Società
Grazie Greta, che ci fai sentire vecchi e lo siamo
Venerdì 20 settembre si è svolto in tutto il mondo quella che è stata definita la più grande manifestazione ecologista mai vista e – come tutti sanno – ad averla ispirata è una ragazzina svedese di 16 anni, con le spalle magre, le treccine e la sindrome di Asperger.
Greta in poco più di un anno è passata dal manifestare sola con il suo cartello, davanti al parlamento svedese, a radunare quattro milioni di persone in 163 paesi. Come questo sia successo ha qualcosa di misterioso e provvidenziale ed ha a che fare con alcune qualità di Greta che la rendono unica: la sua reale preoccupazione per la Terra, la semplicità e immediatezza del messaggio, la sua coerenza granitica hanno saputo catalizzare i bambini e i ragazzi di tutto il mondo e noi, genitori e adulti, stiamo provando con un po’ di fatica a stargli dietro.
Proviamo a rincorrerli, tra lo stupore e la vergogna, quando li vediamo snocciolare dati che anche noi conosciamo a memoria, senza che questo abbia mai spostato di un solo millimetro il nostro stile di vita.
Era probabilmente naturale che questo desse fastidio, ci si poteva spettare che si sollevassero voci piene di “buonsenso da vecchi”, un po’ meno di sentirne e leggerne altre grondanti odio virulento, tutte tese a ridimensionare la portata di quello che sta succedendo. Era naturale perché i giovani hanno sempre dato fastidio. Tutti tranne la mia generazione, quella degli attuali 40-50enni, noi non abbiamo mai dato fastidio a nessuno essendo nati nel benessere ed essendo stati educati a considerare le nostre disgrazie lavorative come problemi personali e non di classe, e forse anche per questo fatichiamo tanto ad accogliere la lezione che ci viene dai nostri figli.
La questione però è che possiamo resistere quanto vogliamo, ma l’onda ci seppellirà. I nostri figli cercheranno nei programmi dei partiti proposte ambientali credibili e voteranno in base a quello e se ne fregheranno del leaderismo che ha galvanizzato noi, che stiamo ancora qua a parlare di Salvini e di Renzi, e grazie a Dio!
E mentre mia figlia di 7 anni mi sgrida se resto troppo a lungo sotto la doccia, sento crescere dentro una speranza che non credevo di poter provare e il desiderio di mettermi alla scuola di questi ragazzi, di imparare, per essere alla loro altezza in questa frazione di tempo nella quale siamo ancora noi a portare il fardello della responsabilità, nell’attesa fiduciosa di passarglielo, certi che sarà in mani migliori.
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