Giustizia
Il crimine giudiziario contro Enzo Tortora
LA RAI LO HA RICORDATO CON UN DOCUMENTARIO.
MA IN TUTTI QUESTI ANNI QUEI GIUDICI, CHE LO HANNO PUNITO, HANNO FATTO CARRIERA.
NON SO, PERÒ, SE HANNO DORMITO DI NOTTE.
NON RISPONDONO A NESSUNO DEI PROPRI ERRORI.
La Rai ha trasmesso un documentario sulla figura di Enzo Tortora. “Ho voglia di immaginarmi altrove”.
Ho scritto diverse volte sull’orrore giudiziario commesso ai suoi danni.
Come disse la sua compagna Francesca Scopelliti, in un convegno ove partecipai con lei come relatore a Maratea, nei confronti di Enzo Tortora fu compiuto un crimine giudiziario. Come ha confermato Raffaele Della Valle, suo difensore al processo di primo e di secondo grado, nel suo bellissimo libro di recente pubblicazione, ”l’Italia perse la faccia”.
Ma nonostante tutto la Corte Costituzionale non ha reso ammissibile l’anno scorso il referendum sulla responsabilità dei Magistrati, quelli che effettivamente comandano in Italia e non devono rispondere a nessuno per gli errori commessi.
Chi punì Tortora ha fatto carriera:
1-Lucio Di Pietro divenne Procuratore Generale della Repubblica a Salerno(deceduto il 6/12/2018).
2-Felice Di Persia fu promosso Procuratore della Repubblica a Nocera Inferiore ed eletto al CSM, oggi in pensione.
3-Diego Marmo è diventato Procuratore Generale della Repubblica a Torre Annunziata. Ha chiesto scusa.
4-Luigi Sansone, il Presidente che firmò la sentenza, è stato promosso in Corte di Cassazione.
Non so se in tutti questi anni- 40 dall’orribile carcerazione- hanno dormito di notte.
Tortora quando morì portò con sé nella bara il libro di Alessandro Manzoni: “Storia della Colonna Infame”, a riprova della sua innocenza.
È scritto in quel libro che i giudici seguirono nel loro convincimento non la ragione, ma la furia del giudizio popolare.
Così la gogna mediatica nei giorni del suo arresto: “aspettando l’ora buona perché si ammassassero troupe televisive e fotografi, il re di Portobello viene fatto uscire dalla caserma dei carabinieri per essere trasferito a Regina Coeli, ammanettato e con la faccia sfatta.
Sente i cameramen invocare “i polsi, i polsi!”
Dalla folla i primi verdetti: “Farabutto, ladro”.
Sulla tomba di Tortora è incisa questa frase significativa:
“speriamo che non sia un’illusione”.
A Leonardo Sciascia, pochi giorni prima di morire, disse: “speriamo che il mio sacrificio sia servito a questo Paese e che la mia non sia un’illusione”.
Devi fare login per commentare
Accedi