Diritti
Manifesto contro l’odio
Non ho odiato il mio professore di educazione tecnica che alle medie mi costringeva a disegnare infinite volte figure geometriche che mi riuscivano una schifezza. Non ho odiato mia madre quando mi ha confessato che quella di Babbo Natale è solo una leggenda. Non ho odiato la prima ragazza che mi ha spezzato il cuore. Non ho odiato i bulletti che a scuola ti mettevano in ridicolo per cinque minuti di gloria. Non ho odiato chi mi ha soffiato la ragazza. Non ho odiato il padroncino che col suo furgone mi ha sfondato la portiera. Non ho odiato i commenti sprezzanti ricevuti negli anni. Non ho odiato il professore di diritto civile che mi ha fatto impazzire per quel suo maledetto esame. Non ho odiato i tifosi milanisti dopo la notte di Manchester. Non ho odiato i fratelli Gallagher per aver disintegrato gli Oasis. Non ho odiato nemmeno Dio per tutti i miei cari defunti. In definitiva non ho odiato nessuno.
Se non ho riservato odio per persone, cose, situazioni, mancanze che hanno inciso la mia vita, perché dovrei provare un sentimento così profondo e radicale per uomini e donne a me sconosciuti che sbarcano nel mio paese in cerca di fortuna? Perché dovrei odiare chi la pensa diversamente da me? Perché dovrei odiare i francesi, i tedeschi, gli americani, i russi o magari i cinesi? Perché dovrei odiare poliziotti, militari, preti e guardie armate? Perché dovrei odiare chi ha avuto successo, i miliardari, i VIP e le star più acclamate? Perché dovrei odiare i politici? Perché dovrei odiare gli elettori che sulla scheda mettono la croce su un partito diverso dal mio? Perché dovrei odiare i musulmani? Perché dovrei odiare i rom? Perché dovrei odiare tutto ciò che sta oltre la mia porta? Perché dovrei odiare gli odiatori di professione?
Io voglio accogliere. Accogliere esseri umani affranti dopo una traversata in mare aperto. Accogliere storie che non mi appartengono. Accogliere opinioni che non condivido. Accogliere suoni di cui non apprezzo l’armonia. Accogliere scelte che non avrei preso. Accogliere conseguenze causate da fatti a me non imputabili. Accogliere ciò che non mi somiglia, che è all’opposto di me, ma che come me si ritrova in questo tempo su questo pianeta. Accogliere non per accettare passivamente qualsiasi cosa ci piova addosso: accogliere per crescere, imparare, ascoltare prima di parlare, aprire gli occhi prima di guardare, attivare il cervello prima di pensare. Accogliere è accettare tutto ciò che è altro da me, riconoscergli la dignità di stare al mondo, riservargli uno spazio tutelato perché la nostra bellezza sta nella diversità, nella molteplicità, nell’universalismo. L’unico respingimento va eseguito nei confronti dell’odio, delle sue derivazioni, delle sue filiazioni. L’odio va estirpato come un’erba infestante. Solo così daremo valore e significato profondo al nostro essere cittadini della Terra. Prima che sia troppo tardi fermare questo meccanismo infernale.
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