Società

Morgan ha già vinto. È rientrato nel grembo della sua arte

17 Ottobre 2021

Finalmente a “Ballando con le Stelle” ho rivisto il genio (così mi piace chiamarlo) e mi sono commosso. L’ho conosciuto quando era sul selciato, abbandonato da tutti, anche dai suoi colleghi.

I suoi creditori, senza accogliere le possibili rinegoziazioni delle sue pendenze, avviarono l’espropriazione forzata della sua casa che fu venduta all’asta ad un prezzo vile. “La casa gialla”, così gli piaceva definirla.

Era per lui un tempio, ove componeva la sua musica, ove curava i suoi affetti, piangeva, rideva, faceva all’amore, ma soprattutto era lì che si sentiva Artista.
Nella “casa gialla” c’era il recinto, il contesto come diceva Sciascia, ove Marco Morgan Castoldi (in arte Morgan), dispiegava il suo genio, celebrava le sue magnifiche liturgie.

Ogniqualvolta si rompe questa magia dei luoghi, nei quali abbiamo il nostro habitat, è come se subissimo uno stupro, come se venissimo privati della nostra pelle, scuoiati vivi, come se la nostra anima fosse squarciata, come se gli dei venissero visti: e non si può.

Così si sentiva il mio amico Morgan. Quando Vittorio Sgarbi ed il suo carissimo addetto stampa, Nino Ippolito mi chiamarono perché lo aiutassi, cercai di capire ove poter intervenire, dato che la casa gialla era ormai perduta. Facemmo l’impossibile con Vittorio per far interessare anche amici politici, ministri al fine di dare un valore legislativo alla casa degli artisti quando sono ancora in vita e per far riacquistare a Morgan la sua. Sgarbi, in qualità di Sindaco, mise a disposizione una bellissima villa a Sutri. Non ci fu verso: Morgan è troppo avanti con le sue idee e progetti, anche da questo punto di vista. Lo può capire Vittorio Sgarbi, Giordano Bruno Guerri.

Elisabetta Sgarbi: discutemmo della “casa gialla” e di una legislazione di favore degli artisti in vita durante “la Milanesiana” al Vittoriale di D’Annunzio, una notte di qualche anno fa. Morgan ha avuto la possibilità di riprendersi i suoi strumenti, i vestiti bellissimi, i cimeli ( anche dei Beatles ), ma, prostrato, rifiutò. Vincemmo una battaglia contro quel tribunale di Monza che lo ha vilipeso ed annichilito. Ma non volle sentire ragioni e perse tutto, anche i suoi ricordi.

Ne ha scritto un libro, “Essere Morgan, la casa gialla”, racconto autobiografico che è anche una riflessione intelligente e provocatoria per quelli che vivono di arte. Era per lui un museo aperto e dedicato al bello, luogo di creazione e ispirazione. L’ho rivisto recentemente in un’altra casa, (non come la sua, bellissima) ed ho cantato con lui. Ma a “Ballando con le Stelle” è come se fosse rinato. Come se avesse riacquistato anni perduti, ringiovanito, brillante, rutilante, una stella danzante in cielo, diceva Nietzsche.

Come Ulisse quando rivide Penelope: Atena lo fa ritornare indietro di vent’anni. Si è mosso con agilità, con classe, bravura di ballerino provetto, segno indiscutibile che si è allenato, ha sudato, sofferto.
Ma voleva vincere, dare scalpore. Narcisista come è o diventa primo attore o non si diverte: il ruolo del gregario e di quelli di seconda fila non gli si confà. Ha mantenuto i passi con compostezza, le torsioni erano perfette, i movimenti delle gambe calzanti ed in sintonia con la musica e la splendida compagna di ballo, Alessandra Tripoli.

Ha affermato che “la danza è arte” davanti ad una Giuria ferma, con lo sguardo attonito, sconvolto, straordinariamente felice, perché indiscutibilmente Morgan è riapparso, genio e sregolatezza, come Maradona, come Caravaggio. Così piace a Vittorio Sgarbi. Il suo charleston è stato spumeggiante, inebriante, magia pura. Senso del ritmo al diapason.

Ha già vinto, qualunque cosa accada, perché è rientrato nel grembo della sua arte.
Bellezza imperitura.

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