Famiglia
Il graffio sul cuore
Amare.
A insegnarlo, paradossalmente, spesso è un animale.
Quelli definiti senz’anima, quando l’anima ce l’hanno persino nel nome. Quelli che mai farebbero del male, se non per paura, per difendersi da esseri umani troppo distanti dai residui di una qualche smarrita umanità.
È l’amore disinteressato: adotti un figlio peloso, sapendo approssimativamente di sopravvivere oltre il tempo che la clessidra biologica gli concederà.
Potrai avere la fortuna di assistere al suo primo vagito, di osservarne l’evoluzione, la scoperta del mondo che lo circonda nella prima gioventù. Lo vedrai cambiare abitudini, approcci relazionali, la fase del dominio, dell’umiltà, del compiacimento.
Stimolerà le reazioni più disparate: rimproveri bonari per le vittime sacrificali del momento; macabri omaggi disegneranno il disappunto sulla tua faccia e non saprai se complimentarti o dissuaderlo dall’immolare, in tuo onore, piccoli trofei di caccia.
Gradualmente lo vedrai sonnecchiare più del solito, e godrai più attentamente delle sue fusa, delle sue coccole, dei suoi ruvidi bacini, del suo alito caldo.
Si ammalerà di brevi influenze, ferite poco preoccupanti, ogni tanto sarà affetto da intermittenti gelosie. Finché non subentreranno episodi più importanti, sindromi invalidanti o persino neoplasie. Tenterai di salvarlo, ti troverai costretto, spalle al muro, al dannato bivio di una scelta. Attenderai pur di non essere tu a favorire lo sbiadirsi inesorabile delle sue tenere impronte, quando stanco, sfinito dalla vivacità stretta nel lasso di un’esistenza troppo breve, sarà giunta l’ora di attraversare il ponte.
E ti resterà solo una consolazione: lo scambio reciproco di un indescrivibile sentimento d’amore.
Lo immaginerai ricongiunto alla cucciolata da cui fu strappato, a saziare contento, dalla mammella, l’arsura del latte materno. Vedrai nelle tua dita, che cercava follemente scavando con entrambe le zampine, lo strumento per la sinfonia della vostra intimità: uno sterile, improduttivo, dolce, irrinunciabile surrogato. Ti mancherà la sua salvifica compagnia, il graffio sull’anima, il ricordo di un abbraccio infinito, che dal cuore, indelebile, annidato, non volerà più via.
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