Geopolitica
De Bello Sancto
Grande è il disorientamento sotto questo cielo. I tempi sono abbastanza confusi, anche perché sono poche le voci che raccontano il più razionalmente possibile cosa stia succedendo. E anche colla massima razionalità interpretativa c’è un numero imprecisato di elementi che sfuggono, semplicemente perché noi conosciamo solo frammenti di narrazioni, altri frammenti delle quali restano nei segreti dei singoli stati, nei labirinti dei servizi di intelligence e nelle patologie di onnipotenza dei potenti del mondo. Si chiama complessità.
Ciò di cui disponiamo sono le immagini e i resoconti dei reportage, che però, anche quelli, possono essere falsati, come si è visto in più occasioni, una foto spacciata per un’altra, un racconto che può essere vero come no, a seconda di come si vuol portare avanti la narrazione, nel più letterario o cinematografico dei modi. Le fiction, i videogiochi, i giochi di ruolo forniscono spunti per interlacciarsi colla realtà, a volte prevenendola. Chissà se sono gli eventi che influenzano noi o piuttosto siamo noi a creare gli eventi, cosa più probabile.
Questo investe praticamente tutto ciò che ci circonda, verrebbe quasi da pensare di vivere in un mondo alla Matrix e qualche scienziato, leggevo ieri, sta provando a dimostrare che potremmo vivere in universi paralleli. Mah… io ci credo poco, perché mi baso sulla forza di gravità e di quanto questa forza mi tenga ancorato al suolo, con conseguenze faticose, per ciò che mi riguarda.
Per quanto riguarda invece le molteplici informazioni dalle quali siamo bombardati come una grandinata a getto continuo, come dicevo prima, la confusione è tanta.
Certo, l’incursione di Hamas in territorio israeliano, prima nello svolgimento del rave party pacifista, poi su case coloniche e la pioggia di missili su Tel Aviv, è avvenuta per davvero e non è affatto una bella cosa, perché molte persone ci hanno rimesso la buccia e sono pure state abusate e torturate prima di essere uccise. I neonati israeliani decapitati sono una cosa assai turpe così come era altrettanto barbaro l’attacco al Bataclan o alla Promenade des Anglais, sempre accompagnati dall’urlo purificatore di Allah akbar!
La guerra santa, artificio del potere per convincere alla guerra sempre e comunque i propri uomini da parte dei capi che la vogliono fare, adduce forzatamente motivazioni “sacre”. E questo è sempre stato così. Già dai tempi delle Crociate la guerra era santa per entrambe le parti, con massacri su entrambi i fronti, tutti passati a fil di spada o scimitarra o impalamento. E allora non c’era in ballo il petrolio sebbene le vie commerciali passassero sempre dal Medio Oriente.
La santità della guerra, oggi, per il mondo islamico, è sempre assai vicina a quella di secoli fa, perché l’islam è un mondo impermeabile, fatto di dogmi assoluti contro i quali è impossibile discutere, proprio perché sono dogmi. E i combattenti, per essere ancora più convinti degli attacchi, vengono volutamente drogati per esaltarsi al massimo. D’altro canto si dice che gli Assassini prima di entrare in azione fumassero hashish, da cui deriverebbe l’origine del nome. Mah, l’hashish ha un effetto soporifero che metà basta, altro che.
Meno male che l’Occidente si è liberato dell’assolutismo della Chiesa nel 1789, tagliando le teste degli ecclesiastici e dei loro ipocriti complici. Non c’è rivoluzione che non sia stato anche un bagno di sangue, come la Storia insegna, ahimè.
Tornando ai giorni nostri di certo ci sono anche le ragioni della controparte, in questo caso Israele, che, sebbene in questo momento sia governato da persone assai sfavorevoli alla distensione, ha sempre avuto in testa l’idea della Terra Promessa, retaggio di un libro assai tarlato e ormai obsoleto che sarebbe meglio riporre una volta per tutte in archivio, così come pure il Corano.
Sono i famosi libri sacri, i veri colpevoli, perché densi di odio, di prevaricazioni, di massacri, di deportazioni, di guerre sante, di popoli eletti, di anatemi per costumi sessuali non consoni alla parola di Dio trascritta in quei libri da qualche esaltato e che hanno molti punti in comune, sia l’una che l’altro.
L’oppio dei popoli, disse qualcuno di cui oggi ci si è dimenticati, l’oppio perché annebbia la ragione e stimola la visione irrazionale, fantasmatica, totalmente immaginaria, facendo vedere cose che non esistono e mettendo le basi, altrettanto immaginarie, per una credenza solida e strutturata che poi diventa ragione di guerre e di invidie, oltre che di slogan graveolenti come Diopatriaeffamiglia.
Il problema sta sempre lì.
Anche la guerra della Russia contro l’Ucraina, pur essendo coscienti che il problema non è religioso, viene benedetta davanti al mondo dal patriarca russo ortodosso Cirill, altro frammento di Medioevo sopravvissuto nel XXI secolo. Così come sono frammenti di Medioevo tutti quanti, gli imam iraniani, l’Isis, i cristianesimi vari, l’ebraismo e tutte le religioni che invocano la parola di Dio (Dio degli eserciti, recita la Bibbia, e i nazisti dicevano Gott mit uns! l’equivalente di Allah akbar!) per risolvere controversie territoriali.
Questa sembrerebbe una storia tutta mediterranea ed europea perché le grandi religioni monoteiste hanno sede proprio lì. Le altre guerre, come quelle in Asia e in Africa sono, oggi, per lo più determinate da ragioni di dominio delle fonti energetiche ma non è infrequente che assumano caratteristiche religiose, almeno come giustificazione per i popoli asciutti di consapevolezza, facilmente manipolabili e indottrinabili con dottrine fantasiose e assolute. Le persecuzioni religiose che avvengono in Myanmar, ma anche in Cina, in India, in Sri Lanka (anche verso i cristiani) sono un segnale di quanto perniciose possano essere le religioni in generale, soprattutto se usate come pretesto per dividere anziché unire. È storia vecchia che risale a millenni fa. Le religioni più pacifiche avevano sempre la peggio mentre le vittoriose erano quelle che potevano contare su dèi della guerra affascinanti e che promettevano prosperità ai vincitori che avrebbero razziato le donne e le proprietà dei nemici. Probabilmente anche tra Neanderthal e Sapiens l’approccio non sarà stato proprio liscio.
Detto questo, è comunque difficile prendere una posizione sulla realtà attuale, perché se è vero che Israele non ha davvero fatto molto per la distensione coi vicini palestinesi è anche vero che il mondo islamico vede Israele come un dito in culo sul proprio territorio e la “democrazia” instaurata sul medesimo come depravazione occidentale. Perché non dimentichiamo che le libertà fondamentali per le donne, per gli omosessuali, per gli atei o semplicemente agnostici, nell’islam non esistono. Nella terra del Rinascimento, ossia l’Arabia Saudita, così caldamente incoraggiata da quel clown di Renzi, non c’era una Venere del Botticelli tutta ignuda – meravigliosa icona del nostro Rinascimento, quello vero – rivestita goffamente nella campagna promozionale dell’attuale ministero del turismo. Ci sono le donne coperte da capo a piedi che hanno pochi diritti, a dire il vero. Fino a poco fa non potevano nemmeno guidare, nell’Arabia Felix. Un gran bel Rinascimento, non c’è che dire. Ma Renzi non l’ha visto, scisc.
Non è molto diverso per i palestinesi o per l’Iran, che supporta Hamas e Hezbollah in funzione antiisraeliana, dove per una donna giovane che va in metropolitana senza il velo d’ordinanza sono botte da orbi da parte della polizia morale, per poi concludersi col decesso della sventurata che importa solamente ai familiari della vittima, scostumata. Come si fa ad appoggiare simili barbarie e un pensiero fondamentalista che, ahinoi, permea la maggior parte della popolazione palestinese? L’islam prevalente, soprattutto nei paesi dove vige una reggenza da parte dei Fratelli Musulmani o degli ayatollah o gruppi di esaltati come Hamas, o comunque dove c’è un’identità tra Stato e Chiesa, è difficilmente difendibile. D’altronde in molte scuole coraniche sembra che venga insegnato ai bambini e alle bambine il loro posto nella società e di come gli ebrei siano cattivi e vadano combattuti ed eliminati. Io proprio non me la sento di prendere le parti dell’islam, mi ripugna.
Ma non mi sento nemmeno di fare di tutta un erba un fascio e di condannare milioni di civili che con gruppi terroristici c’entrano relativamente e che, sì, in alcuni casi possono pure essere complici, ma come possono essere complici cittadini che hanno una bassa consapevolezza della realtà e che vivono, in ogni caso, una realtà difficilissima fatta di stenti e di privazioni perché in una strisciolina di pochi chilometri quadrati gli è consentito di fare molto poco, mentre i rubinetti dei rifornimenti li tiene Israele, che decide per loro il bello e il cattivo tempo. E che mostra, a distanza di pochi chilometri, una grande ricchezza coi migliori ospedali, le migliori università, il turismo, eccetera, mentre a Gaza si muore di stenti. L’odio è una cosa che ha una lenta preparazione e una cottura ancora più lenta, anche se non giustifica gli atti di terrorismo su gente innocente. Ma è una delle conseguenze di atti di volontà ben precisi.
Giovanni Sollima scrisse nel 2001 i Canti Rocciosi, per celebrare l’ingresso delle Dolomiti nel mai troppo vasto patrimonio dell’Unesco.
C’era un testo, in quei canti, preso da “Addio alle armi” di Hemingway che recitava pressappoco così:
«La guerra non si vince con la vittoria. Una delle due parti deve smettere di combattere. Perché non smettono di combattere?»
Ma chi deve smettere e in che maniera si deve smettere? L’ONU, così come l’antica Società delle Nazioni, ha mostrato oggi più che mai la sua debolezza. L’UE pure, realizzando, per di più, che gli aiuti umanitari ai palestinesi durante gli anni sono in parte stati utilizzati da Hamas per armarsi e costruire basi. Gli USA sono in guerra perpetua con questo o con quello, basta che abbiano un nemico per essere qualcuno. La Russia, nella persona di Putin, zar di tutte le Russie, vorrebbe ricostruire l’antico impero russo e si insinua in Africa, Asia e America Latina appoggiando questo o quello in funzione antioccidentale, dimenticando di far parte culturalmente e storicamente di quell’Occidente. Israele lotta coi palestinesi e coll’Iran, e in genere, più o meno larvatamente, con tutto il mondo arabo e viceversa, dimenticando, anche qui, le comuni origini.
La pace, che sia giusta o no, perché tanto siamo intrisi fino al midollo del dualismo culturale bene-male, luce-tenebre, maschio-femmina, è un argomento che sembra interessare veramente a pochi, e soprattutto è chiarissimo che siano veramente in pochi a comprendere la complessità, cosa di cui parlavo all’inizio, complessità dove il dualismo non può trovare posto perché è come vedere la realtà coi paraocchi.
Chissà che a qualcuno, non proprio in sé, non venga in mente di premere il bottone sbagliato. Di certo l’Intelligenza Artificiale, programmata da chissà chi e interrogata sul da farsi, lo avrebbe già fatto per salvaguardare il pianeta.
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