Società
Intelligenza Artificiale: realtà o fantascienza?
L’Intelligenza Artificiale è argomento di attualità, affonda le origini nel lontano 1968, anno in cui il film “ 2001 – Odissea nello Spazio” affascinava gli spettatori di tutto il mondo di fronte alle potenzialità di un infallibile computer di bordo dell’astronave Discovery1. Tuttavia, al suo primo errore durante la missione spaziale, scoprendo di dover essere disinstallato, il computer comincia a progettare di eliminare l’intero l’equipaggio. I computer e l’intelligenza artificiale convivono con la nostra società in continua evoluzione e il progresso tecnologico comincia a porsi domande, fonte di intenso dibattito, riguardo a temi legati all’etica, e sempre più incalzante è la domanda: ”Qual è il destino della razza umana dinanzi al sopravvento della tecnologia?”. Le macchine, sempre più perfezionate, cominciano a sviluppare linguaggi autonomi, sebbene controllate dal suo stesso inventore -l’uomo- e persino Zuckerberg pare abbia affermato che i robot cominciano a comunicare in modo inaspettato, sottolineando le potenzialità nel bene e nel male dell’IA. Questa tecnologia emergente, risulta di particolare vantaggio ed applicazione in svariati campi – dalla diagnosi di malattie all’utilizzo di macchine senza guidatore, ma non tutti gli scienziati condividono la positività dell’avvento di tanta inventiva. Elon Musk, fondatore di Tesla e Bill Gates hanno ammesso che l’intelligenza artificiale può portare conseguenze inaspettate, ipotizzando persino la fine del genere umano perché, a differenza dell’uomo che “è stato programmato” per avere un’evoluzione biologica lenta, i robot hanno la capacità di riprogrammarsi a velocità sempre maggiori e sono sempre più in grado di imparare linguaggi nuovi e decifrare le emozioni umane.
L’IA è capace di distorcere le informazioni, di corrompere la conoscenza, al punto che, i leader di diversi paesi del mondo hanno paragonato il rischio dell’evoluzione tecnologica a quello delle armi nucleari e delle pandemie. I sondaggi parlano chiaro, ansia ed entusiasmo nei confronti di questo argomento viaggiano su binari paralleli perché, seppur allettanti, le applicazioni che vengono incontro all’uomo per semplificare il suo lavoro gli impediranno persino la capacità di pensare. L’intelligenza artificiale è già “istruita” per scrivere testi, riuscendo ad immagazzinare ed elaborare una quantità infinita di informazioni e, grazie alle potenzialità sviluppate in grado di comprendere il linguaggio umano, è capace di interagire con gli utenti come avviene in una normale conversazione in chat addirittura distinguendo gli stati d’animo dal tono della voce. La mente umana a lungo andare non ricorrerà neppure alla logica perché l’IA riuscirà a comporre racconti fantastici, testi di canzoni e poesie artificiali nello stile dei più grandi poeti che, con capacità innata, ci hanno lasciato un’eredità di contenuti ricchi di saggezza, di valori ed emozioni ineguagliabili.
E sono tanti gli utenti che ne fanno utilizzo perché uno dei tanti software Chat GPT si è dimostrato efficace persino nell’aiutare gli avvocati a preparare le cause e nel fornire ai medici procedure di diagnosi per alcune malattie, i sensori biometrici presenti sui prossimi veicoli, programmati con algoritmi di IA, rileveranno lo stato di distrazione o di stanchezza del conducente per migliorare la sicurezza alla guida. Le giovani generazioni rappresentano l’apertura naturale all’evoluzione e alla dimestichezza con la tecnologia al punto tale che, un giovane inventore di 18 anni, desideroso di comprendere la malattia del nonno, si è dimostrato già competente nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, realizzando un algoritmo in grado di decifrare le più piccole oscillazioni della figura umana, impercettibili all’occhio umano, per la diagnosi precoce del Parkinson. Tra le tante opportunità sono altrettanti i pericoli di questo potere tecnologico in grado di suggerire la costruzione di armi chimiche e biologiche: il mondo ha tristemente assunto le sembianze di una polveriera che semina morte e distruzione, maggiormente nel contesto di guerra a cui assistiamo da anni, dal conflitto in Ucraina a quello israelo-palestinese, e si pensa all’IA perché i gruppi terroristici potrebbero usarla per diffondere paura e distruzione su vasta scala, utilizzando gli avatar dei Presidenti per pronunciare discorsi inneggianti all’odio e alla sopraffazione. Questa superintelligenza creata dalle mani di menti geniali ma insane nelle finalità, potrebbe essere sfruttata per attacchi informatici, disinformazione o persino abusi sessuali su minori.
Molto resta da fare, maggiormente verificare l’affidabilità dei suggerimenti della tecnologia supportata dall’IA, consapevoli degli enormi benefici nelle discipline scientifiche o laddove venga richiesto di risolvere problemi complessi e soprattutto in medicina dove addirittura è in fase di ricerca l’utilizzo del software ChatGPT nella gestione della depressione: questo software è risultato quasi migliore di un medico di base perché gli strumenti risultano privi di pregiudizi legati al sesso e allo status socioeconomico. Tuttavia alcune professioni, in particolare quelle molto ripetitive e legate ad attività linguistiche, potrebbero essere penalizzate con rischio sui posti di lavoro attuali e futuri che potrebbero tendere all’estinzione: sportellisti di banca, addetti ai servizi postali, cassieri, segretari amministrativi, archivisti. Inalterate le professioni legate all’istruzione: in Giappone addirittura robot in telepresenza permettono agli studenti di partecipare alle lezioni senza essere fisicamente presenti in classe, sperimentazione legata ai tanti problemi di ansia, disabilità o disagi psicologici di bambini e adolescenti che si rifiutano di andare a scuola.
Sebbene l’IA ha palesato le sue abilità nelle intelligenze multiple di Gardner, giungendo persino a disegnare su tela e a firmarne l’opera, fortunatamente le macchine sono ancora lontane dalle abilità poetiche di Dante o dal prodigio artistico di Michelangelo. Riflettere sull’infallibilità di queste macchine meravigliose è doveroso perché gli errori delle intelligenze artificiali sono dietro l’angolo, come quello di non riuscire a discriminare uno scuolabus da un passante, gli esseri umani hanno un’accuratezza perfetta, un bambino distinguerà un bassotto da una giraffa per tutto il resto della sua vita! E’ importante fruire e servirsi delle nuove tecnologie per la crescita culturale “consapevole” delle nuove generazioni, ma all’approccio digitale innovativo per supportare i ragazzi poco attratti dalle attività didattiche in generale, bisogna affidarsi sempre alla didattica tradizionale anche sradicata dal bombardamento mediatico e tecnologico perché il semplice utilizzo di penna e carta non deve risultare obsoleto e sottolineando che non si instaurano contatti umani e legami personali con una macchina telecomandata con sembianze umane.
Albert Eistein sosteneva: ”Il progresso tecnologico è come un’ascia nelle mani di un criminale patologico”, la tecnologia è emozionante, permette di fare e creare ma auspichiamo di non andare incontro alla formula sicura per il disastro… fortunatamente difronte a tale vastità di innovazione c’è l’invenzione tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato, i libri, che non necessitano di batterie per funzionare e ricordano all’uomo le sue differenze con la macchina: il sentimento e la logica!
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