Società
Cieli in saldo
Ieri sera, tornando da un viaggio di lavoro, ho deciso di andare a casa a piedi dalla stazione: ero stanco, sì, ma avevo anche voglia di fare 4 passi.
Dalla stazione mi sono incamminato per Piazza Carlo Felice, e da lì in Via Roma; era da tempo che non la percorrevo di sera, e quel che ho visto mi ha lasciato di sasso. Nonostante i servizi dei telegiornali regionali avessero parlato del fenomeno, vedere di persona le decine e decine di senzatetto sdraiati sul pavimento di marmo liscio e pulitissimo della via centrale della mia città mi ha costretto a rallentare il passo e a osservare meglio.
Nel tratto di Via Roma che va da Piazza Carlo Felice a Piazza San Carlo ne ho contati 32.
32 tra uomini e donne, chi seduto, chi sdraiato, chi intento a chiacchierare con i volontari che portano coperte o cibo o anche solo il calore di quattro parole.
Uno strabismo sociale, un contrasto di strati: pareti fatte con cartoni per ripararsi dal freddo, tablet accesi, confezioni di vino da discount appoggiate ai rilievi in marmo degli ingressi dei negozi di lusso. Bicchierini da caffè e stracci, e cani accucciati che vegliano i loro padroni/amici, ciotole di riso thai condivise tra una donna asiatica e un ubriaco che offre una Moretti. E i neon, le insegne, i cartelli dei saldi.
25%, 50%, 75%
Sneakers Adidas sistemate in ordine fuori dai rifugi temporanei e notturni, e stracci, calzettoni e infradito di plastica, buste di plastica e nastro isolante per unire le giunture del cartone e contrastare gli spifferi gelati.
Non so bene che dire con questo: non ho certamente soluzioni o cose particolarmente intelligenti da dire; ho camminato e camminato, e continuavo a ripetermi che no, non pensavo che fosse così, qui. Che non fosse così grave, così esteso, così ‘normale’.
Invece è così, ed è qui, grave ed esteso. Io l’ho visto.
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