Società
Dall’agonia della Marmolada, all’abbandono scolastico. La settimana nel Veneto
La rassegna stampa con i fatti principali della settimana nel Veneto
Lunedì 9 settembre
L’agonia della Marmolada, nel 2040 il ghiacciaio sparirà. Secondo Legambiente-Cipra, perde dai 7 a 10 cm di spessore al giorno.
Suona l’ennesimo de profundis per la Marmolada, il ghiacciaio più grande delle Dolomiti, che il caldo di questi anni ha trasformato in un malato “in coma irreversibile”. La severa diagnosi è stata stilata al termine della Campagna dei Ghiacciai, il progetto itinerante di misurazione delle calotte bianche delle Alpi condotto da Legambiente, Cipra e Comitato Glaciologico Italiano (Cgi). Gli esperti azzardano anche un data entro la quale, con questo ritmo, non sarà più possibile parlare di ‘ghiacciaio’ della Marmolada: il 2040. Sedici anni ancora per ammirare la distesa bianca del massiccio veneto-trentino, al posto del quale sta prendendo forma un deserto di roccia bianca e levigata. Una distesa dalla quale spuntano adesso rifiuti di ogni genere, e addirittura, liberati dallo scioglimento del permafrost, i corpi di soldati della grande guerra. C’è quindi un effetto ‘crisi climatica’, osserva Legambiente, ma anche di inquinamento da microplastiche e rifiuti in quota, “una questione irrisolta del post gestione degli impianti chiusi e da smantellare, come quello di Pian dei Fiacconi, che pesano e impattano sullo stato di salute della Marmolada”. Quello della Marmolada è un futuro fosco che la accomuna agli altri due grandi ghiacciai delle Alpi: l’Adamello, situato tra Lombardia e Trentino, e i Forni, in Lombardia, tutti e tre posti sotto i 3500 metri di quota. Se 136 anni fa il ghiacciaio si estendeva per circa 500 ettari, grande come 700 campi da calcio, dal 1888 ha registrato una perdita areale superiore all’80% ed una volumetrica superiore al 94%. Nel 2024 lo spessore massimo è di 34 metri. Negli ultimi 5 anni ha visto sparire 70 ettari della sua superficie (pari a 98 campi di calcio), passando da circa 170 ha nel 2019 ai 98 ha nel 2023. Dall’inizio delle misurazioni, nel 1888, è arretrato di 1.200 metri, con un innalzamento della quota della fronte di 3.500 metri. (Ansa)
Mercato del lavoro ingessato a Nord Est: l’industria non trova 143 mila laureati
Gli interventi previsti dal Pnrr richiederanno migliaia di profili. In Veneto ne mancano 55 mila, in Fvg 13.500. Discipline Stem le più gettonate. Il Sistema Italia dell’industria e dei servizi ha bisogno di assumere oltre 768 mila laureati, pari al 13,9% del totale dei 5,5 milioni di contratti di lavoro programmati. Ma c’è un problema perché non si trova quasi un laureato su due, cioè 376 mila figure e di queste circa 143 mila a Nordest. Il mercato del lavoro in sostanza è una pentola in ebollizione anche perché l’imponente mole di infrastrutture previste nel Pnrr richiederà l’ingresso di migliaia di profili specializzati in due campi ormai divenuti strategici come la digitalizzazione e la transizione ecologica che da sole raccolgono quasi 100 miliardi dei 191,5 stanziati per il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. (Nordest Economia)
Martedì 10 settembre 2024
Nel Veneto compensi e salari sono poco competitivi
Contratti a termine, precari, stagionali, part-time e l’assenza diffusa di una contrattazione di secondo livello sono le cause principali dei bassi salari in provincia di Verona. I dati Inps sul reddito del 2022 in Italia e nel Veneto offrono lo spunto per una riflessione sull’economia dei territori. Se il reddito medio è più alto della media nazionale, resta più basso di Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. A incidere è anche la bassa produttività. Le province con i salari più alti in Veneto sono non a caso quelle maggiormente industrializzate, Vicenza in testa, seguita da Padova e Treviso. Verona è solo quarta e Venezia penultima, prima solo di Rovigo, con un dato che è sotto la media nazionale. A incidere negativamente, scrive L’Arena di Verona è soprattutto l’economia turistica.
Stipendio medio annuo nel 2022 | Euro | Province venete | Euro |
Veneto | 23.691 | Vicenza | 24.842 |
Italia | 22.839 | Padova | 24.613 |
Lombardia | 28.354 | Treviso | 24.528 |
Emilia Romagna | 24.593 | Verona | 23.446 |
Piemonte | 24.549 | Belluno | 22.939 |
Venezia | 21.717 | ||
Rovigo | 20.576 |
Se in Lombardia i livelli retributivi sono elevati grazie alla presenza delle multinazionali, degli istituti di credito/assicurativi e delle poche grandi imprese presenti nel Paese, in Piemonte e in Emilia Romagna la presenza di settori ad alta produttività e a elevato valore aggiunto – come la produzione di auto, la meccanica, l’automotive, la meccatronica, il biomedicale e l’agroalimentare – hanno “garantito” alle maestranze di questi territori buste paga più pesanti di quelle percepite dai veneti. (L’Arena)
Mercoledì 11 settembre
Easyjet chiude la base di Venezia
EasyJet annuncia una riorganizzazione della sua presenza in Italia e, tanto per cominciare, a partire da aprile 2025 chiude la base che ha da anni a Venezia per puntare su due altri scali italiani: Milano in primis e Napoli. I 144 dipendenti saranno ricollocati in altri scali. La decisione della compagnia britannica ha colto di sorpresa Save, la società di gestione dell’aeroporto, che ha parlato di «decisione inaspettata». (Il Gazzettino)
Paola Carron designata alla presidenza di Confindustria Veneto Est
Il consiglio generale di Confindustria Veneto Est, l’associazione che riunisce le imprese di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, ha indicato con voto unanime, 124 voti su 124, l’imprenditrice edile Paola Carron, consigliere delegato dell’azienda omonima, per la presidenza al posto dell’uscente Leopoldo Destro. L’elezione avverrà il prossimo 23 novembre in occasione dell’assemblea dell’associazione, seconda in Italia per numero di iscritti. (Il Gazzettino)
L’ipotesi di diga sul Vanoi
Continua a restare acceso il dibattito sulla richiesta del Consorzio di Bonifica Brenta di costruire una diga nella valle del Vanoi, al confine tra Trentino e Veneto. La proposta è nella fase di dibattito pubblico a cui parteciperà anche la Regione Veneto che ha anticipato i contenuti delle osservazioni preliminari scritte dall’ingegner Vincenzo Artico, direttore dell’Area Tutela e sviluppo del territorio – Difesa del suolo: «Le analisi e le valutazioni condotte non consentono di assegnare alla realizzazione dell’opera un livello di rischio “zero” e pertanto si manifesta la preoccupazione riguardo al potenziale rischio di stabilità dei versanti in quanto la Regione del Veneto deve garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio in merito alla realizzazione dell’opera». Contrari alla diga, che nascerebbe in un terreno geologicamente instabile, sono la Provincia autonoma di Trento, la Provincia di Belluno e molti dei suoi Comuni, ma anche l’assessore regionale veneto alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin. (Il Gazzettino)
Giovedì 12 settembre
Prosegue l’inverno demografico
Nei prossimi dieci anni, in Veneto mancheranno 200 mila persone in età lavorativa e nel 2040, al netto di migrazioni tra regioni e da o per l’estero, ci saranno 440 mila occupati in meno rispetto ad oggi. In questo quadro si aggrava il problema di passaggio generazionale nelle imprese. Lo afferma Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova. «Molti imprenditori, legittimamente, scelgono di risolvere questa questione cedendo la proprietà a fondi o a grandi gruppi industriali. Il fatto è che troppo spesso la ricchezza prodotta viene reinvestita in attività finanziarie e non industriali. Il risultato è una doppia finanziarizzazione dell’economia del territorio: da una parte nella proprietà del patrimonio industriale di questo territorio, dall’altra nelle disponibilità di imprenditori che non hanno più la forza o la voglia per scommettere su una nuova idea imprenditoriale. Questo fenomeno rischia di inaridire un sistema fino a ora ricchissimo». (Il Mattino di Padova)
I ritardi della Zona Logistica Speciale
La Zls parte ma, per quest’anno, solo a metà. Cioè le aziende che sono già insediate, se si sbrigano, potranno approfittare dei crediti fiscali e dei finanziamenti statali per 80 milioni di euro per rinnovare le loro fabbriche e i macchinari; ma le società che vogliono venire ad investire nei 4.681 ettari di terreni industriali abbandonati, distribuiti tra Venezia e Rovigo e i 17 Comuni polesani con il baricentro nel porto di Venezia e Chioggia, non potranno farlo perché è troppo tardi. Lo scopo della Zona logistica semplificata (Zls appunto), attesa da ormai 6 anni, è quello di generare occupazione per oltre 177 mila unità (26 mila diretti e il resto indotto nel Veneto), un aumento dell’export fino al 40%, e investimenti di 2,4 miliardi, come accade da decenni nel resto del mondo dove sono state istituite Zls o Zes (Zone economiche speciali come quella che è stata creata nel sud Italia). E gli investimenti dovrebbero essere anche di società straniere, o italiane che hanno delocalizzato all’estero, per insediarsi tra Porto Marghera e il Rodigino. (Il Gazzettino)
Mercato immobiliare, il Nord Est traina la ripresa con +1,7% di compravendite
Il mercato immobiliare italiano mostra segni di ripresa nel secondo trimestre del 2024, invertendo la tendenza negativa che aveva caratterizzato i mesi precedenti. Secondo il rapporto dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate, le compravendite di abitazioni sono aumentate dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, con circa 186.000 unità scambiate.
Questo dato rappresenta una netta inversione di tendenza rispetto al primo trimestre dell’anno, che aveva registrato un calo del 7,2%. La ripresa, seppur moderata, sembra indicare un rinnovato interesse degli italiani per l’acquisto di immobili, nonostante le sfide economiche e finanziarie che il paese sta affrontando.
L’analisi geografica rivela che l’aumento delle compravendite è più marcato nelle aree del Nord e del Centro Italia. In particolare, il Nord Est e il Centro registrano entrambi un incremento dell’1,7%, mentre il Nord Ovest segna un +1,1%. Il Sud e le Isole mostrano una crescita più contenuta, al di sotto dell’1%.I comuni minori sembrano trainare la crescita, con un incremento dell’1,6%, superiore a quello registrato nelle città capoluogo (+0,2%). Questo fenomeno potrebbe essere interpretato come una tendenza delle famiglie a cercare soluzioni abitative in aree meno congestionate e più economiche rispetto ai grandi centri urbani. (Veneziepost)
Carenza di personale all’Inps di Vicenza.
Nell’arco di quattro anni l’organico dell’Inps di Vicenza è passato da 220 persone a 184. Nel frattempo all’allarme efficienza lanciato dalle associazioni di categoria di industriali e artigiani si sono aggiunte le voci dei sindaci di Thiene e Arzignano che si sono visti chiudere le rispettive sedi dell’ente e tutto è confluito in una interrogazione parlamentare a firma dei senatori Zanettin, Martella, Stefani e Sbrollini. Oggi è arrivata la risposta del Governo per bocca del sottosegretario Claudio Durigon. Una risposta frettolosa e autoassolutoria secondo la quale l’istituto ammette il sottodimensionamento ma non i ritardi denunciati nell’emissione dei documenti di regolarità contributiva, parla di 47 assunzioni, ridotte poi per trasferimenti a 41 e dice che insomma le chiusure di Arzignano e Thiene sono il risultato di carenza di personale ma anche del diminuito interesse da parte dei comuni. Una risposta che viene criticata direttamente da un esponente della maggioranza come il forzista Pierantonio Zanettin. (TVA Vicenza)
Venerdì 13 settembre
Veneto Lavoro, in regione 77 mila assunzioni nei primi 8 mesi
Il bilancio regionale del lavoro nei primi otto mesi del 2024 si mantiene su livelli elevati (+77.000 posizioni), seppure inferiori a quelli dell’ultimo biennio. Lo evidenzia la Bussola di agosto di Veneto Lavoro. Nel confronto con l’anno precedente, le assunzioni mostrano un calo più marcato per i lavoratori italiani (-5%), le donne (-3%) e le fasce d’età centrali (30-54 anni), mentre stranieri e over 55 registrano una crescita della domanda di lavoro pari rispettivamente al +8% e al +5%. Il saldo del periodo gennaio-agosto è positivo in tutte le province ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023, in particolare a Vicenza (+2.250), Padova (+2.900) e Treviso (+1.100), e con un rallentamento ancora più marcato nel mese di agosto. (Il Giornale di Vicenza)
Sabato 14 settembre
Violenze ai sanitari, escalation in Veneto: «Oltre duemila aggressioni in un anno»
Secondo l’ultima ricognizione del ministero della Salute, anche nel Veneto le aggressioni ai sanitari continuano ad aumentare sensibilmente, passando dalle 220 del 2020 alle 2.229 del 2023. Più bersagliati il servizio pubblico (2206 casi contro i 23 del privato accreditato), gli uomini tra i 50 e i 59 anni, gli infermieri, i medici e gli Oss. Gli attacchi avvengono soprattutto nel pomeriggio dei giorni feriali e in particolare al Pronto Soccorso, nelle aree di degenza, in Psichiatria, negli ambulatori e nei Serd, i servizi per il trattamento delle dipendenze. A prendersela con i sanitari sono in maggioranza i pazienti e poi parenti e caregiver. (Corriere del Veneto)
Domenica 15 settembre
Povertà educativa in Veneto: 33mila giovani abbandonano la scuola
Secondo l’ultima elaborazione dell’ufficio studi della CGIA su dati Eurostat e Istat, ben 33mila giovani tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato prematuramente la scuola. Questi ragazzi, che al massimo hanno conseguito la licenza di terza media, non hanno proseguito con alcun corso di formazione professionale di durata superiore ai due anni e attualmente non frequentano alcun percorso scolastico o formativo. In altre parole, sono giovani che hanno appena assolto l’obbligo scolastico. (La Piazza)
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