenti sono molto più ampi e, di conseguenza, anche più vaghi.

Tutto sommato, con i vecchi precetti biblici c’era più chiarezza: bastava rispettare la domenica (o il sabato), non dire bugie, non uccidere, non rubare, evitare di impelagarsi con le donne altrui, occuparsi dei genitori, non dire bestemmie, evitare altri idoli, e si era a posto.  Adesso è tutto un po’ più difficile: manca un giudice supremo e ognuno deve regolarsi un po’ da sé, tenendo presente varie cose: rispettare gli altri, in generale, è bene, anche se non esistono ancora. Per tutto ciò che si fa occorre assumersi la responsabilità – e questo più che un comandamento sembra una ovvietà, almeno per chi ha già compiuto 18 anni. Dio può esserci, ma non è necessario; l’importante è che sul proprio corpo decida l’individuo; è consigliabile tenere presente il punto di vista altrui.

In conclusione i dieci comandamenti per atei sono precetti buoni ma fumosi. Sono il segno di un’era: saranno comandamenti, ma tanto indefiniti che sembrano leggi italiane: senza decreti attuativi, non possono funzionare. Si tratta in ogni caso di una prova tangibile che il buon senso e la coscienza morale possono guidare gli uomini verso un’ideale di società equa e solidale come una stella polare, anche senza che credano a un’entità superiore.

Credenti e atei non sono così lontani come appaiono, in effetti.

Scienza e Religione non sono antitetiche come si vorrebbe o potrebbe credere, ma semplicemente rispondono a domande esistenziali diverse: l’una sta al “come”, quanto l’altra sta al “perché”.

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