Relazioni
Le mani in tasca lungo le strade della vita
Faccio, disfo, annodo i fili sulla tela. Questa è l’immagine della vita.
Esiste un momento in cui le parole si esauriscono ed il silenzio comincia a raccontare.
Da dove parte una donna nel suo viaggio personale alla conquista della libertà?
Dalla chiusura verso i sentimenti, verso i legami ? Dal rifuggire i vincoli, i ruoli precostituiti?
O dalla ricerca spasmodica di inseguirli ed infilarseli a forza pur indossando almeno due taglie in meno?
Basterebbe condividere senza precisazioni.
Quelle che ci fanno dimenticare che la vita scappa, i desideri non aspettano e sull’amore non si può legiferare.
Cosa mi lega ad un uomo?
Avere stesse radici che non mi importa di recidere, trapiantare in un altro posto, curare.
Mi lega riuscire a sfiorare il cielo, restare vicini all’erba, capire che per stare arrabbiati ci vuole molta energia, ed in fondo è un assurdo spreco di tempo, un vero e proprio fallimento.
Sentirlo in un abbraccio a sorpresa, rubargli il posto in bagno o sul divano.
Mi lego quando mi sdoppio in due cuori ed in due teste.
Affari miei.
Affari suoi.
Fotografare le sue toppe sul cuore, mostrandogli le mie.
Stessi colori, stessi sapori. Mi lega la linea essenziale con cui indossa le sue camice, in tutte le declinazioni del blu.
Le riconoscerei solo annusandole, bendata. Mi lego a chi mi accarezza con indulgenza, a chi mi scuote urlandomi che sono una gran testa di c….
Mi lego a chi mi entra davvero nel cuore, non rimanendomi come un macigno sul cuore. Amo il blu. Il mio colore della libertà. L’ho inseguito ovunque. Negli sguardi, nel cielo, nel mare aperto. Sono legata al blu. Come ad un uomo.
Chiudo gli occhi, sdraiata al buio e lo immagino con una maglia blu, i jeans slavati, mentre cammina su e giù davanti al porto di Brindisi, con il suo inconfondibile stile. Le mani in tasca. Adoro questo. Parlo a nome della donna come tante che sono. L’uomo che conosco io non cerca mani da stringere. Le sue mani sono quasi sempre in tasca, quando cammina. Dalla prima volta che l’ho incontrato, ho notato due cose: il suo modo di camminare e le mani in tasca. Perché rimango così attratta da questo, sembrerebbe un vezzo? Credo perché riesce a trasmettermi quello che davvero mi lega profondamente all’essenza di una persona, di un uomo con cui spettino la vita. Un patto raccontato dal silenzio al posto di tante parole. “Le mani in tasca sono gli affari miei; tu spettini la mia follia e l’accarezzi. Gli affari tuoi sono le tue durezze che non si possono levigare. Tra di noi è una questione di sale. Il sale o lo annusi o lo assapori”. Perché dovremmo darci la mano?
Meglio tenerle in tasca. Sorridiamo. Liquidamente altrove.
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