Famiglia
Buondì e buonanotte a tutti
Non comparisse in coda allo spot, la brioche del buongiorno che spunta dal 1964, lo si potrebbe scambiare per la pubblicità di un prodotto immacolato che si vende nelle zone franche ultraBio. Invece è una merendina industriale come le altre, che però ama distinguersi togliendo un 30% di grassi allo standard dei suoi simili, colazioni allo strappo che fanno tanto comodo e poco bene. Cinquantatre anni portati bene, sgnagnata ancora a tre morsi dai nativi digitali, e con un team di creativi che ribalta l’opinione pubblica con una striscia fumetto spietata: migliaia di persone si soffermeranno, acquistandola o dicendole addio poco importa, allo scaffale centrale del supermercato dove sono posizionati. Chi l’aveva abbandonata da tempo come il sottoscritto (siamo della stessa generazione) perché troppo stopposa, e in fondo priva di quella sacra golosità che cerca con tanto fervore anche la bambinetta dello spot, sarà comunque tentato di assaggiarla di nuovo. Hanno fatto Bingo, in un’opinione pubblica(ta) che ha superato da un pezzo l’orlo della crisi di nervi, ultrasensibile e paranoica: sufficiente uscire dalle nuvolette di un Mulino Bianco, quando si tratta di famiglia, per essere già in zona rischio polemica globale. Eppure ci pappiamo pubblicità pensate apposta per soggetti deficienti senza muovere un muscolo, ebeti davanti a tutto l’indigesto consolatorio o esaltato per un nulla: ma non toccate la crescita protetta, che si scatena l’inferno. Vade retro la morte, e l’ironia con lei. Crescita vista protetta da un genitore che è spesso il soggetto sprovveduto del nucleo, in ritardo sul presente e inadatto al futuro, e al quale il bambino o la bambina faranno in modo di somigliare il meno possibile. Penso anch’io come tutti che il grande sasso sparato dal cielo avrebbe dovuto seppellire la piccola assurda, ma più che per il linguaggio finto e paradossalmente glicemico, per quello che una così potrebbe diventare. Quella bambina è più improbabile dell’asteroide o meteorite che sia, proprio perché parla come un’adulta improbabile. E la forza dello spot sta proprio nella sua ambiguità: non capisci da che parte intenda dissacrare, e così facendo dissacra tutto.
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