Immigrazione

E i terremotati? E gli italiani senza casa? Pure tacere è già fare qualcosa

5 Gennaio 2019

Un giorno Gesù, prossimo alla sua morte, viene avvicinato da una donna durante un pranzo in casa di amici.

Una donna rompe un vaso di alabastro, pieno di nardo, un olio profumato di gran valore e unge Gesù sul capo. Suscitando l’ira dei presenti: «Perché si è fatto questo spreco d’olio? Si poteva vendere quest’olio per più di trecento denari, e darli ai poveri».

Il racconto di un’antica e mai sopita competizione.

Oggi assume altri contenuti. I naufraghi stranieri abbandonati su una nave in mezzo al mare da giorni? Pensiamo piuttosto ai terremotati da anni senza casa.

E via così, in un campionario in cui “prima gli italiani” funge come un ritornello per alimentare una competizione in cui non c’è vincitore ma solo perdenti.

Il realismo delle parole di Gesù mette fine ad ogni gara: “i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene”.

Va dritto al bersaglio Gesù: non cercate scuse o pretesti per difendervi dalla puzza, dalla sporcizia, dalla fame dei poveri.

Quelli ci sono, ci saranno sempre.

A chiedere pane, salute, giustizia, accoglienza. Fare una classifica per stabilire il povero vero è solo una giustificazione per girare la faccia dall’altra parte. Quando i poveri sono tanti e sono veri, l’impotenza a cui mi inchioda la mia fragile umanità, mi fa sentire cattivo. Non riesco ad essere buono, i poveri sono troppi o troppo grandi le loro richieste.

La mia cattiveria è un peso che non voglio portare o al contrario (ma è lo stesso) qualcosa che cerco in tutti i modi di legittimare (buonisti siete voi…).

Benedetta questa realista parola di Gesù: i poveri li avete sempre con voi.

Dunque se il mondo vuole avere un futuro dovete decidere cosa farne.

Potete scegliere di ergere muri, porre divieti e rifiuti. Incolpare i poveri per il loro triste destino (potevano restare dov’erano, perché sono partiti…).

O potete almeno tacere. Anche questo si può fare.

Almeno non cercare di fermare o denigrare chi vuole fare qualcosa, non cospirare contro chi ha deciso di accogliere, dare, ospitare, soccorrere.

E accettare la vita per quello che è: i poveri li avete sempre con voi.

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