Costume

Quel grido su Whatsapp: neve e scuole chiuse anche venerdì

16 Marzo 2018

I gruppi whatsapp delle scuole di tutti i gradi sono croce e delizia di tanti genitori che sono costretti a seguirne i flussi per restare aggiornati rispetto alle questioni delle classi dei propri figli. Io ne seguo due, le mie bimbe frequentano entrambe la scuola materna. E in una giornata di freddo glaciale, una di quelle che recentemente ha spazzato il nostro paese, mi sono provato ad immaginare come avrebbero potuto reagire le mamme, e i babbi, che di tali gruppi leggono i messaggi. Una delle questione più diffuse, e più mal sopportate a dire la verità, sono quelle relative agli scioperi delle maestre e, comunque, dei giorni di chiusura della scuola. In questo caso il primo giorno effettivamente è stato di chiusura delle scuole su decisione del sindaco. Io mi sono immaginato il resto, e parte dei dialoghi ovviamente.

E’ un pomeriggio da tregenda, però tranquilli perché la tregenda, se arriva, arriva domani, tutt’al più stasera, così dicono le previsioni, e la protezione civile, e il bollettino del comune, e tutte le varie app dedicate. E io sono qui, tonto e intontito, che guardo il gruppo, anzi i gruppi whatsapp delle classi delle bimbe, perché ne ho due da controllare, e due a cui non rispondere. Ed è lì che arriva la bomba: +++ Domani scuole chiuse, allerta arancione +++. E la prima reazione che vedo sul gruppo è una faccina tipo ‘urlo’ di Munch. Poi un’altra mamma che esclama: – noooooo, chiudono davvero? – come se la neve per le scuole non valesse, per tutto il resto delle città, che correrà a far pallate sul mare, oppure ai giardini, sì, ma per le scuole e per le povere maestre che insegnano no. E poi un’altra mamma che dice che all’uscita oggi pomeriggio chiederà, tanto per accertarsi, come se il giornale, e il sito del comune, e il dispaccio ufficiale della protezione civile, con fossero abbastanza.

Domani è giovedì, e le scuole sono chiuse, niente da fare, è ufficiale, lo dicono anche le bidelle che nel frattempo sono state interpellate da qualche mamma con la forza del pensiero, e c’è già qualche altra che ha la frase pronta sulla punta delle dita, ma per il momento non la dice, anzi non la digita, magari per evitare di sembrare troppo interessata, o per paura che le altre la giudichino così. Ma le dita fremono, sulle loro estremità c’è come una carica che li impedisce di stare lontane dallo schermo lucido dello smartphone, polo positivo e negativo che si attraggono, e lei non resiste, e scrive: – e venerdì, qualcuno sa che saranno chiuse anche venerdì? E un’altra mamma, per risposta alla domanda, prima posta una figurina dello stile ‘who knows?’, poi scrive un messaggio che meno rassicurante non si può: – se resterà chiusa anche venerdì arriverà di sicuro un’altra comunicazione, non lo so…..vedremo.

E la mamma, quella dalle dita che fremono, quella che non sapeva se porre la domanda, e che alla fine l’ha posta, e non sa nemmeno se ha fatto bene a porla, non risponde più, ed è già lì che pensa a come fare, a come organizzare la giornata, e ai giochi che dovrà inventare, e a tutti gli sforzi che dovrà combinare per evitare che altri pasticci vengano combinati nel giro di un secondo dai suoi bambini che sono rimasti per tutto il giorno in casa, e a tutti gli oggetti che avrà da raccattare, e alle maestre, ma come faranno le maestre a tenerne ventitré tutti insieme e per quasi otto ore di fila se io non riesco a tenerne nemmeno due? Poi, un attimo dopo, lei, quella dalle dita che le fremono, e che ha posto la domanda, è stesa lì per terra, ha appena letto sul cellulare quel messaggio che non si sarebbe mai augurata di leggere: +++ Neve, scuole chiuse anche venerdì +++.

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