Lifestyle
Il magico mondo di Barbie
A distanza di anni dal lontano 1959, anno in cui venne commercializzata da Mattel, la Barbie torna ad essere acclamata come la bambola più venduta del mondo ed il colore rosa che la ricorda in tutte le sue nuance, è considerato un vero e proprio fenomeno culturale. Pubblicità, spot, videogiochi, cartoni animati, discografia e l’ultimo film fantasy, sta spopolando nelle sale cinematografiche: l’estate è nel segno di Barbie, di questo marchio iconico incredibile, sono commercializzate 3 Barbie al secondo, macinando record di incassi in tutto il mondo. Anche in Italia il brand in tutte le sue sfumature ha rivoluzionato moda, accessori, casa, salute, auto e bellezza e, fra le storie di incredibili personaggi, richiama il più grande collezionista di Barbie al mondo, un medico italiano che detiene il record per le sue 10mila bambole rosa. Il Barbiecore, la tendenza moda che suggerisce di vestirsi rosa dalla testa ai piedi, con chioma platino e dettagli curati, ha fatto rispolverare ricordi d’infanzia e spensieratezza, fra le donne di generazioni diverse. Un fenomeno virale il rosa-shocking che dai Millennials alla Generazione Z si è rivelato essere un mezzo essenziale per attirare l’attenzione, un vero e proprio “stile Barbie” talvolta eccessivo e quasi kitsch.
A breve distanza dalla riapertura delle scuole, tra i primi corsi proposti ai genitori c’è quello di propedeutica musicale per avvicinare da subito i bambini al ritmo e all’armonia qualora ci si accorga dell’interesse spontaneo nei confronti della materia. A partire dalla chitarra, strumento molto amato e utilizzato per suonare in gruppo al flauto perché è lo strumento a fiato che per primo viene proposto a scuola, gli strumenti più venduti e ricercati sono in rosa.
E se nella moda femminile non è una novità il total-pink, anche nel guardaroba maschile furoreggia il Barbiecore ed il rosa esce definitivamente dallo stereotipo di genere unicamente da donna, per vestire senza distinzioni e inibizioni, ma 100 anni fa le cose erano opposte, il rosa era il colore usato per vestire i maschi! Storicamente il rosa, differente dall’attuale “rosa Barbie” era associato al colore dell’incarnato e alla corte francese, in numerosi quadri d’epoca del ‘700, i bambini monarchi erano dipinti in preziosi vestiti rosa pastello e, posavano con la massima serenità, mostrando già da piccoli la loro virile gloria di comando. Fu soltanto a partire dagli anni ’30 e 40 che gli uomini cominciarono a vestire con colori scuri associati al mondo degli affari, per distinguersi dalle tinte chiare tipo il rosa associato alla nudità e alla sessualità. Addirittura nella Germania nazista, i detenuti dei campi di concentramento accusati di essere “maschi effeminati” erano diversificati con un triangolo rosa.
Non solamente nell’abbigliamento femminile, ma anche nei beni di consumo, negli elettrodomestici e nelle automobili, la bambola Barbie ha introdotto nel mercato l’apertura al rosa ribaltando la prospettiva unicamente associata alla femminizzazione del rosa e abbattendo gli stereotipi di genere. Oggi è possibile acquistare una Fiat 500 rosa su siti di annunci: dalla commedia della famosa bambola e del compagno Ken alla guida di una Chevrolet Corvette, Barbie ha optato per un mezzo a quattro ruote più popolare, una Fiat 500 il cui marchio italiano ha poi proposto il modello Rose Gold, disponibile solo online per chi ama ostentare e per gli amanti di oggetti da collezione. Ma il rosa non è solo un colore, è un modo d’essere, è il colore dell’ottimismo e non solo.
Recenti ricerche e contributi di psicologi hanno confermato che giocare con le Barbie può far aumentare il rischio di sviluppare disturbi alimentari perché la bambola è un modello pericoloso per la percezione del corpo ideale per le bambine, mina la loro autostima a causa della visione falsata di corpi magri e perfetti e, nonostante le dimensioni del giocattolo non corrispondono certo a quello di donne del mondo reale, nell’immaginario di bambini e bambine c’è chi ha cominciato a credere di possedere difetti fisici o di imperfezioni più o meno gravi, paragonando il proprio corpo a quello della bambola. Barbie è il ritratto della salute, toglie e indossa tacchi vertiginosi restando in punta di piedi perfettamente arcuati, è uno standard irrealistico di bellezza e di aspetto fisico che però nell’ambito della Doll Therapy in particolare per i pazienti di Alzheimer ha avuto effetti sorprendenti sulla memoria, sulla capacità di relazionarsi, riducendo ira, ansia e migliorando umore e qualità del sonno.
La capacità della bambola di relazionarsi è indiscussa come il suo buon gusto, perché alla guida della sua Corvette senza motore va alla scoperta del mondo reale per giungere persino in Basilicata. Grazie agli ideatori di Barbie in town, appassionati della bambola modella, Barbie è approdata anche a Matera girando per le strade della città con grande successo suscitando interesse nel pubblico, raccontando l’Italia in modo diverso e innovativo e visto da una nuova prospettiva. Barbie, indossando i panni di una guida turistica, racconta la Basilicata e la città dei sassi attraverso un tour fotografico con tanto di sponsor pubblicizzando al meglio le situazioni e le location che l’itinerario offre, spiegando il viaggio con grande abilità didattica. E le avventure di Barbie e Ken in Basilicata prevedono una lista aggiornata di luoghi da visitare ben attrezzati e con ben 5 accessori adatti ai luoghi: fotocamera, bottiglia d’acqua, crema solare e occhiali da sole nello zaino arancione. I luoghi selezionati da Barbie sulla sua agenda sono: Craco, i laghi di Monticchio e il Vulture, Venosa, le Dolomiti Lucane con Castelmezzano e Pietrapertosa, la Val d’Agri, Matera, le Cascate di San Fele, Maratea, il Parco della Murgia Materana, i calanchi di Aliano e i diversi castelli di Lagopesole, Melfi, Valsinni….ricordando di visitare musei, luoghi sacri e osservatori della regione.
Uniche tappe non sponsorizzate, le stazioni ferroviarie o l’aereoporto a causa dell’isolamento della regione dalla rete ferroviaria nazionale e della mancanza di un aeroporto, dunque i turisti e Barbie potranno giungere in Basilicata per visitare i luoghi elencati ma solo a seguito di trasporti su gomma, bus messi a disposizione da Trenitalia e attendere decenni perché le ferrovie a Matera, promesse per la prima volta nel 1902 dal Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli, vengano dotate di rotaie e cavi elettrici avanzando il percorso in tutt’Italia. Per Barbie il problema non si pone, è tanto plastica quanto fantastica e, visto il suo fascino intramontabile e la sua fortuna di non invecchiare, potrà attendere i decenni necessari per la realizzazione delle infrastrutture ferroviarie e aeroportuali che in Basilicata rimangono un sogno nel cassetto. Nel frattempo la diva della Mattel realizzerà i sequel del suo film, o magari il cast di Barbie con i volti della politica italiana, faranno un’apparizione fra i paesini assonnati e silenziosi e le spiagge incantevoli della Basilicata ma, invece di pronunciare discorsi programmati e frasi in dotazione di vendita del tipo “La matematica è difficile!” – suscitando problemi educativi e malcontenti – Barbie-Meloni potrebbe rivolgersi a Ken-Salvini dicendo “Volendo possiamo far diventare i sogni realtà, non importa da dove vieni, ma dove decidi di andare: la Basilicata esiste, ci credi o non ci credi ?!”.
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