Questione islamica
Quando la vendetta reazionaria colpisce un kebabbaro
Ho sentito che una kebabberia è stata assaltata stamattina in Francia (non a Parigi). Un panino (la sua sola colpa di portare un nome troppo esotico) come prima vittima della furia reazionaria. Ecco cosa succede a dar voce a degli imbecilli fomentatori di odi. Ecco cosa succede a dar credito alle ipersensibilità intolleranti e agli ideologi di illusioni claustrofobiche e cancerogene. Io consiglio loro: la lettura di qualche libro in più, accompagnata da un sano corso di umorismo.
La mia prima reazione alla notizia dell’attentato di ieri è stato un profondo senso di stanchezza. Stanchezza di oscurantismi. Stanchezza di vedere Ipazie lapidate da cristiani e di vignettisti trucidati da musulmani, di ebrei massacrati da nazisti e di musulmani aggrediti e umiliati da occidentali. Stanchezza di acritiche, granitiche appartenenze a credi incredibili e insostenibili, stanchezza di ascoltare le parole violente di creduloni ignoranti e razzisti, nonché i postulati di finti pacifisti, di teorici dell’armonia cosmica, di cultori di verità semplici che non sono di questo mondo, di grigi ammazzacolori.
Badate bene, non mi riferisco ad atteggiamenti estremisti, non credo che qui sia un problema di estremismo, come invece è stato scritto da qualche parte. Estremi sono i puri, estremi sono i caricaturisti, estremi sono quelli di Charlie Hebdo, estremi devono essere quelli che tentano con la provocazione di far emergere il lato più nascosto di una realtà, estreme sono le contraddizioni poco prima della sintesi, estrema è la letteratura, estreme sono le posizioni necessarie quando il potere detiene l’estremismo opposto, estremo può essere un sacrificio in nome di una ricerca (non di una verità), estremo è un punto di vista se lo si guarda dal lato sbagliato, estrema può essere la natura stessa quando è in cerca di nuovi equilibri.
No, qui non si parla di estremismo, ma di fanatismo. Di deliranti marionette, che pensano ma soprattutto – come diceva nel lontano 1841 Charles Mackay nella sua irriverente raccolta di follie popolari (Memoirs of Extraordinary Popular Delusions) – “impazziscono in branco, mentre recuperano la ragione lentamente, e uno per uno”, e solo dopo aver lasciato ai posteri una triste eredità di sangue e dolore. Bigotti, insomma, capaci di assaltare sia dissacranti giornali sia rivenditori di dissoluti kebab.
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