Costume
Pranzi di Natale: non se ne può più
Da anni mi chiedo quale sia il motivo che muove le persone a riunirsi intorno ad un tavolo prima delle vacanze di Natale. Persone che non si vedono da tempo si fanno una reciproca promessa: “ehi però, mi raccomando, vediamoci prima di Natale”, altri invece, nonostante si incontrino con una certa regolarità, non mancano di organizzare una cena pre natalizia. Che dire poi dei consueti pranzi familiari a cui è praticamente impossibile mancare, per non offendere la suscettibilità di cugini, zii, suoceri, cognati ecc…
Non parlo del pranzo del giorno di Natale o della Vigilia, abitudine sacra, almeno per me, da passare rigorosamente con parenti strettissimi, ma di tutto quello che avviene prima, a partire dai primi giorni di dicembre dove inizia il programma “vediamoci prima di Natale” mi chiedo: “ma perché? Che senso ha? Che cavolo serve?”. Ogni anno la stessa cosa, anzi sempre peggio, perchè se si hanno dei figli le occasioni aumentano; vuoi non partecipare allo scambio di auguri della scuola? Come rifiutare una bella cena con i genitori di qualche amichetta di tua figlia? E tuo figlio poverino? Vuoi negargli la partecipazione al pranzo domenicale con i compagni della squadra di calcio, categoria pulcini, con genitori annessi? La mia agenda diventa complicata a partire dalla fine del mese di novembre e diventa ingestibile con l’avvicinarsi della data fatidica.
Non riesco ad incontrare tutti, qualcuno resterà escluso, ogni anno mi ripeto che il prossimo sarà diverso, ma ci ricado sempre. Oltre a buttare al vento i risultati ottenuti con estenuanti sacrifici per aver perso qualche chilo nei mesi precedenti, devo arrivare agli incontri indossando a volte la maschera della felicità natalizia, per compiacere qualche commensale che invece prenderesti volentieri a sberle. I festeggiamenti in genere si svolgono in ristoranti affollati e rumorosi, tento di occuparmi dell’organizzazione nella speranza che i ristoranti di riferimento siano al completo, a volte funziona ma l’illusione di averla scampata dura poco, gli irriducibili del “vediamoci prima di Natale” troveranno sicuramente un’alternativa, oltre al danno, la beffa: si mangerà pure male.
Mi sono dimenticato delle cene aziendali dove non manca qualche collaborare che finge un’accentuata serenità natalizia, quando invece vorrebbe trovarsi altrove. Ma perché dico io, visto che l’anno è talmente lungo. Troviamoci con calma, approfittiamo delle diverse stagioni che ci consentono, tra l’altro, di degustare cibi differenti invece di concentrarci in poco tempo su lasagne, cappelletti in brodo, bolliti, cotechini, mostarde e poi panettoni e pandori arricchiti di crema al mascarpone. Non so come la pensate ma potendo (io non ci sono ancora riuscito) una sfoltita la darei. Spero almeno di salvarmi per Capodanno, altrimenti non resta che attendere l’Epifania.
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