Società

Francia sola andata: il viaggio alla scoperta di un paese che cambia

4 Luglio 2016

Chi ha paura del Front National? È la domanda che si sono posti Francesco Altavilla, Gianluca Durno e Stefano Galimberti, tutti e tre giornalisti praticanti e non ancora trentenni. Solo che a furia di interrogarsi hanno deciso di partire per andare a vedere che direzione sta prendendo uno dei Paesi più influenti per la politica e l’economia dell’Unione Europea. A richiamarli oltralpe: le pulsioni nazionaliste del Front National, l’emergenza migratoria, gli attentati del 13 novembre 2015, gli scontri contro la riforma del lavoro e le elezioni presidenziali del 2017 alle porte. Con tanto di video, post e illustrazioni (queste ultime a cura di Salvatore Liberti che abbiamo già avuto modo di intervistare), Francesco, Gianluca e Stefano condividono on line sul sito www.franciasolaandata.com e su Magzine,  rivista della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano, impressioni, esperienze, momenti ludici. Parlano con la gente, incontrano i sindaci, cercano notizie dal basso.

© Salvatore Liberti
© Salvatore Liberti

Sono stati già a Ventimiglia (“Ventimiglia è secondo noi il luogo ideale per iniziare un viaggio per capire come mai in un’Europa che si autorappresenta come aperta, accogliente e cosmopolita in realtà le frontiere possono ancora essere chiuse. Il presidente Hollande, del partito socialista, l’anno scorso chiuse il confine assecondando di fatto una delle richieste del Front National”) e a Marsiglia.

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In queste ore Francesco Altavilla, Gianluca Durno e Stefano Galimberti sono diretti in Bretagna. Li abbiamo raggiunti via email per un’intervista. Francesco ha risposto a nome di tutti, tranne per tre domande.

Francesco, Gianluca, Stefano, qual è il momento preciso in cui avete deciso di partire?

L’idea ci è venuta dopo il risultato delle elezioni regionali in Francia, era dicembre e il Front National non vinse nemmeno in una regione ma si affermò come primo partito di Francia. Seguivamo già da tempo la politica francese ma il risultato ci lasciò un po’ sconcertati. Dopo natale ci siamo messi a lavorare su un’idea di reportage sullo spostamento a destra del paese, e sulle eventuali conseguenze in Europa di un successo del FN alle elezioni presidenziali del 2017. Così piano piano è nato Francia sola andata.

Quanto tempo resterete in Francia?

Siamo partiti il 27 giugno e resteremo in Francia fino al 16 luglio girando per l’Esagono da sud a nord. Secondo i nostri piani l’ultima tappa dovrebbe essere Parigi.

Che tipo di viaggio immaginate? che tipo di viaggio è realmente?

Dire che viaggio sia effettivamente è difficile, siamo partiti da qualche giorno, ma l’impressione è che le domande che facciamo a giornalisti, politici e semplici cittadini non lascino indifferenti i nostri interlocutori. Forse avevamo sottovalutato le distanze da percorrere in macchina ma ci stiamo abituando.

Com’è nata l’idea di affiancare ai post e ai video le belle illustrazioni di Salvatore Liberti?

Inizialmente avevamo pensato di mettere solo fotografie, per fare capire chi fossimo. Però ci siamo resi conto che la resa “estetica” dell’operazione non sarebbe stata delle migliori. La sorella di Francesco ci ha suggerito Salvatore per illustrare il nostro viaggio. I suoi lavori ci sono subito molto piaciuti e la collaborazione si sta piano piano consolidando, ma non vorremmo svelare di più.

Vista da qui la Francia appare una nazione concentrata su se stessa, un poco delusa, ma ben consapevole delle sue potenzialità. Che ne pensate?

L’impressione che ci siamo fatti di un paese come la Francia è che i movimenti giovanili e non solo, più o meno politicizzati, siano ancora in grado di mettere in campo grandi mobilitazioni. Si pensi ad esempio a Nuit Debout. D’altra parte accanto a questa energia si fanno strada movimenti come il Front National che guadagna consensi anche in aree del paese tradizionalmente di sinistra.

In cosa Francia e Italia vi sembrano a occhio e croce vicine? in cosa distanti?

Avete memoria di una mobilitazione paragonabile a quella di Nuit Debout in Italia negli ultimi 5 anni? Noi no, né per durata, né per partecipazione. In Italia questa capacità di auto organizzazione si è un po’ persa. Un’altra differenza è che il successo della Lega Nord è infinitamente più ridotto di quello del Front National, tra quanti cercano in formazioni politiche xenofobe e anti europeiste una soluzione.

Che Europa volete?

Francesco: Non ho un’idea precisa del modello politico, certamente mi piacerebbe vivere in un’Europa in cui alla libera circolazione di mezzi e di capitali si associa quella degli individui, tutti. Immagino un’Unione Europea in cui un paese non può decidere arbitrariamente di chiudere le proprie frontiere, alzare muri senza incorrere in sanzioni serie da parte dell’istituzione centrale. Ma sono un idealista, lo so.

Stefano: Immagino uno stato federale, tipo Stati Uniti d’Europa, con una capitale politica e una legittimazione democratica con poche e concrete attribuzioni agli stati nazionali. Visti i cambiamenti radicali in corso nel sistema politico ed economico internazionale, mi sembra l’unica soluzione possibile per un’Europa che non vuole diventare irrilevante politicamente e non vuole uscire dalla storia.

Gianluca: Se parliamo di cosa vorrei e si entra nel campo dell’immaginazione, allora rispondo sognando. Vorrei un’Europa che s’ispiri ai principi del manifesto di Ventotene, tra l’altro approvato dal Parlamento Europeo nel 1948. Ciò che vedo, a mio modesto parere, non sembra andare nella direzione dettata da Altiero Spinelli. Anche lui sognava, in un periodo in cui i diritti fondamentali della persona venivano calpestati, un futuro comune per tutti i cittadini europei, appunto quello di Europa unita e solidale.

Se questo viaggio fosse una canzone, sarebbe?

Francesco: La mauvaise réputation di George Brassens

Gianluca: Bring It On Down degli Oasis

Stefano: Aida di Rino Gaetano

E se invece fosse un libro?

Francesco: Anatomia dell’irrequietezza di Bruce Chatwin

Gianluca: La coscienza di Zeno di Italo Svevo

Stefano: La rivoluzione in Francia di Alexis de Tocqueville.

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una tappa del viaggio

 

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