Relazioni
D-evolution: un modo veloce per tornare ad essere bestie
L’uomo è una corda annodata fra l’animale e il Superuomo,
una corda tesa sopra un abisso.
Friedrich Nietzsche
Siamo nell’epoca dei cacciatori. Sì, siamo tornati improvvisamente indietro di vari millenni. Siamo ritornati indietro nel percorso dell’evoluzione. Siamo di nuovo nel tempo di cacciatori selvaggi che devono procurarsi il cibo a costo di ammazzare non solo le belve, ma chiunque si presenti come un rivale o un avversario. Siamo di nuovo nel tempo dei cacciatori, nel tempo in cui bisogna inseguire la preda, ucciderla e divorarla. Sembra che il cammino dell’umanità, al di là di un’esteriore parvenza di sviluppo, sia profondamente involuto.
La terra è diventata di nuovo luogo di conquista, di spartizione, di sfruttamento. Abbiamo ricominciato a dividerci, a farci guerra, a non dialogare, ma ad ammazzarci. L’uno contro l’altro: su ogni cosa, su ogni argomento, cerchiamo sempre l’avversario da abbattere. L’altro è diventato di nuovo il lupo che vuole sbranarmi. Perfino nelle discussioni sui social network cerchiamo la parte contro cui sfogarci.
E pensare che l’Occidente cristiano si è nutrito per secoli alle parole di un Vangelo che parla invece di un pane disceso dal cielo, non un pane da conquistare, dunque, ma un pane offerto, donato. Un Vangelo che parla di un Padre che attrae, che non costringe, ma semplicemente, come l’amore, suscita in noi il desiderio di andare verso di lui. Un Vangelo che ci ricorda che la manna sfama, ma non sazia, perché la manna era stata una pretesa verso Dio, una sfida verso la vita, mentre il pane ricevuto in dono dà senso all’esistenza per sempre. Un Vangelo che aveva parlato di un pane condiviso, un pane che può sfamare tutti se è condiviso e non trattenuto: il vero miracolo era stato proprio quello, il pane era passato di mano in mano senza che nessuno lo trattenesse, senza che nessuno se ne appropriasse solo per sé, nessuno aveva approfittato del fatto casuale di trovarsi in prima fila. Quanto siamo tornati indietro! Quanto abbiamo smesso di ascoltare il Vangelo! Quanto siamo tornati ad essere un popolo di cacciatori, un branco di lupi affamati, un gruppo di ladri che non vedono l’ora di mettere le mani sul pane per tenerlo per sé!
Mi impressiona pensare a quante discussioni entusiastiche ci siano state prima dell’uscita della nuova enciclica di Papa Francesco Laudato si’, prima ancora di sapere cosa vi fosse scritto, così come mi impressiona il silenzio altrettanto eloquente che ha coperto questo documento dopo la sua uscita: se ne è parlato tanto fino a quando era possibile strumentalizzarlo, adesso che ne conosciamo i contenuti gli intellettuali laici della domenica sono rimasti strategicamente muti.
Allora proviamo a ricordare cosa dice veramente Papa Francesco, per esempio al n. 229: «Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà, ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente». Chissà se è troppo tardi per cambiare direzione e tornare a camminare verso la meta dell’evoluzione che è Cristo stesso.
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Testo
Leggersi dentro
A cosa ti fa pensare il tuo modo di mangiare, di nutrirti di cibo, di cose, di conoscenze…?
Come vivi la tua responsabilità verso gli altri e verso il mondo?
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