Relazioni

Notturno

6 Febbraio 2018

Ognuno ha le sue piccole passioni. A me, per esempio, piace molto ascoltare musica mentre lavoro, specie di notte. E, essendo musicalmente onnivoro, sento un po’ di tutto. Oggi, per esempio, ho ascoltato Jimmy Page che suona il Preludio in Mi minore di Chopin sulla sua chitarra elettrica (link); un brano che fa venire la pelle d’oca da quanto è bello. Se uno si ferma un momento, può domandarsi come sia possibile che lo stesso cervello che concepisce un capolavoro del genere sia anche capace della sconclusionata efferatezza del fascista di Macerata. Sembra una domanda da bar, da pausa caffè; ma non lo è, a meno di non essere noi stessi razzisti e credere che esista la “razza” dei criminali. Qualcuno anni addietro si domandava come fossero i cattivi da bambini; è un altro modo di porre la questione.

Ed eccoci di fronte a Traini, uno venuto dal nulla, con quell’aria del bullo fissato con le palestre. Un “borderline”, com’è stato definito. Uno che accende ceri a Mussolini, si candida a consigliere con la Lega, pontifica per ore nei bar sulla perdita dell’italianità. Uno che sembra un po’ la caricatura dello psicopatico di Taxi Driver; uno che si sente vivo nei panni del giustiziere e spara all’impazzata a dei disgraziati senza nome ma riconoscibili dalla provenienza africana; e infine, e davvero mancava, va nel luogo dove hanno trovato i resti di una povera disgraziata forse uccisa da un pusher africano, e le rende omaggio dicendole che l’ha vendicata. Ma da dove viene fuori uno così nella nostra società? Se queste domande vi sembrano inutili, nessun problema, leggete qualcos’altro. Io me lo chiedo e non ho risposte molto convincenti.

Però, c’è un però. I fanatici si somigliano tutti e, a ragione, rimandano a cattivi maestri. L’equazione Matteo Salvini fomentatore d’odio e, indirettamente, responsabile di gente come Traini, è sin troppo scontata. Ma in cosa è effettivamente responsabile Salvini e la claque che plaude all’identificazione dei problemi dell’Italia con la presenza degli immigrati? Accusare qualcuno di armare indirettamente uno psicopatico è molto grave, e non dovrebbe essere un argomento politico da usare a cuor leggero.

Giuliano Da Empoli, oltre ad essere un raffinato intellettuale, ha avuto il merito, in un recente saggio (link), di recuperare una famosa tesi di Peter Sloterdijk sulla “rabbia”. La rabbia è un sentimento insopprimibile, che attraversa tutte le società, alimentato da coloro i quali, a torto o a ragione, ritengono di non avere abbastanza, di essere esclusi, discriminati o poco ascoltati. Nei secoli la Chiesa e le forze politiche “di sinistra” hanno agito da “banche della collera”, incanalando la rabbia in uno sforzo collettivo rivolto ad un fine più grande. Adesso, con l’evoluzione della società, questa funzione tampone è quasi scomparsa, e non è nemmeno detto che debba essere rimpianta. Le forze della collera si sono facilmente riorganizzate attorno alla recrudescenza fascistoide che pervade tutto il mondo occidentale.

La collera non ammette mediazioni, ma solo semplificazioni. E, in ultima analisi, conduce sempre al fanatismo. L’impressione che là fuori ci siano decine di “borderline” accecati dal proprio vittimismo, incapaci di provare una felicità individuale e sociale ma pronti ad azzannare il “nemico”, non sembra solo un’impressione. Salvini e molta politica italiana dovrebbero imparare a trattare la forza oscura della collera come pericolosa nitroglicerina, non con la sfacciata superficialità e il farsesco opportunismo con cui ci hanno abituati. Sono davvero tra i responsabili di questo casino, ed il problema –molto serio- dell’immigrazione, non c’entra nulla. La collera è indipendente dal bersaglio, vive di percezione e di paura. La Politica, arte di governare una comunità, non ha niente a che fare con la collera.

Può darsi che queste considerazioni siano troppo pessimistiche. Forse. Il meraviglioso brano di Chopin suonato da Jimmy Page dovrebbe mostrare che c’è molto spazio per la speranza nel lato magnifico del cervello umano. Ma preferisco –scaramanticamente- non pensare alla situazione odierna come a un Preludio, mi sembra più adatto un Notturno. Spunterà alfine il Sole? Dipende solo da noi.

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