Relazioni

IDENTITA’ E DIFFERENZA: i primi preziosi 30 anni

10 Giugno 2018

“La politica che dice il vero inizia nel ‘come’ almeno due persone si comunicano, si raccontano, si scambiano i propri desideri, progetti ed esperienze e li rendono visibili nel mondo e progettano, creano cultura, ‘imprendono’ mettendosi in condizione da coinvolgere anche altre donne, altri uomini: la mia tensione è sempre quella di far diventare politica la dimensione interpersonale e interpersonale quella politica”. Parola di Adriana Sbrogiò, presidente e anima di Identità e Differenza di Spinea (Venezia), associazione che con il convegno “Tessere relazioni è un’arte” in corso a Torreglia (Padova) festeggia il trentesimo anno di attività (e gli 80 anni della sua fondatrice). “Senza questa consapevolezza di sé, senza questo radicamento –  specifica Gabriella Cimarosto che coordina i lavori del convegno – la relazione con l’altra, con l’altro, anche se animata dalle migliori intenzioni, rischia di diventare, nostro malgrado, strumentale e asfittica”. La ricorrenza dei trent’anni è stata anticipata un mese fa dall’installazione “Riparare le relazioni”: tema esplorato con oltre 150 frasi di donne e uomini ricamate su garze leggere e collocate tra pesi di telaio e gomitoli di filo nello spazio virtualmente sacro di una cappella messa a disposizione dal Comune di Spinea. Un’opera collettiva con cui l’artista Donatella Franchi ha interpretato in un progetto comune e condiviso, come è proprio dell’arte femminista, la filosofia di Adriana e la sua empatica capacità relazionale. (qui sotto, un dettaglio dell’installazione, in copertina Adriana Sbrogiò sotto a un quadro di Frida Kahlo durante i lavori del 9 giugno 2018 a Torreglia)

“Preziosa da trent’anni” (questo il titolo dell’ultima pubblicazione che raccoglie testi scelti e testimonianze delle attività svolte tra il 1988 e il 2018), da tempo l’associazione si rappresenta simbolicamente in uno stendardo dove una Preziosa (esponente del movimento che nel diciassettesimo secolo guidò una rivoluzione dei costumi a misura di donna) mostra la propria veste su cui è dipinta un’Italia trasparente e serena (magari!). Nei suoi decenni di attività Identità e Differenza – sempre rigorosamente autofinanziata – ha coltivato spazi di “politica non strumentale” declinando ogni appetitoso invito di parte senza negarsi a nessuno. Ha fatto incontrare, dialogare tra loro, “confliggere senza distruggere” donne di diversi orientamenti (donne che cominciavano ad aprirsi, femministe, esponenti del pensiero della differenza sessuale, gruppi spontanei di varia ispirazione che operano dal nord al sud d’Italia, o che lavorano sulla spiritualità applicandola ad una solidarietà mai di facciata e a dimensioni autenticamente mistiche, singole artiste, filosofe, poete, casalinghe, giornaliste, insegnanti, sindacaliste, ecc. e, soprattutto, esponenti politiche interessate a governare con prospettiva di genere, avendo cioè davvero cura della cosa pubblica). Ha creato ponti con realtà maschili avanzate che in Italia lavorano strenuamente, “a partire da sé”, sui comportamenti non aggressivi e rispettosi del femminile. E in nome del bene comune ha fatto dialogare – N.B.: dialogare – tra loro, ante litteram, nel 1998 due giunte comunali dello stesso segno e nel 2000 due giunte di segno opposto tra loro. Una fucina/cucina di pratiche per un mondo migliore, insomma, alla quale nel tempo hanno liberamente attinto le realtà che vi si sono incontrate (qui sotto, un momento del convegno di Torreglia).

“Viviamo un tempo in cui gli aspetti relazionali sempre di più vengono delegati a specialisti in ogni ambito della vita sociale, col rischio di costringere o di eludere il libero gioco delle soggettività in nome del compito istituzionale che ci si aspetta da loro – afferma uno dei soci fondatori di Identità e Differenza, Gianni Ferronato – credo che l’atteggiamento ‘calcolante’ sia molto più diffuso tra gli uomini che non tra le donne, e questo è un segnale di paura nei confronti dell’alterità imprevedibile e incontrollabile”. “Ciò ha a che fare – aggiunge – anche con la difficoltà, soprattutto maschile, di accettare le dipendenze inevitabili della condizione umana, la dipendenza dalla materia, dall’ecosistema, dalla madre, ecc.”.
In trent’anni, una miriade di pubblicazioni autoprodotte, per ogni convegno saggi preparatori, relazioni di apertura, sbobinatura puntuale degli interventi puntualmente rivisti da relatori e relatrici, riflessioni di chiusura e materiali fotografici nei quali tutti/e le partecipanti devono trovar posto. Con una sfida non da poco: tra i desideri filosofati da Adriana, quello di “Imprendere la propria vita” (titolo di un suo saggio del 1989): “Considero attività caratterizzanti la mia impresa ideare, individuare, conoscere, chiarire, mettere a punto, compiere e rendere efficaci tutte quelle azioni che attivano un processo di comunicazione”. Decisamente più arduo il “desiderio profondo”, reiteratamente riproposto, di “mettere l’Amore nella Storia”.

È davvero impossibile? Soprattutto: questa è una delle ultime spiagge o il dna di un futuro possibile?
In ogni caso:Buon anniversario, Identità e Differenza! Buon compleanno, Adriana!

A cura di Adriana Sbrogiò, Marisa Trevisan, Marco Cazzaniga, PREZIOSA DA TRENT’ANNI, Ed. Associazione culturale Identità e Differenza, Spinea, aprile 2018

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