Religione

Giubileo 2025: Papa Francesco inaugura l’anno della speranza

30 Dicembre 2024

Papa Francesco il 24 dicembre durante la Messa nella notte di Natale ha aperto la porta santa della basilica di San Pietro dando il via all’anno santo. Non è la prima volta che Bergoglio si appresta a celebrare un giubileo da quando si è insediato come pontefice: già nel 2015 il Papa aveva indetto un giubileo straordinario della misericordia. Quest’anno il tema invece sarà la speranza.

Papa Francesco nella bolla d’indizione del giubileo afferma:

Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. Questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita. Sant’Agostino scrive a proposito: “In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare”

Ma cos’è la speranza? Papa Francesco l’ha definita “la più umile delle tre virtù teologali perché rimane nascosta”. La speranza però a volte ci sembra lontana, intangibile e inaudibile in mezzo al rumore della quotidianità. Oggi viviamo in un mondo sempre più rumoroso dove il tempo per ascoltare noi stessi è quasi del tutto scomparso. La frenesia, le aspettative e i ritmi che ci impone la società ci allontanano dal nostro spazio interiore lasciandoci spesso con un senso di vuoto. E a ciò si aggiungono le notizie sempre più drammatiche che ci arrivano dal mondo: lo stesso Papa Francesco non si stanca di richiamare l’attenzione sulle guerre, le crudeltà, i bambini innocenti che ancora muoiono, la povertà e le ingiustizie sociali.

L’invito del Papa nell’omelia è quello di non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà della vita né di adagiarsi in una comoda routine che ci protegga dal mondo esterno. Di seguito una parte delle parole del pontefice:

Perché la speranza non è un lieto fine da attendere passivamente: è la promessa del Signore da cogliere qui e ora, in questa terra che soffre e che geme. Essa ci chiede di non trascinarci nelle abitudini e non sostare nelle mediocrità e nella pigrizia. Ci chiede -direbbe Sant’Agostino- di sdegnarci per le cose che non vanno e avere il coraggio di cambiarle. [..] La speranza che nasce in questa notte non tollera l’indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità. La speranza non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a se stesso; è incompatibile con il quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri.

La speranza cristiana perciò è inscindibile dall’attesa: un tempo che la nostra società contraddistinta dal tutto e subito rischia di dimenticare. Ma essa allo stesso tempo si nutre nel cammino come ricorda anche il motto del giubileo: peregrinantes in spem. Il nuovo anno sprona dunque i fedeli ad essere “pellegrini verso la speranza” proprio perché la fede guidi ciascuno a vivere una vita autentica e a non adagiarsi alle comodità. Risuona a tutti i cristiani il monito che Francesco rivolse ai giovani nella Christus Vivit: “Non siate auto parcheggiate”.

1 Commento
  1. La chiesa cattolica vaticana è un’auto ad 8 cilindri a benzina/carbone, che inquina le menti deboli da millenni, e si fa pagare il combustibile sia dai credenti che riesce a concupire attraverso la propaganda religiosa che comincia in culla e prosegue a scuola, a partire dalla MATERNA, sia dallo stato
    laico del quale ricatta il Parlamento minacciando ondate di fango contro chi non la supporterà, o facendo favori a chi la supporta (come fece col fascismo).
    Ciò detto, considerati i post su ogni social da parte dei ferventi credenti contro i gay, la maternità surrogata, eutanasia ed aborto, direi che ci troviamo di fronte non ad auto parcheggiate, ma ad auto lanciate a velocità sulla folla, per eliminare chi non si conforma e far parlare delle loro gesta, come i martiri cristiani della prima ora; come i talebani e con i loro stessi “valori”.

    Sarebbe ora che si smettesse di magnificare ogni peto emesso dal papa, che mai si potrà discostare dalla incivile bibbia zeppa di omofobia, maschilismo ed intolleranza violenta contro i non credenti (che oggi sono gli immigrati islamici).

    Magari lo stato e noi tutti potremmo risparmiare smettendo di mantenere un intero stato estero, e pure la sua propaganda nelle nostre scuole attraverso gli “insegnanti” di religione (13.800 ne furono assunti dal gov Berlusconi nel 2009, ovviamente senza concorso), e smetteremmo di mandare in pensione senza le regole italiane tutti i preti attraverso il fondo INPS CLERO, già in passivo di 2 MILIARDI da quando fu istituito.

    Senza soldi, senza potere, i sedicenti rappresentanti divini smetterebbero di impedire leggi civili e di imporre leggi incivili che mortificano e danneggiano la società civile.

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