Società

La felicità dei partigiani come “invenzione” oggi

25 Aprile 2021

Nelle bande partigiane italiane è avvenuta una sperimentazione alternativa, nel cuore del Novecento, a quella sempre più in espansione e sempre meno efficace dei partiti. E’ stata questa sperimentazione, di breve durata ma carica di “invenzione” di nuovi orizzonti politici, a rendere possibile la felicità dei partigiani. La felicità della lotta dei pionieri, scopritori di un “nuovo modo” di organizzarsi. [1]
Lo sappiamo quanti partigiani hanno perso la vita per la libertà. Lo dobbiamo anche a loro se oggi possiamo essere così indifferenti, anche della gratuità della nostra stessa libertà. Loro hanno trovato il coraggio, di ribellarsi, a condizioni assurde di oppressione che noi, molti anni dopo, possiamo solo immaginare. Questa resistenza opposta al potere (fascista e miserabile), ci ha regalato questa idea di libertà alla quale oggi ci riferiamo. La rendiamo però un po’ vana, se lasciata alla sola commemorazione del giorno della Liberazione.
Bisogna cogliere l’occasione per “diventare” felici. Ogni 25 aprile e ogni giorno! La retorica non ci basta. Anche se non abbiamo i fucili puntati c’è, oggi, di che lottare, e lottare diventando felici. Credo che i tanti sacrifici solo così non saranno stati vani.
E allora iniziamo col dire che il “potere” non merita di essere accettato fin dall’inizio del “gioco”. E non si tratta di dire che ogni potere è malvagio, o di tendere a una società senza rapporti di potere. Non è possibile. Ma si tratta di mettere il non-potere e la non-accettabilità del potere al primo posto nel nostro pensarci come comunità, mettendo in questione tutti i modi in cui lo accettiamo…[2] È un atteggiamento indocile e ragionato, critico nei confronti delle condizioni di non libertà, di costrizione, che quotidianamente determinano le nostre esperienze; una non-accettazione attiva delle determinazioni che ci attraversano nei contesti delle nostre vite, per cercare in noi stessi la nostra stessa elaborazione, quale forma principale di ridefinizione dei rapporti di potere.
L’uomo moderno, per Baudelaire, “è colui che cerca d’inventare se stesso, nell’ora in cui il mondo intero s’immerge nel sonno, lui si mette al lavoro e lo trasfigura…”[3]

Buona “invenzione” della felicità.
Buon 25 Aprile

Ringrazio tutti coloro che vorranno intervenire con suggerimenti e riflessioni.

Salvatore Picconi

[1] V. Romiteli, La felicità dei partigiani e la nostra. Organizzarsi in bande
[2] M. Foucault, Del governo dei viventi
[3] M. Foucault, Che cos’è l’Illuminismo?, in Archivio Foucault 3

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