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Il discreto fascino prefemminista di Zsa Zsa Gabor
Non passerà alla storia come una grande attrice. Né verrà ricordata per la sua stravolgente bellezza, o l’irrefrenabile simpatia. Eppure qualcosa di unico Zsa Zsa Gabor – ungherese d’origine, morta a Los Angeles per un infarto a 99 anni – lo aveva: l’intelligenza.
L’intelligenza che aveva fatto di lei, Miss Ungheria nel 1936, prima un’attrice (con 30 pellicole all’attivo), dunque la protagonista del jet set hollywoodiano. Il merito? Di una lunga sequenza di mariti importanti – dal primo, il diplomatico turco Burhan Belge, proseguendo con Hilton, George Sanders, che anni dopo avrebbe sposato sua sorella Magda, l’imprenditore newyorkese Herbert Hutner, il petroliere Joshua Cosden, il creatore della bambola Barbie Jack Ryan, il suo avvocato divorzista Michael O’Hara, il conte messicano Felipe de Alba, il principe Frederic von Anhalt, 30 anni più giovane di lei -, e soprattutto di un’incredibile ironia.
La sua vita è costellata da scelte e da massime che ti fanno riflettere su come, anche negli anni Quaranta, esistessero delle eccezioni. Donne instancabili, felici di passare da un marito all’altro, capaci di infischiarsene del parere altrui. Anzi: di farsi una nomea vincente sull’altrui dissenso. E in questo Zsa Zsa Gabor è riuscita a diventare immortale. Con quei suoi completini rosa confetto, i capelli biondi cotonati, il naso rifatto in modo talmente evidente da risultare simpatico, e poi l’aria di quella che se ne infischia. Che sì, fa l’attrice, ma la vita è altrove: non sul set – per quanto fu protagonista di Moulin Rouge nel 1952 e in Lili l’anno successivo, e ancora La regina di Venere e La bambola di pezza -, ma nei letti matrimoniali (dove incontrare fascinosi ragazzi, bruttissimi milionari, suadenti flirt) e nelle parole.
In quelle battute geniali che hanno creato di lei un mito fatale, e anche un po’ cinico. Avamposto di un femminismo glitterato.
Le migliori? Fin da quando ero ragazza, preferivo la compagnia dei maschi a quella delle donne. Mi concentravo sul più indifferente degli uomini, e lo struggevo fino a quando non diventava il mio schiavo. E poi: Sono una perfetta casalinga: ogni volta che lascio un uomo, mi tengo la sua casa. E, ancora: Mai disprezzare quello che si legge sui femminili: può non essere sottile, ma neanche gli uomini lo sono. E, soprattutto: Divorziare perché non si ama più un uomo, è altrettanto stupido che sposarsi perché lo si ama.
La sequenza è interminabile. La migliore, che tutte le donne moderne dovrebbero adottare è una regola di vita. “Non mi ricordo il nome di nessuno. Secondo voi come è cominciata la storia del tesoro?”. Già, e per voi come è cominciata?
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