Costume
Nessuna donna può vivere “con un’idea spezzata di sé”
Le donne sono bellissime, seducenti, accattivanti: quando piangono innaffiano il mare, quando sorridono splendono come il sole.
Sono come il profumo dei fiori che rendono fresca l’aria.
Sono deliziose quando giocano, sono come quella musica che vuoi sempre ascoltare o come quella canzone che canti in compagnia del rumore dei tuoi passi nel silenzio della notte.
Hanno il dono dell’amore, perché rappresentano la tensione del desiderio.
Sanno di essere cercate e si adornano, perché devono essere corteggiate, inseguite, contese.
Per lei si è mossa la storia, la poesia ha trovato i suoi cantori e le muse si sono incarnate.
Anche se sono povere fanno le civettuole, abbassano gli occhi, stanno in silenzio ed in modo carezzevole allungano la mano e sorridono: il pudore, se si scioglie, hai l’universo dei tuoi sogni che ti gira intorno.
Perché quando donano l’amore tutti gli uomini sono uguali, felici, anche se poveri e disgraziati.
Diceva di loro il grande poeta Leopardi che “Iddio ha inventato la donna, cosa che nell’universo non ha rivale in bellezza… Su questa terra non c’è nulla che le somigli; e se anche qualcosa fosse pari a lei nel volto, negli atti, nella parola, sarebbe, pur così simile, assai men bella. Il cielo non ha voluto aggiungere alcun conforto ai nostri affanni; e con te, o donna, la vita mortale sarebbe simile a quella che nel cielo rende i beati partecipi di Dio.”
Il Sommo Poeta Dante così le descrive: “par che sia una cosa venuta dal cielo in terra a miracol mostrare“.
Sono l’amore che al cor gentile ratto si apprende: perché l’amore si racchiude, trova pienezza nella donna, piacere e lussuria della vita.
Rappresentano la compiuta manifestazione del Creato: Dio si è divertito quando ha disegnato e concepito la donna, la punta del desiderio, come stelle che cadono dal cielo.
Sono bellissime anche quando invecchiano, perché ti raccontano la vita con il cuore e pregano per te, quando vai al lavoro.
Invocano la madonna che protegga il marito ed i figli.
Sanno soffrire più degli uomini che possono lavorare tutto il tempo che vogliono, ma non sentono mai il travaglio di un figlio che portano dentro.
La loro maternità le rende speciali ed uniche, superiori nella vita a tutto, perché vivono la compenetrazione dell’essere, dal quale non si distaccano mai.
Perché sono mamme, privilegio assoluto e non condivisibile: vivono la misericordia e la pietà, sentono l’amore nella carne e nel sangue e si prendono tutte le sofferenze dei loro figli.
La donna è poesia, mitezza della vita, serenità dell’anima, appagamento di ogni desiderio.
Anche quando sono amanti fanno rifiorire e ringiovanire rinsecchite esistenze, chiuse nei letarghi dell’oblio e con il cuore pieno di polvere.
Sono stupende quando sono fuggitive, perché dobbiamo sempre rincorrerle.
Lingua mortal non dice quel che si serba in seno, al cospetto della loro bellezza.
Non si possono maltrattare, mai.
È un sacrilegio, perché si calpesta la natura, si frange il fiore ed il sorriso di Dio.
Nessuna donna può vivere con “un’idea spezzata di sé”(Dacia Maraini).
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