Parlamento

Perdere il passato significa perdere il futuro (Wang Shu)

31 Agosto 2022

Memoria. Si celebrano i giorni della Memoria, per fortuna, per non dimenticare mai uno degli eventi più orrendi della Storia umana, in lieta compagnia colle stragi e guerre di religione che hanno sempre insanguinato il mondo.

Non si celebra mai la Memoria della politica, ossia tutte le nefandezze che hanno compiuto i nostri politici, dall’insediamento della Repubblica a oggi. Lasciamo stare i defunti, anche perché non c’è più niente da fare, ma ci si potrebbe occupare di rinfrescare la memoria di ciò che hanno detto e fatto, soprattutto nel male, i politici che si propongono ancora oggi di salvare il Paese.

Difficile cominciare, perché la quasi totalità dei nostri parlamentari ha almeno uno scheletro nel proprio armadio, magari non per coinvolgimento diretto ma per complicità, solo per un misero voto in Parlamento per una legge di cui magari l’onorevole non conosceva nemmeno un articolo.

Bisognerà comunque iniziare da qualcosa. Iniziamo dal più evidente e longevo, l’ex cavaliere d’Italia.

Ha formato quattro governi, da quando è entrato in politica, di cui è stato presidente del consiglio. I suoi legami colla malavita organizzata, dall’ospitare come stalliere nella villa di Arcore un noto boss, Vittorio Mangano, per poi cadere dalle nuvole sulla sua identità, ad altre imprese sono stati ben indagati. Il braccio destro dell’ex cavaliere, Marcello Dell’Utri, era stato un mediatore tra lui e Cosa Nostra, come dice la sentenza del 2014 della Corte di Cassazione: “grazie all’opera di intermediazione svolta da Dell’Utri veniva raggiunto un accordo che prevedeva la corresponsione da parte di Silvio Berlusconi di rilevanti somme di denaro in cambio della protezione da lui accordata da Cosa Nostra palermitana. Tale accordo era fonte di reciproco vantaggio per le parti che a esso avevano aderito grazie all’impegno profuso da Dell’Utri: per Silvio Berlusconi esso consisteva nella protezione complessiva sia sul versante personale che su quello economico; per la consorteria mafiosa si traduceva invece nel conseguimento di rilevanti profitti di natura patrimoniale. Tale patto non era stato preceduto da azioni intimidatorie di Cosa Nostra palermitana in danno di Silvio Berlusconi e costituiva piuttosto l’espressione di una certa espressa propensione a monetizzare per quanto possibile il rischio cui era esposto”. Poi la sentenza prosegue con evidenze che mostrano come “Dell’Utri informava Berlusconi dei suoi rapporti con i clan anche dopo l’insediamento del governo da lui presieduto, perché solo Berlusconi, da premier, avrebbe potuto autorizzare un intervento legislativo come quello tentato e riferirne a Dell’Utri per tranquillizzare i suoi interlocutori”.

Il libro inchiesta Colletti sporchi, scritto da Ferruccio Pinotti e Luca Tescaroli, del 2008, fornisce una cronistoria di tutta la vicenda, assai triste. Basterebbe solamente questo per screditare il cavalierissimo che oggi aspira alla Presidenza del Senato. Ma ci sono anche tutte le leggi ad personam fatte approvare dalle Camere durante i suoi governi, il movimento di damine minorenni intorno a lui, le dichiarazioni maschiliste, le gaffe internazionali, oltre a manifestazioni folcloristiche di tasciume vario dovute all’indole espansiva e tascia del soggetto. Di certo risulta molto divertente perché racconta instancabilmente barzellette e riesce ad affascinare giovani e vecchi con una verve da imbonitore televisivo. Questa verve ha fatto dimenticare alle vecchiette e ai giovanotti che non hanno nemmeno la più pallida idea di cosa sia la P2 che il supercavaliere, di quella P2, aveva la tessera n. 1816. Dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2, presieduta dall’onorevole Tina Anselmi, la loggia fu bollata come “organizzazione criminale ed eversiva”.

Questo è un piccolissimo riassunto dell’indefessa attività di supersilvio, meno male che silvio c’è, e forza Italia per essere liberi e forza Italia per fare e per crescere. Certo, per far crescere soprattutto le finanze Fininvest e i suoi corollari.

A questa persona si alleano i Fratelli d’Italia e la Lega, oltre a vari gruppuscoli di liste regionali, per rinnovare l’Italia, la stessa Italia che i quattro governi Berlusconi, sempre governando insieme a Lega e, allora, Alleanza nazionale, nelle varie declinazioni di Casa delle Libertà o altro, hanno depredato e infangato. La stima internazionale di Berlusconi era in pratica quella di essere un pagliaccio e il re del bunga bunga. Un pagliaccio a cui davano molto fastidio le caricature che i pagliacci della tv facevano di lui, come Sabina Guzzanti e Daniele Luttazzi, colpiti dalla sua ira funesta.

A prescindere dalle altre pagliacciate evidenti di Lega e Fratelli d’Italia, perché anche lì ce n’è per benedire e santificare, solamente il fatto di considerarlo un alleato presentabile dovrebbe immediatamente far riflettere gli elettori orientati per una coalizione di destra, anche perché esserne alleati significa condividere tutto: ma per chi sto votando? Nessuno si pone il problema, io voto a destra perché quelli fanno le cose. Certo, fanno le cose peggiori per il paese, come una flat tax anticostituzionale, un incremento della speculazione edilizia, riferito soprattutto a colossali e inutili infrastrutture come il Ponte sullo Stretto che, se si realizzerà, sarà una costante macchina mangiasoldi, tra costruzione e manutenzione, oltre a distruggere l’ambiente naturale dello Stretto di Messina. Nulla sul potenziamento delle strutture pubbliche già esistenti sul territorio come scuole e ospedali, che costerebbero immensamente meno del ponte e che darebbero sollievo alla popolazione. Eppure agli elettori la destra piace, batte sempre un piccolo cuore fascista nel petto degli italiani, anche per chi non ha idea di cosa sia stato il fascismo, nonostante i Giorni della Memoria, ed è convinto che Mussolini abbia fatto un sacco di cose buone, o che sia stato un grande statista, cosa di cui è convinta la Meloni. Non hanno, i più giovani, la più pallida idea del perché l’Italia è e dev’essere antifascista: la destra ci difende dagli emigrati neri e sporchi che stuprano le nostre donne, che rubano e portano malattie. E Salvini agita il rosario come amuleto anti islamico (così come lo baciava durante l’arringa di Conte contro di lui), appellandosi a una cristianità che in realtà è calpestata proprio da lui e facendo finta di non sapere che la maggior parte dei delinquenti sono italiani o di origine est europea, perché lo slogan è più potente della vera informazione. Così, basandosi sulle paure della gente, tacendo sul passato e dando informazioni deviate, Berlusconi e la destra vincono. Difficile dire il grado di beceraggine dei singoli partiti, perché sia Salvini che Meloni si distinguono per uscite assai infelici, su qualsiasi argomento, oltrepassando spesso il ridicolo. Ma agli elettori, chissà perché, piacciono. I loro elettori si sentono protetti da questi mostri, senza rendersi conto del potenziale distruttivo e senza rendersi conto che c’è una parola adatta nel vocabolario italiano che descrive quest’alleanza: complicità. La complicità qui ha, naturalmente, una connotazione assai negativa in quanto è proprio una congrega di oscurantisti.

Non basta che Salvini sia un forte alleato di quell’altro mostro di Putin, anche se ultimamente camuffa questa sua debolezza, non basta che fino a poco fa il comunista padano cantasse cori che melodiavano su quanto puzzavano i terroni, non bastano tutte le menzogne raccontate su argomenti di cui il capitano non conosceva niente di niente, come le pandemie, il clima, o qualsiasi argomento da cavalcare al momento. Non bastano i famosi 40 milioni sottratti in via Bellerio 41. Si resta nel generico, e con Prima gli Italiani e le ruspe si dà l’impressione di occuparsi veramente degli italiani. La gente meno attrezzata, finora, ci è cascata. Ed è a questa gente che quei demagoghi si rivolgono, sicuri che, dopo aver peggiorato l’istruzione, la sanità, la società, dopo aver incrementato l’odio, l’ignoranza, l’intolleranza, l’aggressività, le facoltà di scelta degli italiani siano offuscate. Dove sono i professionisti, coloro che conoscono veramente il lavoro degli italiani, le esigenze del territorio, le aspettative di tutti, giovani, vecchi, biondi e bruni? Brillano per la loro assenza nelle nomine elettorali che, ahimè, con questa legge elettorale, non rappresentano più alcun cittadino italiano. Il 25 settembre avremo la conferma se è ancora così oppure la gente ha capito e si è stufata. Ma io non credo.

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