Società

Germania: echi di nuove intolleranze a ridosso di 3 elezioni regionali.

29 Febbraio 2016

Il 13 marzo si terranno 3 tornate elettorali in Baden Wüttemberg; Renania Palatinato e Sassonia Anhalt. Una ulteriore prova per la Cancelliera Angela Merkel e la sua politica di accoglienza ai rifugiati. Dalle fila della alleata CSU il Ministro degli Interni della Baviera plaude al tetto di 80 rifugiati al giorno introdotto dall’Austria. Il presidente dei socialdemocratici della SPD Sigmar Gabriel si schiera invece a fianco della Cancelliera. Nondimeno alla luce dei sondaggi che vedono il suo partito sorpassato in Sassonia dalla populista Alternative für Deutschland si precipita a chiedere a fianco delle misure per favorire l’integrazione dei rifugiati anche di un pacchetto di investimenti di cui approfittino gli strati meno abbienti della popolazione tedesca: più soldi per l’insegnamento della lingua ai rifugiati, ma anche per scuole ed insegnanti ed edilizia popolare per tutti. Una proposta che il Ministro delle Finanze Schauble bolla come idea <di cui aver compassione>; altri indicano come troppo palesemente pronunciata solo a fini elettorali. D’altronde Gabriel ammonisce che se la CDU non interviene con un pacchetto di aiuti per i propri cittadini, rischia di essere responsabile della radicalizzazione della società tedesca. In campagna elettorale è apparso al fianco di Malu Dreyer, la Primo Ministro del Land Renania Palatinato, che non ha mancato di abbracciare le ansie per la sicurezza di molti tedeschi. <Siamo tutti d’accordo che il numero di rifugiati dev’essere ridotto in modo sostenibile> ha dichiarato. Per poi rivendicare che nel suo Land sono stati registrati tutti i rifugiati prendendo loro le impronte e controllando i casellari di polizia <vogliamo sapere che viene da noi>. Ed ancora che è insufficiente un contingente di solo 100 funzionari di polizia che il Ministero dell’Interno federale ha previsto di mandare in Grecia ad inizio marzo per garantire le frontiere esterne europee a supporto della polizia locale.

 
D’altronde, per quanto esempi che non riflettono il pensare della maggioranza dei tedeschi, le folle che gioivano e disturbavano il lavoro di estinzione del rogo dell’albergo Husarenhof, destinato ad accogliere fino a 300 rifugiati a Bautzen, o la masnada urlante <noi siamo il popolo> che ha circondato minacciosa un autobus di rifugiati a Clausnitz (il cui impatto è ridato plasticamente da Wolfram Fischer, un interprete che assistette i richiedenti asilo, in una video intervista al periodico Stern), mettono a nudo solo la punta di un iceberg. Secondo il Ministero dell’interno tedesco In meno di due mesi nel 2016 sono stati dati alle fiamme 17 alloggi per rifugiati e complessivamente sono stati commessi 118 delitti contro gli stranieri, 112 casi sono stati attributi all’estrema destra. Oltre agli attacchi incendiari la statistica del Ministero, diffusa dalla ARD il 22 febbraio, annovera specificatamente 27 atti di violenza, 43 danneggiamenti e 31 delitti di propaganda contro gli immigrati. Nel 2014 c’erano stati 203 attacchi alle dimore per i rifugiati, quasi quintuplicatisi nel 2015 salendo a 924.

 
Le fondazioni Amadeu Antonio e Pro Asyl -riferisce Patrick Gensing per la ARD- hanno da parte loro registrato complessivamente 1.239 aggressioni a stranieri, o ad edifici destinati ad accoglierli, nel 2015. A Meerane, in Sassonia, ad esempio, nel novembre 2015 un centinaio di persone hanno cercato di impedire che bus con rifugiati a bordo, caricati nella stazione ferroviaria, raggiungessero le loro destinazioni; una donna venne ferita. Sempre in Sassonia a Jahnsdorf in dicembre un gruppetto di una trentina di persone aggredì i richiedenti asilo al loro arrivo in un rifugio. E anche in questo caso ci fu un ferito. A Heinsberg, in Renania, una decina di giorni fa, 5 giovani neonazisti finiti sotto processo hanno confessato di aver massacrato di botte un anno fa almeno 3 richiedenti asilo ad una fermata dell’autobus. Poi la FAZ ha riportato che la leader del movimento Pegida Tatjana Festerling in un’intervista al Daily Mail ha incitato a prendere il forcone per cacciare le élites e che se non si possono arrestare gli immigrati bisogna sparargli.

Il Presidente del Verfassungschutz Hans-Georg Maaßen ha denunciato che il confine tra radicalismo di destra e società borghese si sta attenuando.

 
Qualche misura il Governo Federale ha già cercato di prenderla. Tra l’altro vorrebbe presentare -secondo informazioni della SZ, WDR e NDR- una proposta di legge che obblighi i servizi segreti interni del Verfassungschutz a rivelare le proprie informazioni per evitare che tra i sorveglianti degli alloggi per rifugiati possano esserci simpatizzanti di estrema destra.

 
La Cancelliera Angela Merkel ha capito che deve comunicare meglio quello che fa il Governo ed ha rilasciato un’intervista di quasi un’ora alla giornalista Anne Will. Non c’è un piano diverso al “noi ce la faremo” con cui in novembre non ha chiuso le frontiere alle masse di fuggiaschi. Frontiere che peraltro, ha indicato, erano aperte: già in luglio erano arrivati treni con 50.000 profughi dall’Ungheria ed in agosto con 102.000. Una fiumana che dopo è arrivata anche a piedi. Ma la Germania è al centro dell’Europa e approfitta del mercato comune e la Cancelliera ha chiaro il ruolo della Germania come più grande economia europea. Anche se non spiega come e quando i comuni tedeschi potranno recuperare al loro uso le arene sportive usate per accogliere i rifugiati, ribadisce che l’unica strada è tenere unita l’Europa e ripristinare Schengen. Per lei la linea di azione, per quanto suscettibile di aggiustamenti, è obbligata. Per ridurre il numero dei richiedenti asilo si deve agire nei Paesi di provenienza, ma non può essere fissato a priori un tetto delle persone bisognose di aiuto da accogliere. “La dignità dell’uomo è intangibile” è scritto nel primo articolo della Costituzione repubblicana tedesca. Anticipato al 7 marzo il Consiglio dei Ministri Europei, dovrà decidere su come aiutare la Grecia. Non l’abbiamo salvata in Europa per lasciarla cadere nel caos un anno dopo, ha ammonito. I risultati arrivano lentamente, ha dichiarato, ma ci sono. I 3 miliardi per l’accordo turco-europeo sono stati messi insieme, la collaborazione della Nato al controllo delle frontiere turche è partita ed è stato avviato il controllo dell’Egeo. Ad Anne Will che osservava che se i rifugiati sono scesi a 50 al giorno è piuttosto per tutte le barriere che trovano lungo la strada, la Cancelliera ha replicato che le soluzioni unilaterali, chiaro il riferimento ai fili spinati distesi ai confini in Croazia ed altrove, non hanno respiro. Ed ha ricordato che compito dei politici è di affrontare i problemi e trovare loro una soluzione razionale di lunga durata. Tra due settimane il voto nei tre Länder tedeschi.

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