Famiglia
10 suggerimenti per prevenire il cyberbullismo
Mercoledì scorso ho avuto l’occasione, grazie ad un invito della Confartigianato di Bergamo, di confrontarmi con molti genitori ed educatori sulle forme con le quali è possibile promuovere l’educazione al digitale.
Se siamo consapevoli che il bullismo è sempre esistito, è pur vero che il cyber-bullismo ha dei contorni specifici: tanto del bullo che della vittima rimarranno tracce online.
Il fenomeno richiede attenzione normativa – come è stato fatto – ma anche una collaborazione fra famiglie e fra genitori ed insegnanti e una capillare opera di sensibilizzazione all’educazione al digitale. Ecco alcuni spunti pratici che ho voluto condividere:
– rendere tutti – genitori e ragazzi – consapevoli che tutto ciò che pubblichiamo online potrà essere visto in forma permanente, pubblica e decontestualizzata. Anche le Storie di Instagram oggi sono archiviate e accessibili da app come www.isdb.pw;
– diffondere la consapevolezza presso le famiglie che quanto avviene in Rete ha rilevanza tanto quanto ciò che accade a scuola: chiedere “com’è andata oggi su Facebook?” dovrebbe andare in parallelo con la domanda più tradizionale “com’è andata oggi a scuola?”;
– non trattare con sufficienza il digitale, ma farsi insegnare dai più giovani il funzionamento delle piattaforme: questo permetterà di interessarsene, di comprenderne l’uso, di aiutarli a discernerne il bene dal male;
– condividere le crescenti funzionalità di gestione della privacy, di tagging e blocking aiuta a trasmettere l’idea che vi è libertà laddove vi è responsabilità e aiuta a valutare l’opportunità della diffusione delle informazioni e delle foto in Rete;
– invitare a non lasciare mai online in particolare i numeri di telefono;
– rendere limitare l’uso del cellulare e dei social network parte di un patto educativo: vi sono app come Google Family Link e Screentimelabs che abilitano un uso “concordato” di tali ambienti;
– facilitare la connessione, se non in termini di conoscenza delle credenziali di accesso, almeno in termini di “amicizia” fra ragazzi e genitori o fra ragazzi e amici adulti della famiglia così da avere una maggiore attenzione al loro comportamento online;
– impostare strumenti di ascolto della Rete come “Google News Alert” o Facebook Graph Search per verificare conversazioni inerenti i nomi dei ragazzi;
– non temere di rivolgersi agli insegnanti o alle famiglie dei compagni di scuola in caso di episodi spiacevoli;
– approfittare dei tanti casi di cronaca per parlarne in famiglia e capire se vi siano stati episodi analoghi in classe e quali sarebbero le reazioni;
– valorizzare le iniziative di didattica digitale e promuovere un sguardo nei confronti della Rete improntato all’apprendimento.
La tecnologia non è né buona nè cattiva in sè: dipende dal modo con il quale la si usa. La scorsa settimana alcuni adolescenti della provincia di Varese hanno ritrovato un cellulare e l’hanno restituito. Con un selfie sorridente dedicato alla proprietaria, hanno rivendicato in un gesto la bellezza e l’intelligenza della loro età.
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