Criminalità

Giocare con il fascismo e il populismo, accanto al presepe

23 Dicembre 2014

È quasi Natale ma l’aria che tira è brutta: tra notizie di complotti guidati da estremisti di destra che vorrebbero imitare le stragi fasciste degli anni ’70 e ’80 e l’idea che si stia correndo verso la direzione di uno scontro tra culture.

C’è chi lavora, da tempo, per creare un clima di scontro tra Islam e mondo occidentale: la nascita del movimento Pegida, descritto in modo efficace da Ubaldo Villani Lubelli nel post su PotsdamerPlatz deve far riflettere.

Eppure, in Italia, tutto sembra scorrere nella normalità, come se non ci fossero anche qui movimenti politici che spingono per accentuare i toni xenofobi e razzisti, per raccogliere voti facili, puntando sul disagio e sull’effetto di una crisi che sta togliendo certezze a tutti. Alimentare la paura, manipolare l’insicurezza, diffondere il livore e l’intolleranza: un gioco facile, reso ancor più accessibile perché la politica ha perso credibilità, lasciando spazio al populista di turno. Un giorno sono gli islamici, un altro giorno gli omosessuali, poi vengono gli zingari: a quel punto sembra facile individuare il nemico e accumulare consenso.

Poi, leggi le cronache, e trovi rappresentanti politici, eletti con il centrosinistra che, pur di gestire il potere e rendere possibili affari, sono disposti ad accordarsi con ex terroristi e appartenenti a bande criminali.

Una poltiglia squallida e ignobile, capace di immaginare la possibilità di lucrare sulla gestione dei flussi di migranti, profughi e rifugiati: l’inchiesta di MafiaCapitale ha reso evidente un livello di commistione che sta demolendo il concetto stesso di appartenenza politica. Un sistema efficiente che gestiva degrado ed emergenze per trarne profitto dove bastava poco per far parte di una macchina che macina tutto: politica, affari e legalità.

Ideali ed etica sono stati gettati nel secchio per far posto a soldi facili e a un giro di potere che permette a pochi di controllare interi settori della Pubblica Amministrazione. La lealtà ai principi democratici è diventata un optional, facile da dichiarare a parole e da negare nei fatti.

Facciamo il presepe e pure l’albero di Natale ma non mandiamo in sonno la nostra coscienza: il rischio di trovarci il fascismo sulla soglia di casa è concreto e non basta fare un post su facebook per stare tranquilli.

 

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