Famiglia

Anche un gay puo’ essere un bravo genitore: lo pensano 7 italiani su 10

26 Gennaio 2016

Leggo stamattina un’affermazione sconvolgente del cardinal Bagnasco: “le adozioni gay non sono un diritto”.  Lascio ad altri la dissertazione sui diritti e doveri, che per altro si inserisce in una più ampia considerazione sull’abbattimento demografico in corso nei paesi occidentali avanzati e probabilmente, almeno secondo molte previsioni, nell’intero pianeta.

Mi limito a portare un dato che rispecchia l’opinione pubblica sulla questione. Oltre il 70 % della popolazione italiana pensa che anche i gay possano essere dei bravi genitori.

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Vorrei resistere alla tentazione di commentarlo, per rinforzarne l’evidenza. Certo non voglio sostenere che non ci siano spazi riflessione critica su quello che la scuola di Francoforte definiva ancora ‘la volontà delle masse’. Ma proprio perché ci siano è importante partire da questo dato. Mi limiterò dunque a poche e semplici conclusioni, su cui non possiamo trovarci in disaccordo.

La società ha introiettato, elaborato e restituito nuovi pattern di comportamento, modelli di convivenza e valori. La centralità degli affetti è indiscutibilmente presente in questo modo di intendere l’autenticità e in definitiva la vita. Una rivoluzione silenziosa ha travolto, ben prima delle borse, barriere e pregiudizi  costruiti sulla base di esigenze tipiche dell’economia fordista e sui suoi principi di produzione e consumo.

Si impone un nuovo modo di intendere la parola stessa ‘felicità’ a partire dalla condivisione e dalla relazione come co-costruzione di un senso comune. L’interiorizzazione della morale è la grande spinta che ispira oggi le coscienze a ricercare il bene attraverso il cuore e le emozioni e non solo la facoltà intellettuale del  giudizio e le sue ideologie.

Questo piano interessa prima di tutto la sfera della famiglia e dai rapporti personali più significativi. Ci vorrà del tempo perché si trasmetta alle istituzioni e alle organizzazioni ma la traccia è già tutta qui. Altro che sharing economy, se non sapremo fare questo semplice passo. Questo piano interessa prima di tutto la sfera della famiglia e dai rapporti più significativi ad essa intrinsecamente connessi. Ci vorrà del tempo perché si trasmetta alle istituzioni e alle organizzazioni ma la traccia è già tutta qui.

 

Fonte: Indagine Atlas su un campione di oltre 2700 soggetti tra i 18 e i 74 anni, rappresentativo della popolazione per sesso, fasce di età e aree geografiche.

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