Diritti

L’accoglienza a Roma: nel centro minori un inverno senza riscaldamento

10 Febbraio 2015

Senza riscaldamento e con poca acqua calda. Vivono così da mesi 23 minori in un centro di accoglienza di Roma. Gli operatori cercano di tamponare la situazione come possono: «Proviamo a scaldarli con the caldo, di più non abbiamo», spiega Valentina Greco, operatrice sociale e delegata dell’Unione sindacale di base. A nulla sono servite le tante segnalazioni alle istituzioni «nessuno ha ancora trovato una soluzione», continua Greco. Stamattina della vicenda si sono interessati il senatore del Pd Luigi Manconi e l’assessora al Sociale Francesca Danese che hanno visitato il centro Salem: entrambi hanno dichiarato che si impegneranno per risolvere il problema.

Non stupisce più di tanto la situazione della struttura di via del Frantoio 21, d’altronde siamo nel paese  in cui ieri 29 persone sono morte assiderate in mare nel tentativo di raggiungere le coste italiane. La maggior parte di loro ha perso la vita sulle motovedette della Guardia Costiera, a circa 100 chilometri da Lampedusa. «Probabilmente con Mare Nostrum non avremmo avuto tutte queste vittime», ha dichiarato il direttore sanitario di Lampedusa Pietro Bartolo. Ma con il nuovo programma Triton salvare vite umane viene dopo avere difeso i confini.

Quelli che in Italia arrivano vivi entrano nel circuito dell’accoglienza. Un sistema malpensato in cui si è infiltrata la criminalità, come è stato svelato dall’inchiesta Mafia Capitale. Salem, però, era già senza riscaldamento prima che scoppiasse il bubbone che ha portato in carcere, tra gli altri, Carminati e Buzzi (presidente della 29 giugno, consorzio di cui fa parte anche la Abc, la cooperativa che gestisce il centro di via del Frantoio). Pare, infatti, che sia stata cancellata l’utenza. Ipotizziamo che da una o più bollette non pagate il fornitore di gas abbia interrotto il servizio che nessuno si è poi premurato di ripristinare.

Mentre quindi c’era chi si arricchiva, ragazzi minorenni restavano al freddo, assistiti da operatori «sottopagati con contratti precari e turni di lavoro massacranti, ridotti a un lavoro di portierato e di controllo a discapito di un vero servizio di accoglienza verso i richiedenti asilo, rifugiati e migranti», raccontano gli stessi lavoratori che il 23 febbraio alle 10 scenderanno in piazza dell’Esquilino a Roma per chiedere accoglienza e lavoro dignitosi e per dire basta allo sfruttamento e al business dell’accoglienza.

 

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.