Relazioni
Il lavoro culturale è coltivare valori comuni
“Now they are giving me a fashionable white straw
Italian hat
And a black veil that molds to my face, they are
making me one of them.
They are leading me to the shorn grove, the circl of hives.
Is it the hawthorn that smells so sick?
The barren body of hawthorn, etherizing its children”
Scrivere per un giornale gratuitamente significa credere nell’importanza della scrittura come mezzo per promuovere opere meritevoli, per denunciare abusi e soprusi, per dare parola a quegli invisibili a cui nessuno presta attenzione. La scrittura è un mezzo per dare dignità a questioni salienti, a fatti che impressionano le nostre vite, le scombussolano, le turbano. È un mezzo attraverso cui riversiamo la nostra sensibilità, una tela su cui imprimere le nostre impronte. Scegliere di dire la propria su una testata giornalistica, sebbene immateriale perché non ha produzione cartacea, significa condividere non solo le idee editoriali, ma lo spirito che anima gli autori che esprimono le loro posizioni e idee.
Quelle stesse idee che un professore porta in classe. In classe è doveroso portare l’attualità perché la scuola è il luogo della realtà, un luogo in cui si parla di violenza perpetrata sulle donne, di sfruttamento e dei diritti del lavoratore, di abusi subiti da chi è privo di mezzi per farsi valere e sottostà alla legge del più forte.
A scuola si parla dell’ingiustizia delle guerre, che non prevedono più i missili intelligenti che colpiscono aree ben delimitate, ma coinvolgono i civili. Gente che viene privata del diritto fondamentale di vedersi riconosciuta una terra in cui essere liberi di esprimere la propria cultura, usando la propria lingua e professando la propria religione. Costretta a un destino di sfollati, di clandestini, la cui identità è violata dal sopruso, costretta a separarsi dai propri figli, cedendoli nella speranza che possano trovare condizioni di vita adatte ad un bambino. Gente costretta a portare in un fagotto i propri averi, a vivere come topi, rintanati in un bunker dove accanto a medicinali sono stipate armi da fuoco.
La scuola è il luogo dove si insegna la pace, la collaborazione, il lavoro di gruppo. Dove chi ha più competenze, le spende a favore di chi arranca, dove le parole si irrobustiscono di pratica.
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