Media

Immunità di gregge

13 Giugno 2020

La quantità di notizie non coincide con la quantità di informazione recepita. Per far sì che una notizia diventi informazione serve un’elaborazione critica che la inserisca in una griglia di riferimento in grado di fornirle quel senso che essa, di suo, non possiede. Ed è quella griglia, oggi, ad essere liquidata. La mole di notizie circolanti è enorme ma ciò certo non migliora lo stato della nostra informazione. Al contrario. Questa marea montante affoga l’utente, è un leviatano che lo cannibalizza, un orco che lo sequestra e lo riduce ostaggio di un sistema mediatico in cui vige la sola legge che, oggi, conti veramente.

Quella del mercato e, dunque, del profitto.

Il ricettore di notizie viene prostituito alla compravendita e anche lui, al pari della informazione, diviene merce.

In un sistema mediatico che non può non essere asservito alla legge della domanda e dell’offerta, l’informazione è perciò ridotta a strumento di profitto e, in conseguenza, di dominio da parte di chi detiene la diffusione di quelle notizie che ne sono il surrogato commerciabile.

Il recipiente di quel surrogato diventa soggetto e oggetto di prostituzione, puttana e cliente pagante allo stesso tempo e nella stessa misura. Il suo assoggettamento viene messo in atto solleticandone (in quanto puttana e in quanto cliente) il narcisismo.

Lisciandogli, insomma, quotidianamente il pelo.

Mentre il concetto classico di narcisismo, però, faceva, per definizione, riferimento all’individuo, nella società mediatica di massa ciò che garantisce davvero, in termini di mercato globale, risultati grandiosi è quello che Fromm definiva “narcisismo di gruppo”.

In occasione di questa pandemia ne abbiamo avuto esempi magnifici.

Il gregge si è assembrato in tribù autoreferenziate e alle più esposte mediaticamente è stata elargita la legion d’onore: la tribù dei medici, quella dei paramedici, degli amministratori, dei sapienti, dei virologi, dei farmacisti ecc.

L’orgoglio dell’appartenenza si è trasmesso osmoticamente, al gregge intero ed è stato declinato infine nella fierezza cumulativa d’essere milanesi, bergamaschi, italiani e di vantarsene schitarrando. Il narcisismo di gruppo ha peraltro un vantaggio: rende obsoleto l’uso dei cani da pastore e conferma lo status a buon prezzo. Uno strumento di dominio formidabile. Stabilisce divisioni trasversali e fratellanze fantasmagoriche ma utilissime a privare di ogni mordente quelle forme di appartenenza socioeconomica (anticamente si sarebbe detto “di classe”) che, al contrario, andranno sedate con ogni mezzo giacché costituiscono, per il sistema, un pericolo micidiale.

Essenziale è che ci si senta – per motivi misteriosi ma universalmente rubricati come luoghi comuni – orgogliosi d’essere qualcosa; paramedici, maschi, femmine, cantanti, gay, neri, gialli, bianchi…tutti insieme fieri d’esser nati qui o là.

Gregge finalmente immune.

Dall’intelligenza.

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