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THE post-CROWN DIARIES / 1
Fase 3, la ritrovata libertà. Tutto il mondo la sognava, alcuni ci erano già entrati, altri ne erano in procinto, altri ancora la vedevano lontana nel tempo, una sorta di araba fenice cui aggrapparsi per evitare forti e costanti depressioni. Jonas era tornato a casa, e come per gli altri italiani cominciava anche per lui una condizione ibrida, un po’ sospesa tra la gioia di essere finalmente liberi e la paura che tutto quanto era stato provato potesse tornare a funestare i giorni futuri.
Back home, dunque, ma non più da solo come nel passato: aveva Mia con sé, la sua dolce labrador, l’eroina che giù in Liguria lo aveva salvato dal pericolo coronarico, riuscendo intrepidamente a chiamare un medico e portarlo nella sua casa sul mare. Era perfettamente guarito ora. Una bella paura mi sono preso, di essere anch’io infetto, di non poter più disporre della mia vita. Ma ora c’è qualcos’altro che devo fare, urgentemente, per lei.
Mia non può vivere qui, in questa casa senza terrazzo, con solo un piccolo giardinetto condominiale. Dove non può correre, dove rimarrebbe costantemente prigioniera dentro quattro mura, dove la sua vita sarebbe un inferno. Devo trovarle qualcos’altro, devo cercare un appartamento con un ampio giardino, a piano terra, anche se più piccolo di questo all’interno, diciamo sui sessanta metri quadri, ma con un esterno grande almeno il doppio.
Un problema, per Jonas, trovare un’abitazione con queste caratteristiche, nella metropoli in cui viveva. Il centro, anche se avesse trovato la casa giusta, aveva prezzi proibitivi, affitti irraggiungibili per il suo modesto stipendio. La periferia, più accessibile economicamente, lo avrebbe troppo intristito, lui che l’aveva sempre considerata come zona da evitare, tra palazzoni anonimi e servizi a volte carenti.
No, non poteva cercar casa là, doveva trovare una soluzione intermedia, un’area semi-centrale dove era sempre stato abituato a vivere. Né carne né pesce, ma la condizione ideale per Jonas e per i suoi costanti dilemmi esistenziali.
Aprì il sito internet dedicato agli affitti. Dopo un paio d’ore di inutile consultazione, il suo cuore ebbe un sobbalzo. Non credeva ai propri occhi: “libera subito, arredata, in affitto per un anno causa trasferimento temporaneo, villetta monofamiliare composta da un bilocale più cucina abitabile e piccolo bagno, 65 mq, con ampio giardino 12×8, zona semi-centrale, ben servita da negozi e mezzi di trasporto, 850 euro mensili spese per giardiniere incluse, telefonare ecc. ecc.”. L’annuncio era di un paio di giorni prima, quindi forse c’era qualche speranza che fosse ancora disponibile. Jonas telefonò immediatamente.
“Sì, certo, è libera, nessuno si è fatto vivo finora, sa, un affitto temporaneo non è il massimo, poi è arredata, e non è molto grande. Se vuole venire a vederla, domani per me sarebbe il giorno ideale. Così se le piace può entrarci anche quasi subito. Io parto giusto tra un paio di giorni, quindi…”. Jonas, il maestro del dubbio, il signore dei dilemmi, il principe dell’incertezza sorprese perfino se stesso: “Certo che sì. La prenderò quasi sicuramente, giusto il tempo di dargli un’occhiata. A domani, dunque, alle dieci in punto sarò lì!”.
Fase tre, una nuova vita mi aspetta, si disse incredulo. Vieni, Mia, sarai affamata. Una bella sorpresa ci aspetta domani.
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