Russia

“ma papà perché sei preoccupato per questa guerra? E le altre?”

1 Marzo 2022

Giorni tristi, giorni in cui vorrei poter fare qualcosa di più per l’Ucraina, vorrei aizzare il popolo russo contro il proprio Presidente, fino a destituirlo, vorrei che la guerra finisse subito, vorrei…

Mia figlia, di anni 12, mi chiede: “ma papà perché continui a guardare i telegiornali, poi a leggere tanti giornali, poi guardare in internet le ultime notizie, quando c’è stata la guerra in Afghanistan non facevi così.” Effettivamente non ho una risposta precisa, posso fare delle ipotesi.

Qui si tratta dell’invasione di un Paese democratico più vicino a noi, non solo geograficamente, ma anche culturalmente. I Paesi dell’Est Europeo presentano similitudini maggiori rispetto ai paesi orientali, in tema di comportamenti familiari, reti di relazioni con parenti e amici, stili di vita, consumi, tempo libero, comportamenti economici, partecipazione politica e altro. Poi forse sono condizionato dal fatto di aver avuto a che fare in Italia con famiglie ucraine, persone a me vicine, che hanno aiutato il percorso di una lunga malattia degenerativa di mia madre, le stesse che ancora oggi vivono vicino a me, che ancora oggi lavorano con me e mi trasferiscono la loro sofferenza con la stessa intensità, con la quale partecipavano al mio dolore esclusivamente personale. Poi c’è il fatto increscioso di assistere ad un’invasione cruenta, poco distante da noi in un Paese che da decenni ha cercato la propria indipendenza dalla Russia, tanto da portare Ursula von Der Leyen a dichiarare che l’Ucraina è di fatto già inserita nei Paesi dell’Europa Unita, ciò ha portato tutti i Paesi Europei alla solidarietà, a raccogliere fondi per inviare armi ai confini. Quando poi l’Autocrate Putin minaccia azioni nucleari, vuol dire che potenzialmente saremo tutti coinvolti, non è più solo una questione tra ucraini e russi. Una futura invasione potrebbe coinvolgere altri Paesi vicini appartenenti alla NATO, con conseguenze inimmaginabili.  È opportuno fare una distinzione chiara e inequivocabile tra aggressore e aggredito, ci vorrebbe una maggiore concretezza anche tra i pacifisti, non basta stare a metà, spinti dalle ragioni del pacifismo in senso largo e appellarsi al fatto che i russi potrebbero in fondo avere le proprie ragioni. Ma quali ragioni? Qui siamo di fronte ad un aggressore in un luogo dove c’è un presidente liberamente eletto nel 2019 con elezioni regolari. Trovo increscioso che alcuni affermino che la NATO in questi anni sia avanzata minacciosamente, mentre la Russia non si sia mossa. Ma i Paesi dell’Est Europa che hanno aderito alla NATO lo hanno fatto liberamente, perché avevano voglia di democrazia, non si riconoscevano più nel regime russo cercando sicurezza e protezione dallo stesso. La differenza è sostanziale. Ora la comunità internazionale si sta stringendo intorno all’Ucraina con opinioni di condanna e interventi corali.

Anche in Italia, salvo rare eccezioni, sta accadendo questo, tutti (o quasi) sono unanimi nel condannare l’azione russa e approvano le azioni proposte dal Governo di concerto con gli altri stati Europei. Forse dovremmo imparare da questa tragedia per stare più uniti, anche su questioni interne, sicuramente meno importanti. Da questa invasione tutto è passato in secondo piano, il covid, i problemi interni, i mal di pancia delle forze politiche, il nulla a confronto di quello che sta succedendo. Speriamo che gli annunciati negoziati portino ad una soluzione che metta fine all’invasione, pur rinunciando tutti a qualcosa, ma con la fermezza necessaria di adottare misure alternative al conflitto armato, che isolino l’aggressore. Sarebbe opportuno se dal canto nostro facessimo tesoro dell’unità dimostrata anche per il futuro. Mi sono dilungato e forse sono andato fuori tema, non sono sicuro di aver dato una precisa risposta alla domanda di mia figlia, forse perché non ce l’ho.

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