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THE post-CROWN DIARIES / 4
Riassunto delle puntate precedenti.
Jonas, durante il lockdown, si rifugia nella sua casa al mare, in Liguria. Qui conosce Mia, una femmina di labrador che, in fuga dal suo padrone, viene in qualche modo adottata da Jonas, salvandolo da un possibile contagio, riuscendo a chiamare un dottore che lo visita. Al momento del ritorno a casa, Mia si accomoda nell’auto di Jonas e affronta una nuova vita in città. Conscio delle difficoltà per il cane di vivere entro le mura domestiche, Jonas cerca una nuova abitazione con un grande giardino. La trova ma, una volta giunto sul posto per accordarsi con il padrone, questi non si presenta all’appuntamento. Aiutato da Mia, riesce ad entrare nella villetta dove lo trova accasciato per terra, privo di sensi.
Che faccio, dunque? si chiese Jonas. Chiamo un’ambulanza, con il rischio di dover rispondere alle forze dell’ordine per violazione di domicilio, o lo lascio qui, con il rischio che muoia per omissione di soccorso? Serve un’idea, un’idea geniale. Telefono al suo ufficio, dicendo che ho sentito strani rumori provenire dall’interno dell’appartamento, e chiedo loro di avvertire il pronto intervento medico. Nessun pericolo, né per me né per lui.
Uscì velocemente dalla casa, riappendendo la chiave del cancello al chiodo dove Mia l’aveva prelevata, consentendo a Jonas di entrare, e fece quella telefonata. Passarono soltanto pochi minuti, è già sentì in lontananza il suono della sirena. I paramedici entrarono nella villetta con l’attrezzatura necessaria e ne uscirono ben presto con la lettiga dove avevano sistemato il malato.
Jonas si era tenuto in disparte, all’esterno del giardino, e mentre l’ambulanza ripartiva velocemente verso il più vicino ospedale, ne approfittò per entrare nella casa ormai vuota. Trovò rapidamente le chiavi dell’ingresso. Uscì di nuovo per chiudere il cancello e ritornò nella villetta, chiudendo anche la porta di ingresso, a doppia mandata.
“Mia, ora questa è la nostra nuova abitazione, almeno fino a quando il padrone si rimetterà. E speriamo davvero che ce la faccia. Nel frattempo, staremo qui.”
Il cane lo guardò un po’ perplesso, conscio probabilmente della infrazione che stavano commettendo ma, alla fine, chi era lei per giudicare il comportamento di un umano? Accettò dunque questa nuova situazione, ben sapendo che i vantaggi che ne derivavano erano certamente maggiori degli svantaggi. Quanto meno per lei.
La casa era perfetta, pochi mobili, come piaceva a Jonas, informale ma confortevole. Già pregustava la inaspettata soluzione che era partorita dagli eventi imprevisti. L’affitto glielo pagherò, ovvio, quando lo dimetteranno, per il momento penso che anche lui sarà felice che qualcuno, in queste circostanze drammatiche, gli curi sia l’appartamento che il giardino. Senza il nostro intervento, sarebbero state grane infinite.
Proprio in quel momento, da qualche parte dell’appartamento, un cellulare suonò.
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