Società
Non ti vogliamo (intolleranze consigliate per il 2019)
Questa cosa che devono adeguarsi alle nostre leggi, questa cosa che se si comportano da malandrini se ne tornano a casa loro a me sembra più che giusta. Il diritto a stazionare nel belpaese là dove ‘l sì suona, nel 2019 te lo devi guadagnare, che non è mica un hotel. Non limitiamo però questa regola virtuosa a coloro che provengono da terre straniere ed estendiamo l’intransigenza, potenziandola, a chi ha sempre vissuto qui: uno ius soli al contrario, intemperante, che revochi la cittadinanza a qualsiasi italiano non si uniformi ai valori per i quali noi tutti saremmo disposti a farci saltare in aria. In altre parole un sistema basato su intolleranze reciproche e condivise, che a forza di espulsioni ci renda finalmente una comunità.
Ecco, se siete d’accordo, la platea dei reati la amplierei in questo modo:
Fumi in ascensore, in auto, in faccia, tanto è elettronica? Non ti vogliamo. Scegli il partner in base allo scaglione Irpef? Non ti vogliamo. Hai le prove che l’uomo non è mai stato sulla Luna? Per te non c’è posto. Dici che non guardi siti porno? Tornatene a casa tua. Chiedi l’amicizia alle amiche di tua figlia? Ti fermiamo in mare. Sei oltre il metro e ottanta ma metti comunque i tacchi? Stop all’invasione. Parli di cistifellea mentre mangio? Grazie ma non abbiamo bisogno. Investi le vecchie sulle strisce per fiondarti sul divano a guardare Gerry Scotti? Rispetta le nostre leggi. Chiedi di utilizzare il bagno pur sapendo che lo intaserai? Ti aiutiamo a casa tua. Eri per la dittatura del proletariato e adesso ti fai dare del lei dalla filippina? Non fai per noi. Acquisti auricolari che finirai di pagare nel 2022? Non sei il benvenuto. Cambi foto profilo ogni dieci giorni? La gente non ne può più. Pensi che Mussolini meriti una seconda chance? Ruspa. Pensi che Bertinotti meriti una seconda chance? Tornatene a casa tua. Imparato un nuovo termine lo utilizzi incessantemente per almeno tre settimane? Chiudiamo i porti. Ci tieni a far sapere che non guardi il Grande Fratello? Spray al peperoncino. Parcheggi la nuova fuoriserie davanti all’entrata dei dipendenti, ai quali hai appena tagliato lo stipendio? Ci vorrebbe la castrazione chimica. Intrattieni con barzellette che culminano in una bestemmia? Spray al peperoncino e castrazione chimica. Non ti rassegni alla sconfitta della causa vegana? La pacchia è finita. Googoli il tuo nome per controllare se sei famoso? Che sia Malta a ospitarti. Indossi la polo con il colletto alzato? Integrati meglio. Ti ecciti quando un dirigente ti rivolge la parola? Via dall’Italia. Combatti il degrado acquistando solo da spacciatori italiani? Stai a casa tua. Costelli i tuoi discorsi di citazioni in latino? Stai ad domum tuam. Preferisci Diego Fusaro a Pornhub? Vattene. Non ti piace il chinotto? Per te non c’è posto. Compri l’Osservatore Romano ma in privato ti vesti da donna? Non possiamo accogliere tutti. Hai chiamato tua figlia Ludovica? Intensifichiamo i controlli. Mi parli del tuo gatto per più di trenta secondi? Torna al tuo paese. Dici pultroppo con la L? Prima l’italiano.
E avanti così, con un’insofferenza che tira l’altra e un vento d’odio che non si arresta certo davanti alla connazionalità degli esaminati: tutti a rischio cacciata. Perché dopo tanto espellere rimane un’unica certezza, e cioè che l’intolleranza è come una scatola di cioccolatini di cui uno al polonio-210, non sai mai quale ti travolgerà.
Buon 2019.
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