Relazioni
Papa Francesco. La fragilità che cambia il mondo
La fragilità come forza, la parola come rifugio, la misericordia come atto politico.
Papa Francesco ha scritto al Corriere della Sera parlando di fragilità e parole. Ha detto che la fragilità è una rivelazione. Non una condanna. Ha detto che le parole non sono mai innocenti. Ha detto che la guerra si costruisce prima di tutto con il linguaggio. Verità che suonano quasi ingenue, oggi. Perché il mondo moderno ha perfezionato un’arte sopraffina. Negare l’evidenza.
La fragilità esiste, certo. Ma solo quando serve. Quando deve diventare emozione da palcoscenico. Quando deve produrre empatia a comando, suscitare consenso, creare appartenenza. Allora la fragilità è un valore. Altrimenti è un fastidio. Da nascondere. Da risolvere in fretta con un hashtag, con una frase fatta, con una dichiarazione d’intenti. Anche le parole hanno subito lo stesso destino. Non servono più a dare senso. Servono a riempire il silenzio. A colpire. A semplificare. A confondere. La politica non argomenta. Dichiara. La televisione non informa. Amplifica. I social non connettono. Polarizzano. Il linguaggio è diventato superficie. E il cinismo, come un veleno lento, si è fatto norma.
Eppure, è proprio così che si costruisce la guerra. Prima la parola perde peso. Poi diventa slogan. Poi diventa arma. Il genocidio in Ruanda non è iniziato con i machete. È iniziato con una radio. Una radio che ripeteva ossessivamente che gli altri erano scarafaggi. Che bisognava sradicarli. Oggi nessuno dice più “scarafaggi”. Ma il meccanismo è lo stesso. Si creano nemici. Si costruiscono nemici. Anche quando non c’è guerra da combattere, il linguaggio la inventa. La alimenta. La prepara.
In questo contesto, la parola di Papa Francesco è uno scandalo. Perché non si adegua. Non seduce. Non semplifica. Anzi. Complica. Inciampa. Apre. Ed è per questo che la sua voce è diventata così radicale. Perché la misericordia – la parola che più di ogni altra segna il suo pontificato – non è un gesto di benevolenza. È una frattura. Una crepa nel potere. Non corregge. Ma sovverte. Dove c’è una legge. Introduce l’eccezione. Dove c’è un ordine. Spalanca l’imprevisto. E questa è la sua colpa più grande. La misericordia non distribuisce meriti e condanne con logica millimetrica. Ribalta. Spiazza. Destabilizza. Fa paura. Troppo incerta per chi cerca sicurezza. Troppo indifesa per chi vive di confini. Troppo libera per chi pretende che la verità sia scolpita nella pietra.
Essere il Papa della misericordia significa accettare la solitudine. Essere amato da chi non ha voce e detestato da chi della parola ha fatto una barriera. Perché la parola, quando si apre davvero, smette di essere confine. Diventa rischio. Relazione. Vertigine.
La misericordia è questo. Un gesto che rialza chi è caduto e al tempo stesso fa tremare chi si è costruito sul giudizio. Senza di essa, l’ordine si irrigidisce. Il potere si chiude. La legge si spegne.
Ma c’è di più. La misericordia è anche un atto politico. Sovverte i dogmi. Ma anche le istituzioni. Scuote la Chiesa. Ma anche il mondo. Per questo Papa Francesco è il Papa più discusso. Per questo è il Papa più solo. Perché nel cuore del potere ha scelto di stare dalla parte di chi potere non ne ha.
E forse è proprio questo il senso più alto della fragilità. Non come debolezza da esibire o da nascondere. Ma come scelta di campo. Un modo per disarmare il linguaggio. Per disarmare il mondo.
Ogni papa è il sedicente rappresentante in capo di una monarchia assoluta teocratica maschilista, omofoba, che impone le sue regole a tutti (ieri con le cattive, oggi con le “buone”) ed ha come UNICA FONTE la bibbia, che gronda proprio di quella INTOLLERANZA che in questo articolo si individua come negativa (quando non generata dalla religione).
Circa le parole, proprio il papa attuale ha parlato del pericolo della “ideologia gender”, termine di propaganda della ultra destra cattolica USA usato per demonizzare ogni persona/ente/onlus che lotti contro la discriminazione che i conservatori cattolici fanno costantemente (Trump ha licenziato i trans dall’esercito USA): tale propaganda omofoba è volta a togliere dalla scuola pubblica ogni ora di “tolleranza della diversità”.
Non dimentichiamo che sempre questo papa ha lottato contro il ddlZAN (che prevedeva il reato di omofobia) per “difendere la libertà di parola cristiana”.
SINTESI: A PAROLE I PAPI SONO TUTTI BUONISSIMI, MA NELLA REALTà NON POSSONO ALLONTANARSI DALLA INCIVILE BIBBIA.
LA BATTAGLIA SI VINCE A SCUOLA, DOVE LA CHIESA CATTOLICA HA INFILATO CROCEFISSI ED “INSEGNANTI” A PARTIRE DALLA MATERNA (2.5/3 anni!) a spese dello stato laico. Ecco perché leggiamo sui social commenti incivili e violenti (e sempre moraleggianti) da cristiani che si ritengono offesi da mille cose, nessuna delle quali giustifica le loro parole.
La polarizzazione è SANA, quando vede schierarsi chi difende i diritti civili contro i cattodementi intolleranti, che costantemente ricordano a tutti cosa potrebbero fare gli islamici ai non credenti che criticano, che invece a loro non è permesso.
LA SUPERSTIZIONE RELIGIOSA è UN’OFFESA ALL’INTELLIGENZA ED UN DANNO ALLA SOCIETà CIVILE; AD OGNI LATITUDINE, DA SEMPRE.
INUTILE ASCIGAURE SEMPRE PER TERRA, INVECE DI RIPARARE IL TUBO CHE PERDE: LA SUPERSTIZONE RELIGIOSA DEVE STARE FUORI DA SCUOLE ED OSPEDALI E DEVONO CESSARE I FINANZIAMENTI SEMI ILLEGALI CHE PERMETTONO LO STRAPOTERE VATICANO SU SOCIETà E PARLAMENTO
Circa l’Africa, occorre ricordare che i missionari l’hanno conquistata con scuole e fattorie nelle quali potevi andare, ma solamente se ti battezzavi e seguivi la messa et cetera (come la signora Teresa fece in India).
A questa influenza religiosa si devono l’attuale intolleranza omofoba dell’UGANDA, che ebbe pure parte nella strage occorsa nel RWANDA.
Circa la strage dei TUTSI in Rwanda, occorre ricordare che molti sacerdoti cattolici aiutarono gli HUTU a sterminare i TUTSI, cosa che ha in seguito costretto la chiesa cattolica a scusarsi, esattamente come fece per l’antisemitismo inventato e praticato dai cristiani per 2000 anni, e per il rapimento dei figli degli aborigeni affinché ricevessero la vera cultura, cioè quella cattolica… e ritornano le parole vuote, visto che la discriminazione verso gay, donne che abortiscono, malati terminali che vogliono morire con dignità, E VERSO I NON CREDENTI (ai quali si impongono simboli e propaganda, e leggi incivili fatte in nome della superstizione cristiana che sottraggono soldi e diritti)