Società

Racconto – Il bar e il cercatore di giornali a scrocco

9 Novembre 2014

Si aggira circospetto, guardandosi attorno con scatti nervosi e geometrici per esplorare in pochi decimi di secondo l’intera metratura del locale, consapevole di essere in partita ma di giocarsela con altri cattivi almeno quanto lui. È il cercatore del giornale a scrocco, succhiaruote infaticabile di pubblicazioni pagate dagli altri, in questo caso il suo bar di riferimento – insignito della legion d’onore per l’infaticabile irrobustimento culturale dei clienti, dispensando ogni mattina sui tavoli un paio di quotidiani generalisti di libera lettura e, inevitabilmente, un altro a sfondo solo sportivo (Gazza o Corriere dello Sport a seconda dell’area geografica).

Ciò che non è chiaro neppure a un’attenta osservazione che indaga le sue pieghe più oscure, è se il “cercatore” sia mai stato un ex pagatore di giornale, se abbia mai contribuito al Pil dell’editoria nostrana, ridotta a brandelli grazie anche a lui, escludendo in radice che abbia mai travalicato i confini nazionali per leggere, chessò, un Financial Times o Le Monde. Ma non è da escludere, almeno in via garantista, un’altra ipotesi sul tappeto: che un tempo ne comprasse due o addirittura tre, e come terzo inevitabilmente il Sole 24Ore, e che alla fine di un percorso di ampia e onesta meditazione, abbia concluso che i giornali sono talmente decaduti da poterli abbandonare senza il più piccolo dei rimpianti, per dedicarsi serenamente a quella “nuova” forma di lettura che è l’accattonaggio giornaliero all’interno del bar.

Ecco, questi bar. Vanno protetti, segnalati in una sorta di mappa del cuore, che vale una segnalazione almeno sul Gambero Rosso: «Questo esercizio dispensa, oltre a un lievito di solida preparazione e di notevole bontà, anche il giornale gratis. Vale dunque la sosta». Sono sparsi per l’intero territorio, provincia e metropoli, uniti da un intento comune: trattenere il cliente, chiamandolo a una lettura magari anche distratta, ma comunque significativa. Anche la figura del “cercatore” di soli titoli (e figure) ha una sua fisionomia precisa: con una mano mantiene solidamente la sua tazzina di caffè o, trattandosi di “cercatrice” la sua tazza da cappuccino, e con l’altra sfoglia il giornale con l’aria distratta e veloce di chi sostanzialmente disprezza la politica e passa direttamente a pagina 18 della cronaca. Il cercatore di soli titoli (e figure) è un italiano deluso, a cui forse un tempo l’approfondimento politico era anche caro e consueto, ma che oggi – al grido di “tanto rubano tutti” – ha una minima reazione solo a raccapriccianti fatti di sangue.

La categoria dei “cercatori” di giornali a scrocco ha un solo, vero, nemico: il regolare pagatore di giornali. L’uno odia l’altro, l’altro aspetta l’uno al varco. E il varco è sempre e comunque lo stesso bar, dove entrambi riuniscono i loro destini per la colazione del mattino. È un duello a distanza e se i due (ancora) non si conoscono, l’incidente prima o poi accadrà. Accadrà quando tutti i giornali di proprietà del bar saranno già presi da altri avventori e allora il cercatore ignaro si avvicinerà al regolare pagatore di ben due giornali , credendolo ovviamente scroccone come lui, e con un timido ma infingardo “Posso?” cercherà di sottrargli quello dei due che non sta leggendo. A quel punto, il regolare pagatore sentirà di aver vinto la sua partita, lo guarderà con un sorriso aperto (ma sostanzialmente cinico) e pronuncerà serenamente la sentenza fintamente altruista: «Sono i miei, ma se vuole leggere non si preoccupi…»

Quel ponte, insospettabilmente gettato tra scroccone e pagatore, lo spedirà in un illogico sconforto, a quel punto il cercatore si sottrarrà – sorpreso, senza più una bussola – come colpito negli affetti più profondi. Si scuserà di quella invasione, avvertirà tutto il peso di una vita di scrocco. Poi, ripresosi, ti maledirà.

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