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Meditazione per principianti occidentali (anche disabili)

18 Dicembre 2016

La meditazione è ormai una pratica ben conosciuta e diffusa anche in occidente: sono sempre più numerosi gli articoli e gli studi che ne descrivano l’efficacia – ad esempio qui Benefici della meditazione su Focus – ed è semplice trovare corsi e gruppi di meditazione.

Tuttavia, ho scelto di condividere alcune dritte per meditatori principianti come me, perché sono quelli che avrei voluto ricevere quando ho iniziato a meditare nel 2012. Ricordo che raramente mi è capitato di incontrare “meditatori” disabili come me, o con corporature molto differenti dalla “norma”, per dimensioni, peso o agilità: è stato bello comprendere che si può meditare anche senza riuscire ad assumere una posizione da yogi ideale. E anche ricondurre l’esotismo di alcuni termini alla mia esperienza quotidiana mi ha aiutata molto.

  • La meditazione è uno stato “naturale”: siamo attratti dagli eventi sportivi, dal teatro, dai concerti, perché riconosciamo in quei momenti che gli sportivi, gli attori, i cantanti sono totalmente immersi in quello che stanno facendo, non sono distratti (o almeno non dovrebbero…) da quello che è successo in passato o da quello che succederà in futuro. Forse, mentre cucini stai meditando; o forse quando balli, o quando leggi un libro che ti piace molto! Il succo è: lo hai già fatto. È uno stato cui possiamo ritornare, aiutandoci con la regolarità nella pratica.
  • Postura, vigile, non scomoda e rilassata: gli indiani meditano a gambe incrociate perché per loro è una posizione abituale, non fanno troppa fatica a mantenerla. L’ideale è trovare una posizione in cui il corpo possa rimanere vigile, rilassato, ma non troppo scomodo: infatti, per la mente la sensazione di scomodità è un’ottima via di fuga dalla meditazione
  • Il gruppo aiuta, ma praticare da soli è fondamentale: la pratica in gruppo è di aiuto, specialmente all’inizio; solitamente c’è un insegnante che può dare dei consigli, o guidare la meditazione. È fondamentale tuttavia abituarsi a praticare da soli: siamo la persona con cui mediteremo più spesso durante la nostra vita!
  • Non è una performance, non c’è nulla da raggiungere: l’impegno più importante da mantenere è la costanza. Ci sono giorni in cui sembra non esserci tempo per meditare: ma è davvero così? Bastano dieci minuti la mattina, e dieci la sera, con costanza, per aiutarci a osservare lo stato della nostra mente e a essere maggiormente nel presente. E poi ci sono giorni in cui la mente è molto attiva, e sembra che sia inutile meditare: in realtà, ho scoperto che è proprio in quei giorni che è più importante praticare, come possiamo, anche se potrà sembrare di aver assistito a una serie di pensieri sconnessi, emozioni molto forti e tanta, tanta confusione. Ci aiuta a renderci conto di come veramente stiamo vivendo quando non prestiamo attenzione a noi stessi.

Buona pratica!

 

Immagine di copertina tratta da http://www.medicaldaily.com/5-types-meditation-designed-benefit-mind-you-can-even-do-them-while-you-eat-and-walk-357434

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