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La Slovenia, terra di draghi, folklore e leggende

26 Maggio 2016

Maja Slivnjak è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia. Il post è sponsorizzato da:

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La Slovenia è il “cuore verde” d’Europa. Non si tratta di una mera trovata pubblicitaria, uno slogan markettaro, specie considerando che il 55% del territorio sloveno è protetto. Chiunque visiti per la prima volta la Slovenia si stupisce della gran quantità di verde intorno a lui. In effetti, a parte le città che costellano il paese, la Slovenia è un susseguirsi quasi ininterrotto di campi, prati e boschi, e le colline sono foderate di alberi. Anche nelle città il verde ha grande spazio: come mi diceva un conoscente dopo un viaggio nella capitale, «a Lubiana c’è una grande armonia tra natura e persone, sembra che anche gli alberi abbiano diritto di cittadinanza».

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Črno jezero (foto: Mankica Kranjec fonte: slovenia.info)

La Slovenia però è anche luogo di leggende, fiabe e miti. Basti pensare che ogni anno, dal 22 al 26 giugno, nell’antica città di Črnomelj si tiene persino uno splendido festival del folklore, il Jurjevanje. In ogni caso, i protagonisti della mitologia slovena sono spesso proprio i draghi, creature che da secoli affascinano grandi e piccoli. Ecco come mai il mio è paese è stato anche ribattezzato la “terra dei draghi”…

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Drago disegnato da Albrecht Dürer

Come è noto, ogni leggende ha un fondo di verità. Tra gli animali più famosi della Slovenia ci sono i protei, tra le principali attrattive delle grotte di Postumia. Si tratta di piccoli anfibi che popolano le grotte carsiche, e che i contadini sloveni un tempo consideravano cuccioli di draghi. A questa nomea contribuisce sia l’aspetto bizzarro di questi anfibi (che piace tantissimo ai bimbi, meno agli adulti) sia alcune loro caratteristiche: ciechi ma con un udito e un olfatto raffinatissimi, i protei sono capaci di sopravvivere anche un decennio senza cibo, e possono vivere nelle viscere della Terra fino a un secolo…

I protei sono uno dei simboli della Slovenia, tant’è vero che erano pure sul rovescio del tallero, la moneta slovena precedente all’entrata in vigore dell’euro. E un drago è simbolo di Lubiana. Infatti secondo il mito, l’eroe Giasone, risalendo il Danubio dopo aver rubato il vello d’oro e abbandonato Medea (con le conseguenze tragiche che tutti noi conosciamo), uccise il drago che terrorizzava la zona paludosa e selvaggia dove secoli dopo sarebbe sorta Emona, la futura Lubiana. A proposito, una precisazione: nei tempi antichi si riteneva che il Danubio, alias Istro, sfociasse sia nel mar Nero sia nel mar Adriatico. Ecco perché oltre all’Istria ben nota a italiani e sloveni, c’è ad esempio un Histria in Romania, vicino Costanza.

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foto: Arne Hodalic, Postojnska jama d.d. Postojna

Il drago ucciso da Giasone è il simbolo di Lubiana, e lo si trova anche nel vessillo comunale che sventola sul Castello che domina la città. C’è addirittura un ponte molto noto, lo Zmajski most (Ponte del drago), dove delle affascinanti sculture di draghi si affacciano sul fiume Ljubljanica, appollaiate sui piedistalli come sinistri uccelli di rame. Inutile dire che è anche una delle attrazioni di Lubiana preferite dai più piccoli… Ogni volta che andiamo a trovare i parenti nella capitale mia figlia, che ha 2 anni, non si stanca mai di farsi raccontare la storia di Giasone e degli argonauti che accoppano il drago.

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Ponte dei draghi (foto: D. Wedam, fonte: Slovenia.info)

Ma il drago non è appannaggio solo della capitale, anzi! Per esempio una leggenda della zona di Slovenske Konjice, nell’est della Slovenia, racconta che mille anni fa all’interno del monte Konjiška gora ci fosse un lago custodito da un mostruoso drago. Ogni primavera gli abitanti del luogo gli offrivano in pasto una vergine, in modo da scongiurare che drago sommergesse il villaggio con l’acqua del lago. Stavano per donargli la bella contessina Marjetica, quando giunse il cavaliere Jurij, che uccise il drago e salvò la contessina. Com’è evidente, in questa leggenda medievale coesistono elementi legati al ciclo delle stagioni, al mondo cavalleresco e alla religione cristiana ricorrenti nel folklore sloveno.

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Il nome dell’eroe che uccide il drago (Jurij, cioè Giorgio), per esempio, è un chiaro riferimento a San Giorgio, uno dei santi più noti e amati della Cristianità. Secondo gli esperti la leggenda collegata al santo ha le sue radici in antiche tradizioni pagane che celebrano l’avvento della primavera: non a caso la festa di San Giorgio ha luogo il 23 aprile, quando ormai l’inverno è solo un ricordo. È interessante notare poi un parallelismo tra la leggenda di Slovenske Konjice e leggende simili nella provincia di Ferrara, da sempre molto devota a San Giorgio; come si può leggere in un articolo della Nuova Ferrara, “nella credenza popolare dell’alto Medioevo, il Po ed altri corsi minori venivano considerati la tana di un drago che San Giorgio avrebbe ucciso salvando così gli abitanti”.

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Castello di Ptuj (foto: D. Mladenovič, fonte: Slovenia.info)

Il culto di San Giorgio è molto diffuso in Slovenia. Pirano ha come patrono San Giorgio, e il duomo della città è dedicato proprio a lui. Anche Lubiana ha come santo protettore proprio San Giorgio, e lo stesso può dirsi per Ptuj, città della Slovenia nordorientale famosa per i suoi centri termali; a tale riguardo, è interessante notare come i draghi fossero l’animale totemico dei daci, popolazione sconfitta proprio da Traiano, il fondatore della colonia chiamata Ulpia Traiana Poetovio (alias Ptuj). E proprio a Ptuj, incastonato in uno dei muri del castello del XIII secolo, si può vedere addirittura un Uroboro: un drago che si morde la coda, simbolo antichissimo che rimanda all’eternità.

 

Immagine di copertina in alto: Ponte dei draghi (foto: Arhiv ZTL Slovenia.info). Maja Slivnjak, autrice dell’articolo, è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia.

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