Costume
Ribaltare la questione meridionale
Per superare razzismo e superficialità ė necessario non fermarsi alle impressioni di un viaggio, di una lettura, alle esperienze brutte o belle raccolte qua e là. Personalmente non mi sogno nemmeno di parlare della questione settentrionale a partire dai casi di quelle città dove l’evasione fiscale raggiunge stabilmente, da decenni, il 55% del reddito disponibile. E per parlare della questione meridionale voglio citare un caso che ritengo virtuoso, ben sapendo che non descrive una realtà ma al limite un punto di partenza possibile.
Voglio dunque parlare, solo come piccolo esempio, di una delle realtà che conosco meglio nel Mezzogiorno d’Italia. Nella Puglia del reddito di dignità. Sto parlando di Trepuzzi, comune salentino di 14.000 e rotti abitanti. Mi gioco subito in apertura il più banale fra i temi: a Trepuzzi un’ordinanza del Sindaco ha proibito i cosiddetti ‘botti’ di capodanno. A Trepuzzi sono attivi molti progetti di cittadinanza attiva: i cantieri di cittadinanza appunto, le rassegne culturali per i bambini, gli orti sociali per alcune fasce della popolazione, i buoni lavoro per le donne sole con figli o per gli ex detenuti, un pezzo dei Sud Sound System, il festival Bande a Sud che ogni piccolo comune d’Italia avrebbe voluto inventare, uno sportello lavoro, il bilancio partecipato, un attivissimo centro per le donne vittime di violenza, un centro diversamente abili, il progetto Sprar (s’informi chi non sa cosa è), l’università della terza età (sì, proprio come a Milano!). Questo non significa che Trepuzzi non abbia problemi, o che il Sud non abbia più problemi del Nord. Significa soltanto che esclusivamente con lo scavo in profondità si può fare inchiesta e ricerca sociale; che solo denunciando il male ma valorizzando anche il bene si può finalmente invertire la rotta.
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