Società

Europa e non solo, un’estate con il virus, pregando che non torni il lockdown

26 Giugno 2020

Poteva bastarci la primavera, ma è solo colpa nostra, oppure no. Fatto sta che dobbiamo continuare a convivere con il virus, anche ora che inizia a farsi sentire l’estate, con le spiagge roventi e il fresco della brezza marina.

Boris Johnson ha detto che l’Inghilterra è pronta per terminare il lockdown, a partire dal 4 luglio basterà un solo metro come distanza minima per evitare la diffusione del Covid-19. L’UK apre dunque le porte ad una stagione in cui potranno lavorare di nuovo numerose attività, tra cui pub e ristoranti, mentre Scozia, Irlanda del Nord e Galles potranno scegliere se allinearsi o meno. Non si tratta solo di spavalderia, messa da parte l’idea della immunità di gregge – ora che il Regno Unito è a tutti gli effetti il Paese europeo con più morti per Coronavirus -, Johnson ha chiarito che non ci saranno esitazioni “nell’usare il freno e reintrodurre nuove restrizioni, anche a livello nazionale, se necessario“. Dai 943 decessi giornalieri, che costituivano il picco del periodo più nero, oggi la media si attesta sui 130 e BoJo si dice abbastanza sicuro che il National Health non verrà nuovamente travolto, anzi ha rilanciato proponendo di fare un bel giro dei pub di tutta Inghilterra, appena verranno riaperti.

In Portogallo la situazione è praticamente all’opposto, il primo ministro Antonio Costa si è visto costretto ad un nuovo colpo di mano per quindici municipi dell’area metropolitana dii Lisbona, lunedì scorso ci sono stati 259 nuovi casi positivi e il governo ha dovuto prendere provvedimenti immediati. La polizia è tornata in strada per evitare assembramenti e controllare i locali come i bar che dovranno chiudere alle ore 20. “È chiaro che la situazione di Lisbona e della Valle del Tago è diversa da tutte le altre – ha detto Costa -. Ecco perché, se nel resto del Paese si va verso un’abbandono dello stato d’allerta, non si può fare altrettanto per l’area metropolitana di Lisbona”.

In Germania è esploso un nuovo focolaio di coronavirus nel mattatoio (non sarebbe l’unico) Toennies di Rheda-Wiedenbrueck, le autorità hanno ritenuto opportuno ripristinare il lockdown nel distretto di Guetersloh, che conta almeno 360mila abitanti. Lothar Wieler, presidente del Robert Koch Institute, ha fatto sapere che non è ancora chiaro perché i macelli siano diventati “centri di infezione”, ma ha chiarito come le basse temperature e i luoghi chiusi potrebbero essere determinanti per la sopravvivenza del virus.

Nuova impennata dei contagi anche in Croazia, in una situazione che aveva ormai da tempo trovato una stabilità, così come in Spagna, dove focolai sono scoppiati nella regione dell’Aragona, colpendo soprattutto le città di Binéfar, Zaidin, Fraga e Monzón, e diffondendosi in fretta fra i lavoratori delle aziende agricole che raccolgono frutta. In Bulgaria sono tornati a salire i casi ed è subito scattato l’uso di mascherine nei luoghi pubblici e nei luoghi chiusi.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in guardia l’Europa, perché una nuova impennata dei casi di covid potrebbe mettere di nuovo a dura prova i sistemi sanitari. “In trenta Paesi abbiamo rilevato casi ulteriori (di Covid) nelle scorse due settimane. In undici di questi paesi, l’accelerazione dei contagi ha provocato nuove insorgenze virali, che se trascurate sottoporrano nuovamente a stress i sistemi sanitari europei”, ha detto Hanks Kluge, direttore regionale OMS per l’Europa.

E negli USA? Anthony Fauci, massimo esperto di malattie infettive e consigliere della Casa Bianca, ha relazionato lo scorso 23 giugno al Congresso spiegando che il virus non andrà in pausa per l’estate. Tant’è vero che paesi climaticamente roventi come Texas, Arizona e Florida, vedono aumentare il numero di contagi. Come in Europa si va a “spot”, cercando di limitare i danni, mettendo viaggiatori in quarantena e tenendo le terapie intensive ad un ritmo insostenibile, “al 97% della loro capacità”. Questa volta l’America, nord e sud, è stata colpita in egual modo dalla violenza del virus, in USA non si riesce a tenere l’indice di contagio sotto l’1 in più della metà degli Stati mentre dal Messico in gìù si superano i 2 milioni casi (di cui un milione solo in Brasile) con 100mila morti.

Nel medio oriente preoccupano invece Israele e Iran. Netanyahu ha ordinato un maggior distanziamento sociale mentre nel paese storicamente nemico, Iran, il 24 giugno si sono registrati 212.501 contagiati, con l’aumento sostanziale di ben 2531 casi in un solo giorno.

In Italia salgono a 10 i nuovi focolai, una situazione non facile, che ha ripreso a destare attenzione nonostante l’indice di contagio, nei confini nazionali, è estremamente contenuto. Nelle ultime ore si è registrato un caso molto importante di contagi a Mondragone in provincia di Caserta, sotto attenzione anche Palmi, Porto Empedocle, Roma, Prato, Pistoia e Bologna e Bolzano. Un riacutizzarsi inatteso che il virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia di Padova, ha commentato drasticamente come anticipatore di un ipotetico nuovo lockdown. Senza vaccino non ci sarebbe altro da fare: “La malattia nel mondo circola, in un giorno ci sono stati 180mila casi. Chi non ha fatto il lockdown ha problemi. Basta vedere la Svezia oppure il Brasile. La chiusura deve essere tempestiva. La Germania, che ha avuto problemi nei mattatoi, nel giro di tre giorni ha bloccato due distretti”.

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