Relazioni
Mi amo…oma iT
Mi amo profondamente.
Amo di me ogni cosa.
Riconosco ogni singolo errore e accetto le sue conseguenze; ci sono benedizioni nascoste appena sotto il sottile travestimento del giudizio e del senso di colpa che ho lasciato entrare, c’è finalmente il mio bene, l’amore originale e duraturo per il dono ricevuto in questa vita.
A pronunciare queste parole sono io che per molti, lunghi anni ho condotto la mia vita nella piena e perfetta inconsapevolezza: di chi fossi e di cosa stessi cercando mentre bramavo l’amore altrui.
Le scrivo qui, queste parole, così da poterle leggere, osservare, soppesare e ricordare sempre. Siano un faro, una luce forte e limpida, una stella fissa e potente nel cielo della vita che a volte si fa buio e mette paura.
Navigo in superficie in questi giorni presenti e questo mare mi sorregge ed è mio amico. A volte la sua superficie si trasforma improvvisamente e dal nulla sorgono frangenti altissimi e impetuosi.
In quelle tempeste, sono io la luce a cui guardare, sono io la rotta e la fede. Sono io, il faro immobile e impassibile che resiste al fragoroso impatto dell’acqua ruggente e la divide senza dubitare.
Quelle onde mi mettono alla prova e non possono nulla, perché mi amo.
Posso scegliere di rimanere in superficie e godere lo spettacolo della schiuma folle e incontrollabile, posso ascoltare il suono terrificante del vento che sospinge il suo grido di guerra tra i marosi che obbediscono.
Posso immergermi al di sotto di quella tempesta e ritrovarmi nella quiete senza voce dell’abisso, nella profondità immobile e accogliente di cui sono il padrone e il custode.
Io sono l’acqua, io sono la quiete, io sono l’uragano.
“Mi amo profondamente”.
Ascolto il suono di queste parole, rivoluzionario.
Prima che mi permettessi di pronunciarle, era difficilissimo anche solo pensarle. Portavano con sé un profondo timore, la paura di essere egoista, arido e presuntuoso, il senso di colpa per aver messo me prima, sopra e davanti a chiunque altro. Non è forse questo il supremo atto di egoismo e vanità dal quale mi hanno insegnato a rifuggire ?
No. Non lo è.
Ma è quello che a me e a tutti noi è stato (e viene) fatto credere.
La paura di essere giudicati ci modella. La ricerca del giudizio altrui ci forma e ci dice chi essere.
L’amore non esiste in questa forma ed è un’illusione, il miraggio che assume il sembiante delle sterili parole pronunciate e tramandate dai padri ai figli, senza ispirazione e senza convinzione.
Saltiamo da un ramo all’altro in cerca dei frutti più prossimi e facili da raggiungere e ci illudiamo di volare.
Appena il vento soffia un po’ più forte ci stringiamo l’uno all’altro e raccontiamo di essere innamorati, amorevoli e generosi. In realtà ci aggrappiamo a chi ci è più vicino perché porti via la paura insostenibile di cadere e ci sorregga, assuma la responsabilità per noi e ci sollevi da ogni scelta.
Chiamiamo amore questa paura e la nutriamo finchè non avrà spento anche l’ultima scintilla, il ricordo lontano di chi siamo e di chi eravamo destinati a diventare.
In nome di questo amore tiepido e insapore, togliamo ogni speranza dal nostro orizzonte e rinunciamo a vivere; in nome dell’amore ne facciamo scempio.
Siamo fermi davanti al burrone da anni e ne conosciamo ogni misura, raccontiamo storie intorno a un fuoco rassicurante sul suo baratro buio e sulla profondità delle sue gole, dove mille hanno trovato la morte.
Pensiamo a lungo a come superarlo e progettiamo di costruire un ponte, un passo alla volta.
Moriremo ancora intenti a partorire quei pensieri, inermi e pavidi.
Mi amo profondamente, invece.
Finalmente sono pronto e corro incontro al baratro, sempre più veloce e fiero, so che non si supera il burrone un passo per volta, occorre saltare.
L’aria resiste e sibila arrogante nelle mie orecchie, il vento è stato provocato e alza impetuoso il suo soffio contro il mio petto. Corro ancora e corro sempre più veloce, sfido il vortice e urlo a quel tuono finchè non si confonde con la mia voce.
Posso rimanere fermo e tagliare nel mezzo quelle correnti impetuose, oppure trafiggere il ciclone fin dentro al suo occhio e raggiungere la pace immota del suo cuore.
Io sono l’aria, io sono la quiete, io sono l’uragano.
Mi amo profondamente.
E conosco l’Amore, il freddo e il calore, il ghiaccio e il fuoco.
Posso amare adesso.
Il mio mondo e ogni altro, la mia vita e tutte le altre, ogni creatura già vissuta dentro questo amore e quelle che verranno.
Mi amo profondamente e ti amo allo stesso modo.
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