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Milano Fashion Week: le collezioni donna autunno-inverno 2025/2026 parlano di una bellezza autentica e senza tempo
Cosa ci hanno raccontato queste sfilate? Da Gucci del dopo De Sarno, al centenario di Fendi, all’epopea di Versace che rievoca i vecchi fasti anni ’90, a Fiorucci che torna protagonista in nome di Elio e Armani sempre Re saldamente al comando
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Milano- La Milano Fashion Week con le collezioni femminili per il prossimo autunno-inverno 2025/2026 volge al termine, non senza aver confermato la resistenza di un settore d’eccellenza qual è quello della moda italiana, ammirata in tutto il mondo.
Gucci, dopo l’addio del direttore creativo Sabato De Sarno, in una presentazione co-ed per questo spettacolo inaugurale della Milano Fashion Week, femminile e maschile, porta in passerella una collezione firmata dall’intero team creativo della casa delle due G intrecciate, all’insegna del bon ton, della celebrazione di vecchi codici ed accessori che hanno reso il marchio a livello planetario. Dettagli iconici che ritornano prepotenti: il foulard anni ’60 (quando tutto è cominciato), in perfetto stile hollywoodiano, le pellicce, i top lingerie, i colori intensi, i tessuti estremamente eleganti come il pizzo, la lana bouclé; ancora, body molto sensuali, tutoni a pelle e gonne tubino fascianti. Un contrasto studiato ad arte tra opulenza e stile asciutto. Il morsetto simbolo inconfondibile di Gucci, si ripresenta come collana, cintura, applicazione sulle borse, occhiali da sole e da vista maxi a goccia, o sugli intramontabili mocassini scamosciati. Per i completi femminili e maschili, la sartorialità vince, abbinata a dolcevita basici che ne evidenziano ancora di più la manifattura certosina. Insomma, la griffe di origini fiorentine guarda al passato, con uno sguardo ben attento sul futuro!
La collezione creata da Alessandro dell’Acqua per N°21, invece, sceglie di testimoniare una femminilità seducente che si intreccia con cinema, vita di tutti i giorni e richiami di haute couture. L’elemento fondante diviene il cappotto, portato con niente sotto, o solo con reggiseno; oppure un parka impreziosito da bottoni gioiello. Gli abiti si fanno mini, con sbuffo o riccio sul collo, fiocchi vistosi uniscono le varie declinazioni di femminile. Tacchi a spillo e punte sfilate, colori come l’argento e il grigio o dorato, paillettes, gonne e tubini, riecheggiano di tempi passati, romantici e sempre desiderabili.
Lorenzo Serafini da Alberta Ferretti, rende omaggio alla indimenticata direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani. Con capigliature lunghe, fluenti morbidamente ondeggianti. Gli abiti fluttuano sublimi, nei colori del rosa cipria, bianco, rosso, rendendo svettanti le silhouette, completi perfetti nelle proporzioni, con il colore elegante per eccellenza: il nero. Scolli profondi, lasciano immaginare decolleté nudi e scolpiti, accessori evidenti come orecchini color verde smeraldo permettono al viso di brillare. Il rispetto della tradizione di Alberta Ferretti si legge felicemente in una serie di creazioni raffinate e delicatamente sognanti.
Da Iceberg tornano i maglioni a coste nelle varie gradazioni di grigio, colli importanti da marinaio e pantaloni dalla sartorialità maschile; cinture in vista e tanta maglieria per un stile punk-rock chic. Estremo dinamismo e grinta portano la donna a vestirsi con estrema disinvoltura così come l’uomo. In una sfilata co-ed, infatti, il richiamo allo stile inglese inamidato, lascia il passo ad una rivisitazione personale e molto riuscita, accorpandosi ad una visione più sportiva e meno formale. Il concetto portato avanti da Iceberg nel tempo, ancora oggi emerge in modo chiaro.
Antonio Marras canta la Sardegna ed in particolare la sua Alghero, in una sinfonia struggente tratta dalla “La Bella d’Alghero”. Arte e musica lirica, risalente al 1892, emoziona il pubblico in sala. Presente anche Sharon Stone. Tanta sartorialità, per abiti ben aderenti al corpo, o dai volumi più azzardati. Tanta artigianalità tra decorazioni, ricami, patch inseriti con maestria, stampe a mano e plissè. I tessuti vanno dal Principe di Galles, al ceck, ai tessuti più fruscianti con i broccati e i damascati in velluto, oppure la pelle, il denim, il satin, voile, georgette e tulle.
Diesel, sceglie di omaggiare l’arte a tutto tondo, allestendo una passerella piena di gonfiabili enormi raccordati da una tela di 3 chilometri decorata da opere di street art, a firma di 7 mila artisti, molti dei quali dilettanti che hanno preso parte così ad un progetto fortemente voluto da Renzo Rosso, patron del marchio made in italy. Le gonne e i pantaloni sono a vita bassa, i piumini imbottiti e i top scoprono l’ombelico. Tutto è soft rock, compreso il tweed che sfoggiano le modelle su jeans, caposaldo di Diesel, su acconciature aggressive e lenti a contatto husky.
Silvia Venturini Fendi, celebra il centenario della maison romana, con una sfilata evento co-ed, portando in passerella la collezione femminile e maschile. Pelle, selleria, raffinatezza, pellicce, chignon ordinati, lasciano brillare le supertop che partecipano a questa festa doverosa per una casa di moda che ha scritto la storia italiana.
Ferragamo, per il prossimo autunno-inverno presenta alla Milano Fashion Week una collezione che richiama ancora una volta il mondo onirico della danza. La passerella è interamente ricoperta di petali di rosa rossa, il motivo ispiratore affonda le radici negli anni ’20 ed ’80, con una allure preziosa ma decisamente sexy. Trench in satin, scorrono ma segnano, il cashmere si accompagna a piume e pelle lucida. Le borse divengono marsupi da allacciare in vita o mini bag di piume da portare a mano.
Max Mara, riprende per le sue creazioni le inquietudini emotive tratte dal capolavoro letterario di Emily Brontë “Cime tempestose”. In passerella sale una donna selvaggia ed indomita. Il must della maison, il cappotto, per la prossima stagione è il modello redingote. Fascia il corpo, stringe in vita ma diviene ampio sugli orli. Presenta uno strato trapuntato o le maniche in pelle o in shearling. La gonna è lunga, a ruota o a tubo, si apre sul davanti, mostrando culotte, o calze di maglia a coste. Tanto color burgundi, marrone e nero.
Da Etro, Marco De Vincenzo, firma una collezione piena di sofisticazioni, ricca e molto molto colorata, nel pieno rispetto dei codici distintivi del brand. Le creazioni maschili e femminili per la stagione autunno-inverno 2025/2026 portate a questa Milano Fashion Week, vengono raccolte in un titolo davvero emblematico “Magma”. I capi sono composti da volumi importanti, in lana o in altri tessuti scivolati per ospitare in modo elegante le fantasie ed il tripudio di colori tanto cari ad Etro.
Adrian Appiolaza per Moschino, non rinuncia alla stravaganza ed alla tradizione iniziata dal fondatore Franco Moschino. Ed allora ecco le borse con il richiamo al piatto di spaghetti, gli orecchini a lampadina, le polaroid usate come spille e i vestiti che presentano messaggi sociali oltre ad esorcizzare le amarezze della vita. Dai sacchi della spazzatura, alla t-shirt over con una scritta di denuncia chiarissima : SOS Save Our World.
L’uomo e la donna Versace, graffiano potentemente sicuri di sé. Sensualità e grinta per gli abiti dal taglio sartoriale. Tanto velluto, a ricordare proprio l’infanzia di Gianni, Donatella e Santo, con la mamma che era sarta, e che ritroviamo su capi da ballerina, con orli preziosi di cristalli. Donatella Versace, pesca dall’archivio della casa dalla medusa dorata, per portare in passerella in questa Milano Fashion Week, stampe barocche, fantasie tratte dagli interni delle varie dimore di lusso di proprietà del compianto Gianni, anima geniale del marchio.
Da Ermanno Scervino, ci sono tante super top, ma su tutte, Natalia Vodianova, che indossa la classe indiscussa di uno stilista sobrio e vincente come pochi. Pizzo, seta, capi maschili e sartoriali, mostrano una artigianalità eccellente.
Ottavio e Rosita Missoni vengono ricordati nella sfilata per il prossimo autunno-inverno 2025/2026, da Alberto Caliri, tornato alla direzione creativa, rileggendo giacconi, cappotti , cardigan tanto famosi per la griffe di Sumiago.
Dolce & Gabbana e la sfilata in viale Piave con dj, Victoria De Angelis dei Maneskin ed il pubblico di strada a guardare numeroso dietro alle transenne. Gli stilisti hanno deciso di raccontare le cosiddette “cool girls”. Dunque, non solo outfit streetwear, ma anche preziosi e scintillanti abiti gioiello. Decorati in modo certosino con frange, paillettes e strass iridescenti. Trasparenze ammiccanti e bellezza in prima linea.
La donna di Emporio Armani è una perfetta regina di cuori, nel gioco del poker, come nella vita. Un modo ironico di narrare la quotidianità, per mettere ancora una volta in chiaro che con la moda si può e si deve anche giocare per risplendere e divertirsi. Stampe che richiamano re, fanti, regine appunto, cuori di velluto. Già, il velluto, il tessuto per antonomasia di Re Giorgio, pronto a reinventarlo e lucidarlo come un diamante. Nei toni del blu armaniano, bordeaux, nero . Ma anche lana pregiata, lavata o animalier, seta, con inserti colorati e brillanti, baschi, derby per calzature, collant coprenti total black, completi dal taglio destrutturato e maschile. Lei che ruba dall’armadio di lui la cravatta sotto gli ampi trench fluidi, e si diverte. Ancora, rosso e verde in contrasto, neri stampati e ricami serali very very chic.
Roberto Cavalli, ricorda la grandezza storica di Pompei. Con vestiti che richiamano le eruzioni vulcaniche, il calore passionale e vitale del fuoco, con incisi di haute couture, seducenti ed esplosivi. Abiti lunghi in velluto devorè, stampati, lavorati a mano con intrecci di colori intensi. Rosso vivo, nero, fiorato sui corpetti con spalline strette e strascico. Per passare all’adorato animalier, a tuniche corte e più sbarazzine, ma sempre elegantissime.
Prada, invece, si prefigge di celebrare la bellezza senza la smania della perfezione. Una bellezza grezza, che non si cura in modo maniacale dei dettagli ma che spicca ed affascina proprio per le sue dolci sbavature. Scompone, ricompone, spazia dai completi con camicetta e gonna tubino a pellicce e pelli esibite come elemento distintivo, nei colori verde acido, marrone, sabbia. Anche l’allestimento della passerella all’interno del Deposito di Fondazione Prada, contrappone il non lavorato al raffinato. Una grande impalcatura metallica spicca imponente nello spazio adibito per la sfilata.
“Queen of cashmere” è la collezione fall-winter 2025/26 di Laura Biagiotti, nella cornice del Teatro Piccolo di Milano. Il tema della sfilata è tutto dedicato alla morbidezza che fa innamorare del cashmere, sperimentando sempre nuovi concetti di femminilità. In ossequio all’epiteto rivolto dal New York Time negli anni ’80 alla stilista Romana. Oggi il brand naviga felicemente sotto la direzione creativa di sua figlia Lavinia Biagiotti Cigna. Il bianco domina, intervallato da qualche sprazzo di nero a contrasto. Completi che scorrono soffici e rivestono la figura di classe, su pianelle o sandali dal tacco anni ’50 con punta coperta e maxi bag con logo in evidenza, alternate a piccole borsette gioiello.
Tod’s, porta avanti un processo costante di distruzione e rinnovamento tipico della moda. Cappotti doppiopetto sagomati e ordinati, stivali e borse in pieno stile Tod’s, profumano di eccellenza made in Italy. Completi eleganti e rigorosi consegnano agli spettatori una vista pulita e sobria, capace di accattivare senza sconfinare mai nella volgarità.
Luisa Spagnoli, conferma la sua storia di eleganza ed emancipazione tutta al femminile. Da quando Luisa, appunto, fondatrice del marchio, nell’800 diede vita ad una idea di stile molto particolare ed alla portata delle donne, soprattutto. E per tenere fede ancora oggi a quell’idea, la pronipote Nicoletta, a.d. della maison e direttrice creativa, presenta una collezione fatta dell’essenza dell’artigianalità, dai tessuti pregiati e con un concetto di eleganza che non soccombe di sicuro con il trascorrere del tempo. Si va dal tweed non appariscente, al cashmere double, che comprende il bianco, il tortora, il caramello, cioccolato fondente e rosa forte. Capispalle over senza eccedere, gonne corte o che ruotano o che scendono a mezza lunghezza, le calze con la riga ed i tacchi bassi infondono sensualità ma semplicità al contempo.
David Koma alla sua prima sfilata per Blumarine, presenta una donna amazzone, dal tocco però romantico e tutto da scoprire. Il pizzo e lo chiffon si amalgamano in modo artistico con il metallo e lo stile very strong. Per questa Milano Fashion Week, troviamo mini dress senza spalline, i jeans a vita rigorosamente bassissima si indossano con maxi cinture composte da fiori che scintillano. Anche qui, la pelliccia rappresenta il capo in più, insieme ai colletti, i lunghi cappotti dal taglio minimalista, su stivali altissimi in stile corsetto.
Fiorucci, torna alla Milano Fashion Week presentando la collezione autunno-inverno 2025/2026 con grande grinta e determinazione. Una sorta di retrospettiva all’insegna del passato rivoluzionario del grande Elio. Immagini di album di famiglia scorrono in apertura della sfilata, attraverso gli immancabili riferimenti hyper-pop. Il bianco è il colore preponderante, insieme ad accessori must del marchio. Le biglie che collezionavamo da piccoli e con cui si giocava in ogni modo possibile, divengono collane, mentre i foulard si annodano in vita o si indossano come copricapo per viaggi avventurosi.
Giorgio Armani non sbaglia un colpo. Anche per questa Milano Fashion Week, si conferma sempre più Re saldamente al comando. Tra il pubblico che applaude ad ogni abito che sale in passerella, c’è anche la Senatrice a vita Liliana Segre, estimatrice sincera di Armani.
“Ho voluto immaginare una nuova armonia, perché penso sia quello di cui tutti abbiamo bisogno“, commenta lo stilista. Nella location dell’Armani Teatro di Via Bergognone, i capi appaiono e si lasciano scoprire come gemme preziose, pregne di colori e luce, ricami che brillano senza indugio. L’atmosfera è arabeggiante, si omaggiano le pietre ancestrali ed i minerali pregiati, per una donna che nel prossimo autunno-inverno 2025/2026, seduce e rapisce fondendosi con la natura, senza mai rinunciare alla eleganza ed alla ricercatezza di ogni giorno. Gli spettatori possono ammirare da vicino ogni creazione, perché seduti su poltrone circolari a due passi dalle modelle sulla lunga passerella.
“Ogni collezione per me è il desiderio di trovare nuove prospettive, di offrire nuove letture di uno stile i cui contorni sono chiari e netti. Questa stagione ho pensato alle radici, immaginando abiti che prendono i colori della terra, dei minerali, di certi paesaggi arsi dal sole“, spiega lo stesso Giorgio Armani. Le figure scivolano sul corpo fluidamente, i pantaloni sembrano essere quasi delle foglie in tessuto con grandi plissé che si riannodano alla caviglia per nascondersi negli stivaletti aderenti. Le giacche, non abbondano nella loro conformazione, ma si mantengono morbide. I cappotti over sono indossati aperti, i doppiopetto, invece, sono aderenti lungo il busto, e ricordano i colori della superficie terrestre. In vita, le cinture sono maxi e rievocano la lavorazione dei minerali. Tanto velluto, armonico e sublime, così come pure le sete jacquard, cantano l’Oriente il Mediterraneo con i suoi colori di vita. Per i look da sera, spazio a ricami preziosissimi che rivestono abiti eterei, veli e top minimal. Guardare, ammirare, contemplare, stupire e quasi non toccare…Proprio come la purezza e la bellezza di certi minerali rari.
Questa Milano Fashion Week, per le collezioni femminili autunno-inverno 2025/2026, ci ha raccontato di una bellezza autentica e senza tempo. Una bellezza che può accompagnare le donne nel loro modo di essere, spogliandole di tante, troppe, zavorre inutili.
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