Costume

Addio ‘Zanza’: snobbavamo la tua Rimini vitellona, ma ora moriamo di nostalgia

26 Settembre 2018

Da bravi ‘fighetti’ da bar riccionesi, negli Anni Ottanta, ‘Zanza’, il ‘riminese’, lo si guardava con quell’aria un po’ così. Sospesa tra lo stupore – per le sue decantate millanta conquiste galanti – e il sarcasmo. Che, ‘dai, uno con la camicia aperta, il petto villoso e il catenone al collo; gli orecchini e il capello lungo, dove vuoi che vada?’. Oggi che Maurizio Zanfanti, per tutti ‘Zanza’, se ne è andato a 63 anni – narrano le cronache per un malore mentre era appartato in auto con una 23enne – la sua Rimini e questo lembo di Romagna che confina con le Marche salutano, concordi, il’re dei vitelloni’.

Uno dei personaggi, a suo modo, simbolo della Riviera gaudente degli Anni Settanta e Ottanta. Quando le notti non finivano mai e le ragazze del Nord Europa – svedesi e tedesche infatuate della ‘Teutonen Grill’ come chiamavano la spiaggia romagnola – arrivavano in massa. Per la gioia dei ‘latin lover’ locali, dei cosiddetti ‘galli di Romagna’, dei ‘play-boy’ da discoteca . Dei ragazzi come ‘Zanza’ che fuori dai locali – per lui il ‘Blow Up’ di Rimini – invitavano, investiti del ruolo di ‘buttadentro’, i giovani a entrare a ballare.

Un trampolino di lancio per ‘Zanza’ che, negli anni, ha raccontato di avere conquistato migliaia di turiste. Almeno centocinquanta – diceva – a stagione. Fino a planare sulle pagine dei giornali internazionali come il tedesco ‘Bild’ che, in passato, del ragazzo riminese con i pantaloni di pelle, gli stivaletti a punta e il gilet ha celebrato le gesta tanto da farne uno dei personaggi della Romagna, terra di vacanza per tantissimi germanici. Tanto che, esaltano le leggende metropolitane, persino i controllori dei documenti alla frontiera sembravano conoscere Zanfanti. Tanto che, scandiva lui a ‘il Resto del Carlino’ in una intervista nel 2015, “penso di aver fatto più promozione turistica io per Rimini di cento agenzie”.

Scomparso, rilanciano i giornali locali, nella notte tra martedì e mercoledì. Colto da malore mentre era appartato con una 23enne dell’Europa dell’Est che ha fatto intervenire i soccorsi del 118. Invano.

Una morte subito commentata dai riminesi, in strada e – immancabilmente – sui social network. Dove ‘Zanza’ è ricordato con affetto come una persona cordiale e gentile. Dove persino il sindaco della città romagnola, Andrea Gnassi, gli ha dedicato un pensiero. “Rimini  – ha postato su Facebook – è anche la storia di giorni e notti di incontri, di amori e di passioni e di ‘miti’.  Con ‘Zanza’ non se ne va solo un ‘mito’ delle cosiddette notti della Riviera, ma comunque un pezzo di un periodo storico del costume italiano. Riposa in pace”.

Scomparso – scrivono alcuni – in un modo consono per un play-boy. E considerato, da altri, come una ‘leggenda’. Soprattutto, come un simbolo di quella terra ‘godereccia’ degli Anni Settanta e Ottanta che molti sembrano ricordare e rimpiangere.

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