Criminalità

Qualunque cosa abbia fatto il Sindaco di Riace non è disobbedienza civile

2 Ottobre 2018

Il Sindaco di Riace, Domenico Lucano, è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Non si hanno elementi se non uno stralcio di intercettazione decontestualizzata. Poco per pronunciare un’accusa. Dunque abbastanza per sposare l’innocenza presunta che si deve a chiunque venga accusato di qualcosa senza prove a fondamento delle accuse, senza pronunciamento della difesa e in assenza di giudizio. Il Sindaco Lucano dunque è innocente oggi esattamente come ieri, solo che oggi è in stato di reclusione domiciliare.

E’ un colpo di immagine inferto al personaggio che ha creato un modello unico, intelligente, meraviglioso di integrazione. Matteo Salvini ne gioisce, è comprensibile. I difensori di Lucano sono invece sotto shock e vanno all’attacco rischiando però di farsi male e fare del male allo stesso modello Riace.

La tesi difensiva che più va in voga è la presunta disobbedienza di Lucano a leggi ingiuste. Pur senz’altre notizie se non quelle circolate sulla stampa, viene quindi sottinteso un riconoscimento di colpevolezza, ma con l’attenuante della disobbedienza.

La disobbedienza civile tuttavia si pratica auto-denunciando la violazione della legge ingiusta, lo si fa assumendosi la responsabilità pubblica di violare una norma in nome di principi giuridici superiori.

Marco Cappato si è auto-denunciato per aver accompagnato Dj Fabo in una clinica svizzera a compiere il proprio suicidio assistito, vietato in Italia. Cappato si è fatto processare per denunciare in sede giuridica una legge proibizionista ritenuta incostituzionale, e che ora infatti pende presso l’Alta Corte in attesa di verdetto. Se Cappato avesse ragione e quella norma che vieta l’autodeterminazione in punto di morte fosse ritenuta contraria alla nostra Carta, la sua violazione della legge produrrà un beneficio per ciascuno di noi.

Nel caso Lucano invece il presunto reato, se commesso, è stato fatto di nascosto. In buona fede magari, ma non disobbedendo ad una legge per sollevarne pubblicamente e giuridicamente la non conformità al Diritto costituzionale o sovranazionale. La eventuale “disobeddienza” di Lucano non avrebbe prodotto una modifica giuridicamente dovuta della legge ingiusta. Avrebbe avuto come conseguenza, forse, solo l’eventuale beneficio individuale delle persone a favore delle quali la “disobbedienza” si sarebbe compiuta.

La cosa più incredibile è che sono proprio i difensori (sui media) di Lucano a dare per scontato che effettivamente il reato sia stato commesso.

@kuliscioff

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