Lifestyle
Il piccolo riparatore che è nato in me
In questo ultimo anno, complice la mascherina stampata in faccia che ho e tutta quella serie di misure precauzionali per cui non entra in casa nessuno tranne me, mia moglie e le figlie, mi sono deliziato nello svolgimento di tante piccole riparazioni. Piccolissime cose, ma è anche vero che è dai piccoli particolari che si giudica un buon genitore. Da alcuni giorni sono alle prese con una di esse, una stupidata, ma giuro mi sta dando filo da torcere. Nella nostra camera matrimoniale abbiamo un bellissimo armadio di bianco laccato, sei ante in tutto, equamente distribuite tra me e mia moglie. E’ proprio in una di quelle da me utilizzate che è successo qualcosa. Si è staccata una piccola placca di metallo, messa a proteggere il bianco dell’armadio dall’insistenza della chiave. A reggere la placca due chiodi, né troppo piccoli, né troppo grandi. E lì sta il problema. Nel mio cassetto degli attrezzi chiodi di quella misura non ne ho, e non ne ho mai avuti.
Ho provato allora a intervenire con alcuni chiodi più piccoli che avevo, ma niente da fare. E ieri, dopo vari tentativi falliti, mi sono deciso a andare dal ferramenta. Ho portato con me la placca, l’ho fatta vedere all’uomo al bancone, ho chiesto dieci chiodi di numero che andassero bene, lui me li ha dati, li ha messi in una bella busta di plastica trasparente insieme alla placca da fissare, ho pagato, e lui è sembrato dirmi ‘vai con Dio’ (per non dire ‘vai al diavolo’). Tornato a casa ho cercato di mettere subito a posto l’armadio. Ho estratto un chiodo da quella bella bustina che tenevo nel segreto della tasca, mentre avevo nella mano sinistra già pronto il martello per risolvere definitivamente la cosa. E’ bastato però inserire il chiodo nel piccolo foro dentro cui doveva andare per far venire giù tutto il mio castello di carte. E il piccolo chiodo che avevo appena comprato è andato a fare compagnia ai suoi compagni chiodi giù per terra, perdendosi alla mia vista.
Stamani quel piccolo riparatore che è nato in me in questo ultimo anno si è fatto vivo.
– Ehi -, mi ha detto, – non arrenderti.
Mi sono voltato ma non c’era nessuno.
– Ehi sono qui -, mi ha detto quella vocina.
Ho guardato ovunque, poi ho capito che quella vocina veniva dalla mia spalla sinistra.
– Basterebbe tu usassi un po’ di carta stagnola, cerca di arrotolarne poca sul chiodo, poi prova a infilarlo con il martello, con delicatezza, la carta stagnola farà da spessore.
Come avevo fatto a non pensarci?
La soluzione l’ho già data per buona, senza nemmeno averla ancora testata, conto di farlo stasera, ma appena quell’idea si è installata nella parte più operativa di me, ho provato una sensazione di liberazione. Ci sono piccole riparazioni da fare ogni tanto, io sono sicuramente il meno adatto anche alla più banale di esse. Qualcosa da stasera però potrebbe cambiare, sperando che quei due chiodi dopo le martellate restino al loro posto. Sarebbe un piccolo miracolo, una piccola riparazione, ma la vita, forse, è bella proprio per questo, per tutti i piccoli miracoli con cui ci può sorprendere ogni giorno.
Devi fare login per commentare
Accedi