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Addio portafoglio: come la tecnologia NFC rivoluzionerà il nostro quotidiano

3 Novembre 2014

Siamo passati da un mondo analogico, fatto di atomi, a un mondo digitale, fatto di bit e informazioni che – almeno in teoria – possono viaggiare alla velocità della luce per tutto il pianeta in un battito di ciglia. Se prima la burocrazia era legata alla carta e a documenti che, molto spesso, sparivano proprio nel momento in cui ci sarebbero serviti, oggi una delle cose peggiori che ci possa capitare è dimenticarci la password del nostro conto corrente virtuale. O, che Dio ci scampi, perdere lo smartphone. Ma l’evoluzione della tecnologia ci viene in aiuto e tramite le modalità di pagamento e autenticazione note come NFC (Near Field Communication) potremo molto presto lasciare a casa, insieme al nostro portafoglio, anche molte delle nostre preoccupazioni.

Molti aspetti della nostra vita sono andati incontro a un processo di «smaterializzazione»: è cambiato il modo in cui lavoriamo, sono cambiati i telefoni, che da semplici terminali vocali sono diventati il centro della nostra vita «aumentata», e ora stanno cambiando gli occhiali e anche l’orologio – il tutto in chiave smart.

In che cosa consiste la virtualizzazione del portafoglio?

Ora sembra toccare anche al portafoglio: nel volgere di un paio di anni, tutto ciò che in esso è contenuto è destinato a smaterializzarsi in una nuvola di bit, per essere riassemblato digitalmente all’interno dei nostri smartphone. Pensiamo solo alle fotografie. Fino a pochi anni fa era normale tenere le foto dei propri cari nel portafoglio. Oggi sono tutti nella gallery. La tecnologia NFC permetterà di virtualizzare carte di credito, carte fedeltà e coupon, ma anche documenti di identità, abbonamenti ai mezzi pubblici, biglietti aerei e anche le chiavi della macchina, delle stanze d’albergo e persino della nostra casa. Niente più chiavi sotto lo zerbino.

Il nostro Paese non è certo il primo della classe in termini di alfabetizzazione informatica; ma gli italiani non si sono mai sottratti alle seduzioni della telefonia mobile, lasciandosi affascinare da ogni nuovo gadget lanciato sul mercato. Secondo We Are Social il 41% della popolazione possiede uno smartphone, mentre il 30% di questa porzione molto ampia di consumatori ha effettuato almeno un acquisto tramite il suo terminale.

Proprio in questi giorni Telecom Italia ha presentato TIM SmartPAY, la prima carta prepagata per il Mobile Payment dedicata a tutti i clienti TIM, che, con la partnership di Intesa Sanpaolo e di Visa Europe, assicura la possibilità di realizzare acquisti in modalità contactless. L’etichetta, solo in apparenza esoterica, indica in realtà un processo di semplificazione della nostra vita quotidiana, dal momento che esaurisce le formalità alla cassa senza inserire la carta di credito nel POS – e, per la verità, senza nemmeno dover portare con sé la tessera magnetica e il portafoglio che la ospita. Per completare la transazione commerciale, basta avvicinare lo smartphone all’oggetto desiderato, ad una distanza non superiore a dieci centimetri. Poi in cassa si avvicina il terminale al POS e si autorizza l’operazione. Facile e sicuro, allettante anche per chi non è avvezzo a scaricare lo stress da anomia urbana nello shopping compulsivo. Alfonso Mariconda, responsabile Foundry & Project Management in ambito Strategy & Innovation di Telecom Italia, riferisce che già oggi 11 milioni di telefoni sono abilitati a gestire pagamenti in modalità NFC. Sul circuito Mastercard gli acquisti conclusi tramite dispositivi contactless nei primi tre mesi del 2013 sono stati solo 150 mila; la stima per l’ultimo quarto del 2014 ammonta invece a oltre due milioni e 300 mila transazioni. I dispositivi NFC si preannunciano non come un giocattolo per nerd, ma come una rivoluzione nel mercato di massa.

Dove si usa la tecnologia NFC?

Mariconda calcola che entro la fine dell’anno verranno rilasciate sul mercato altre 800 mila SIM pronte ad armare i nostri cellulari con app e carta di credito. L’Expo sarà sicuramente un acceleratore per questa modalità di scambio commerciale; ma già ora le più importanti catene di vendita del Paese hanno stretto convenzioni con i tre attori principali che assicurano il successo della nuova tecnologia: gli operatori di telefonia, le banche e i circuiti di pagamento tramite carte di credito. Secondo il Politecnico di Milano i POS abilitati agli acquisti contactless sono cresciuti del 67% tra il 2013 e il 2014, passando da 150 mila a 250 mila unità sul territorio nazionale. Il tessuto di accordi che sostiene l’uso della carta prepagata TIM SmartPAY, per esempio, coinvolge marchi come Zara, Trony, Autogrill, Esselunga, Kiko, laRinascente.

Perché la tecnologia NFC ci cambierà la qualità della vita?

L’innovazione introdotta dalla tecnologia NFC è soltanto in minima parte un problema di compatibilità tra dispositivi. La vera sfida si gioca sulla psicologia degli utenti. La competizione tra i grandi operatori premia chi sarà in grado di rendere tutto questo semplice dal punto di vista della user experience. Si tratta infatti di un vero e proprio mutamento culturale e non solo dell’introduzione di un nuovo gadget tecnologico.

I vantaggi, tuttavia, sono facilmente quantificabili. Uno studio, per esempio, ha constatato che ci accorgiamo di aver perso il portafoglio dopo circa due ore. Ma, quando l’oggetto smarrito è lo smartphone, l’intervallo di tempo si accorcia ad appena cinque minuti. E se perdere carte e documenti comporta tutto uno stress nelle azioni di bloccare le nostre carte e denunciare alle autorità lo smarrimento dei documenti, una volta che tutti questi sono stati virtualizzati, sarà sufficiente una sola telefonata per bloccare qualsiasi carta che si trova nel portafogli virtuale. Il problema, data la scomparsa delle cabine telefoniche, sarà soltanto trovare qualcuno abbastanza gentile da prestarci il suo telefono per chiamare il 187.

Quanto è sicura la tecnologia NFC?

La SIM è senza alcun dubbio uno dei dispositivi elettronici a più basso rischio di hacking o manomissione. Apple e Google stanno ognuna presentando le proprie modalità di pagamento e il loro ingresso nel mercato influenzerà sicuramente l’adozione di massa di queste nuove tecnologie. Ci sono, tuttavia, delle sfumature da chiarire, parlando del vantaggio dell’NFC rispetto ad altre tecnologie di pagamento in prossimità. Nel caso di Google, i suoi Nexus non supportano questa tecnologia e GoogleWallet, per esempio, permetterà sì i pagamenti in prossimità, ma solo tramite la connessione alla nuvola. Ciò rischia, tuttavia, di creare dei problemi. Se nel caso dei pagamenti online via cloud la sicurezza ricade infatti sulle buone abitudini e la cultura digitale degli utenti, per quanto riguarda l’NFC l’affidabilità dello strumento ricade sull’operatore telefonico e il sistema eredita tutta la sicurezza già assicurata dalla SIM. L’NFC è in questo senso molto più sicuro di altri metodi di trasmissione dati come il Bluetooth o il WiFi: non è intercettabile e unisce la confidenza che proviamo nell’avere a che fare con il mondo degli oggetti fisici alla velocità e alla comodità di quello virtuale.

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